La compostezza civile - QdS

La compostezza civile

La compostezza civile

Giovanni Pizzo  |
giovedì 12 Settembre 2024

Era una donna elegante, nella sua semplice e disarmante educazione, Maria Mattarella

Si sono svolti ieri a Palermo, nella chiesa parrocchiale di S. Michele Arcangelo, i funerali di Maria Mattarella, Avvocato, Segretaria Generale della Regione Siciliana. L’avvocato Mattarella era una donna di legge, come tutta la sua famiglia, credeva nella legge, nel suo confortante senso davanti agli arbitrii, nel Ius ordinamentale.

Pur non essendo un funerale di Stato, lo Stato era presente, non solo per la naturale partecipazione del Capo dello Stato, il Presidente Mattarella, fratello di suo padre Piersanti, non tanto per la presenza di molte personalità, presenti e passate, ma per il senso profondo delle istituzioni, per la vocazione ad esprimere “civil servant” che la comunità palermitana possiede per atavica postura. Tantissimi i volti noti presenti, assunti a ruoli apicali, nella politica, nelle istituzioni statali, regionali, europee, nei vertici sociali italiani, ma non ne citeremo nessuno. La Regione, nel senso della burocrazia regionale, era tutta li, dai dirigenti generali ai commessi. Quasi tutti erano lì per Lei, non per appartenenza o piaggeria ad una famiglia che sta alla base, da sempre, della Repubblica, che per essa ha versato lacrime, sudore e sangue.

Erano li per Lei, una donna, una professionista del diritto, a cui costituzionalmente piaceva tenere le carte a posto, come suo padre Piersanti, nel suo lavoro, nei suoi ruoli ai vertici della burocrazia regionale. Abbiamo sperimentato personalmente la sua preparazione puntigliosa, la sua capacità di studio dei problemi, anche quando questa fragile Autonomia regionale si doveva confrontare con i mandarini delle istituzioni nazionali. Lo faceva con pacatezza, insieme ad una assoluta determinazione sostenuta da una elegante onestà intellettuale.

Era una donna elegante, nella sua semplice e disarmante educazione, Maria Mattarella, con un sorriso dolce ma velato da una imprescindibile tristezza di fondo nello sguardo. Lo sguardo di una ragazza che aveva visto la cosa più efferata per una figlia, l’uccisione del padre davanti i suoi occhi in un giorno di festa. Se n’è andata, con una lievità, che le apparteneva come una seconda pelle, non derivante dal suo peso leggero, ma dalla capacità di non far pesare agli interlocutori le stimmate del suo nome. La chiesa era gremita in un silenzio tutto palermitano, solo cenni impercettibili, fatto di uomini abituati allo stile ed alla compostezza del potere e delle istituzioni. Una compostezza che è ormai una chimera, leggendo le cronache attuali riguardanti i servitori dello Stato, quelli che secondo i dettami costituzionali dovrebbero servire la Comunità con disciplina ed onore.

Maria Mattarella, con un cuore gravato, con una umanità lieve nel tratto, ha sempre servito la sua Comunità senza mai cercare presenze e allori. Per chi l’ha conosciuta ha concesso un privilegio, per chi la salutava per strada ha dato gentilezza ed ascolto. Quest’isola, questo Paese ha perso una piccola grande donna.

Così è e se vi pare.

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