Giurisprudenza di Palermo tra i dipartimenti di eccellenza

La facoltà di giurisprudenza a Palermo si conferma tra i dipartimenti di eccellenza

Antonino Lo Re

La facoltà di giurisprudenza a Palermo si conferma tra i dipartimenti di eccellenza

Michele Giuliano  |
martedì 07 Febbraio 2023

Si è distinta nella qualità della ricerca e nella progettualità scientifica, organizzativa e didattica

Una facoltà di eccellenza, quella di giurisprudenza a Palermo, che ha ricevuto ottime valutazioni periodiche della qualità della ricerca (Vqr) eseguite dall’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (Anvur), ente pubblico, vigilato dal Miur, istituito nel 2006 e con sede a Roma. Non si tratta di un semplice riconoscimento simbolico, ma di un risultato effettivo che si trasformerà in fondi disponibili, una parte del budget di 271 milioni di euro messi a disposizione dal Miur.

Ateneo di Palermo “molto efficace”

La facoltà, che fa riferimento non solo a Palermo ma anche alle province di Trapani, Agrigento e Caltanissetta, ha registrato dati occupazionali che sono esattamente in linea con la media nazionale dei laureati in giurisprudenza di tutta Italia, nonostante il gap territoriale derivante dal fatto di vivere in una regione caratterizzata da un tasso di disoccupazione sensibilmente più alto della media. A cinque anni dalla laurea, secondo i dati di Almalaurea, quasi il 90% (87,9%) dei laureati dell’ateneo palermitano giudica “molto efficace” l’adeguatezza del percorso di studi per la futura attività lavorativa, tanto che, sempre a cinque anni dalla laurea, circa il 70% dei laureati lavora. Il dato è molto significativo, se si tiene conto del fatto che del  restante 30%: il 52,4 % sta proseguendo nel percorso di studio; il 42,9% è in attesa della chiamata del datore di lavoro, che sia privato o anche pubblico, come ad esempio la vittoria di un concorso non ancora trasformato in contratto effettivo. Il restante 5% circa ha dichiarato di non lavorare per “motivi personali”.

I numeri

Sono 180 i dipartimenti di eccellenza 2023/2027 riconosciuti dal ministero dell’Università e della ricerca, con 58 atenei coinvolti e 306 progetti presentati. Gli ambiti di studio che hanno ricevuto il maggior numero di finanziamenti tengono conto della numerosità dei dipartimenti e del numero di docenti afferenti (così come stabilito dal decreto ministeriale 230/2022). Il maggior numero di dipartimenti di eccellenza sono presenti nell’ambito delle scienze mediche, con 20 progetti approvati, dell’ingegneria industriale e dell’informazione, insieme a scienze dell’antichità filologico-letterarie e storiche-artistiche, con 19 progetti ciascuno ammessi a finanziamento. Seguono le scienze economiche e statistiche (18 progetti), le scienze giuridiche (15), scienze biologiche (14), ingegneria civile ed architettura (13), scienze matematiche e informatiche e scienze chimiche (11).

Il budget annuale stimato

I dipartimenti di eccellenza sono previsti dalla legge 232 del 2016, con l’obiettivo di individuare e finanziare, con cadenza quinquennale e nell’ambito delle 14 aree scientifico-disciplinari del Consiglio universitario nazionale, i migliori 180 dipartimenti delle università statali. Si tratta di dipartimenti che spiccano per la qualità della ricerca prodotta e per la qualità del progetto di sviluppo, ai quali è destinato complessivamente un budget annuale di 271 milioni di euro, al “fine di incentivare l’attività dei dipartimenti delle università statali che si caratterizzano per l’eccellenza nella qualità della ricerca e nella progettualità scientifica, organizzativa e didattica, nonché con riferimento alle finalità di ricerca di «Industria 4.0»”.

Un ulteriore incentivo, quindi, all’impegno e alla crescita che deve caratterizzare il luogo per antonomasia dello studio e della ricerca di nuovi orizzonti. I progetti presentati sono stati sottoposti alla valutazione di una commissione, composta da sette componenti; la valutazione combina il punteggio dell’Ispd (massimo 70 punti) e la valutazione dei progetti (massimo 30 punti).

Michele Giuliano

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