La Circoncisione - QdS

La Circoncisione

Giuseppe Sciacca

La Circoncisione

giovedì 29 Aprile 2021

Precetto fondamentale della religione ebraica

Un precetto fondamentale della religione ebraica è la circoncisione (Brit Milah). In forza di questa prescrizione il padre di ogni bambino, otto giorni dopo la nascita, deve far si che il proprio figlio riceva sul proprio corpo questo indelebile segno distintivo, che gli ricorderà per tutta la vita di essere discendente dal patriarca Abramo.

Segno posto a suggello dell’alleanza stipulata tra Dio ed il Patriarca ed a memoria della relativa promessa di fare di quest’uomo, ormai anziano e senza figli il capostipite di un popolo numeroso e da cui avranno origine stirpi regali. La vita stessa di Abramo rappresenta l’inizio del cammino dell’ebraismo, nato dall’incontro dell’Uomo con il suo Creatore. Un viaggio che si volge su due diversi piani, quello reale e quello psicologico, che ha origine dal mondo in cui il Patriarca viveva, la sua città, i suoi parenti, la sua gente, che ha, dunque, inizio con l’allontanamento dalle radici e da tutto quel mondo consueto, in cui la sua vita, giorno dopo giorno, si era svolta, secondo regole comunemente accettate e condivise. Abramo, confidando in Dio, si allontanava dal suo passato, dalla sua stabilità e dalla sua sicurezza per affrontare un futuro incerto. Non ha alcuna velleità di fondare una nuova religione, non l’immagina neanche, intraprende un cammino attraverso il dubbio, con l’unica certezza che Dio non lo abbandonerà. Il racconto di quanto accaduto ad Abramo e la enunciazione del precetto della circoncisione sono scritti nella Bibbia (Torah) e tutto incentra su queste parole: “Io fermerò il Mio patto fra Me e te e ti farò numerosissimo” (Gen. 17: 1-14), mentre, in conseguenza, la circoncisione viene comandata, come segno dell’Alleanza: “E nell’ottavo giorno si circonciderà la carne del prepuzio del bambino” (Gen. 12: 3).

A chi si è chiesto perchè l’ottavo giorno e né prima né dopo, viene risposto che Isacco, figlio di Abramo aveva otto giorni quando subì la circoncisione. Per rendersi conto della forza precettiva dell’obbligo della circoncisione basti considerare che se gli otto giorni si compiono di sabato, giorno in cui ogni ebreo si astiene da qualsiasi attività lavorativa ed in specie di quelle che hanno come risultato un cambiamento di quanto preesisteva, la circoncisione viene praticata egualmente. Questo precetto viene considerato prevalente su quello del riposo sabatico e quindi la cerimonia si svolgerà di sabato. L’unica ragione per cui è ammesso un differimento è per motivi di salute del bambino. Immediatamente dopo la circoncisione si procede all’imposizione del nome al neonato ed il rito si conclude con la benedizione:”… come questo bambino è ora entrato a far parte del Brit Milah, possa meritare di accedere allo studio della Torah, di entrare nel baldacchino nuziale e di compiere opere buone”. E’ agevole comprendere da quanto detto che la circoncisione è la porta tramite la quale si entra a far parte del popolo degli ebrei, e che nessuno mai si sia sottratto a tale obbligo. La circoncisione di Gesù svoltasi nel rispetto di queste regole, è narrata nel Vangelo Secondo Luca (2-21).

E’ quasi inutile sottolineare che la circoncisione di cui si sta parlando non ha nulla in comune con altre circoncisioni appartenenti a tradizioni diverse o che vengono effettuate per motivi che hanno le loro ragioni in ambito di carattere igienico o sanitario. La circoncisione rituale ebraica, come si è accennato assolve alla funzione di dare una espressione corporale al sentimento di appartenenza, a cui in questo modo viene data una sua consistenza materiale non modificabile.

Viene spesso obiettato, quasi fosse un segno di incoerenza che l’ebraismo che si pone generalmente in un atteggiamento molto critico nei confronti delle modifiche corporali, che consente solo in caso di serio disagio personale ed è critico persino per piercing e tatuaggi, imponga questa pratica rituale; la risposta è molto semplice, la critica e l’opposizione riguardano quelle attività che incidono sul corpo senza che ve ne sia una seria motivazione di carattere fisico, spirituale o psicologico e non può investire certamente un atto della tradizione, che serve ad affermare la identità e rinnovare il Patto delle origini.

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