La crisi ha sgonfiato i palloni gonfiati - QdS

La crisi ha sgonfiato i palloni gonfiati

Carlo Alberto Tregua

La crisi ha sgonfiato i palloni gonfiati

giovedì 28 Maggio 2020

Ricordate il Marchese del Grillo, descritto nel libretto di Giuseppe Gioacchino Belli (1791-1863), che diceva agli altri : “Io so’ io e voi nun siete un c…”.
La megalomania fa perdere di vista la realtà, cosicché tanti personaggi si riempiono d’aria e diventano palloni gonfiati. Ma poi la realtà vince sempre e agisce come un punteruolo che li sgonfia inesorabilmente.
In questa vicenda triste per tutto il Paese, investito dal virus Corona, vi è stata una passerella di palloni gonfiati, gente saccente che non diceva nulla ma lo sapeva dire. Non c’è peggio di chi sa tutto del nulla.
Molti l’hanno confessato candidamente, pur essendo scienziati accreditati: non si sa nulla su cosa sia un virus, non si sa nulla sul perché arrivi né quando arrivi, non si sa nulla sul perché se ne va e quando se ne va.
In questa vicenda, il Governo doveva approntare rimedi di cui non aveva cognizione, anche perché non era preparato ad affrontare l’improvvisa pandemia, come peraltro i Governi di tanti altri Paesi del mondo.

È mancata l’umiltà a tanta gente che avrebbe consentito di agire concretamente e in modo equilibrato, anziché dichiarare lo stato di guerra e far cadere nel terrore tutta la popolazione.
Bisogna tenere conto che quando arriva un evento straordinario e distruttivo, la maggior parte della popolazione lo subisce in maniera anche tragica, perché non ha sufficienti strumenti mentali e culturali per capire come vadano le cose, non conosce la storia, durante la quale si sono verificati fatti come questo molte volte, non ha punti di riferimento e quindi viene presa dal panico, che è un brutto consigliere.
Nelle crisi, i migliori devono dare l’esempio per saldezza di nervi, capacità di reazione, fermezza degli intenti e comportamenti adeguati. Non possiamo certo dire che questi requisiti siano stati una dotazione dei nostri governanti, a prescindere dal loro colore politico, né dei loro oppositori. Ciò perché la media culturale, etica e professionale della classe politica è meno che mediocre.
Si aggiunga che la burocrazia sottostante è stata smascherata, perché ha dimostrato la sua incapacità di eseguire leggi e norme emesse dal Governo e da presidenti di Regione.
In una famosa lezione tenuta da Albert Einstein (1879-1955), egli sosteneva che: “La crisi è la migliore cosa che possa accadere a persone e interi Paesi, perché è proprio la crisi a portare il progresso”. Infatti, quando si è obbligati dagli eventi a trovare soluzioni, vengono fuori le persone più in gamba, i visionari, cioé coloro che vedono oltre l’orizzonte e spesso, proprio per questo, vengono presi per pazzi. Ma essi alla lunga dimostrano di avere avuto ragione perché esiste una regola elementare: “Due più due, magari tardi, fa sempre quattro”.
La pochezza degli interventi governativi è dimostrata da una questione di fondo: le risorse finanziarie sono state indirizzate direttamente alla distribuzione saltando la fase più importante della ripresa della ruota economica, che è quella basata sugli investimenti.
È chiaro che si dovevano sostenere i cittadini, soprattutto quelli più deboli, e si dovevano sostenere i piccoli e medi imprenditori e artigiani di tutti i settori, ma contemperando l’esigenza di un sostegno immediato con quella della ripresa.

Siamo tutti testimoni della fiera di parole e paroloni che hanno invaso radio, televisioni, carta stampata e media sociali. Vi è stata la passerella dei tromboni, di gente che parlava e straparlava senza cognizione di causa, non solo fra politici, burocrati, professori, medici e altri, ma anche in quella categoria che dovrebbe essere la custode dell’articolo 21 della Costituzione e cioè i giornalisti.
Ovviamente non si deve fare di tutta l’erba un fascio, perché fra tutti i citati vi sono stati tantissimi professionisti di alto livello che hanno seguito le regole etiche dell’equilibrio, del buonsenso e soprattutto della ricerca della verità. Tuttavia la situazione economica drammatica che è appena agli inizi è in mano ancora a tanti palloni che ogni giorno continuano a gonfiarsi in attesa del micidiale spillo, che prima o dopo arriverà.
Siamo in mano a questa gente e quindi non ci resta che sperare in un fato benigno, che dia loro quella capacità e quel buonsenso di cui difettano.

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