Sabato all’Astoria Palace di Palermo si è tenuta la prima convention regionale della rinata Democrazia Cristiana di Salvatore Cuffaro
Sabato all’Astoria Palace di Palermo si è tenuta la prima convention regionale della rinata Democrazia Cristiana di Salvatore Cuffaro, detto Totò. Di Salvatore Cuffaro perché, persistendo un sistema elettorale nazionale maggioritario, qualunque partito non può prescindere dal leader. Spesso il leader è il partito, come nel caso classico di Forza Italia, quel partito era Berlusconi dipendente, in tutti i sensi.
Proprio FI era presente con il suo massimo rappresentante siciliano, Marcello Caruso, accompagnato dal presidente Schifani, o viceversa. Si è palesato un matrimonio d’interessi, in cui il Lancillotto Totò va in missione di soccorso alla orfana FI. Qualcuno di questa popolosa area, magari qualcuno dal nome evocativo, andrà in lista in quella che sarà la lista del Partito Popolare Europeo in Sicilia, e Cuffaro è nettamente il più popolare di tutti. L’albergo era stracolmo, c’era gente ovunque, un bagno di folla moderata. Negli ultimi tempi nemmeno le discese in Sicilia di Silvio facevano tante presenze. C’era un popolo in cerca di politica, in cerca di qualcuno che li rappresentasse.
Ma perché Cuffaro ha tutto questo appeal? Perché sparge soldi regionali facili ai clientes? Di questi tempi, rispetto al passato, soldi facili non ce n’è più. Le regole europee sono diventate rigidissime, per cui abbiamo enormi difficoltà a spendere le risorse. E poi Cuffaro si è scelto assessorati, per la sua DC, più di politica che di reale spesa. Allora perché?
Perché esiste, non è un leader virtuale da FB o Twitter. Non c’è piazza di paese dove non si sia recato in questi mesi, dopo le elezioni dello scorso settembre. Si perché lui va in giro dopo le elezioni, nell’assenza altrui, va in una piazza, in un bar, in una associazione di mutuo soccorso, e ci sta delle ore, ascoltando tutti, e poi dicendo qualcosa di riconoscibile e comprensibile all’interlocutore. Lui fa il buon pastore di un gregge disperso, li raduna e poi ascolta, mentre gli altri concorrenti pensano a sbrigare o brigare per pochi. Lui invece incontra tutti, e fa messa di volti, facce, ricordi.
Perché Cuffaro ha una memoria da dinosauro, dovrebbe essere studiato da insigni scienziati, dal suo midollo spinale si potrebbe trovare un antidoto all’Alzheimer. Se va a Regalbuto o a Milena conosce più persone dell’ex ministro Provenzano, che è proprio di quelle parti. E di tutti conosce le vicende personali, come si chiama la moglie o il figlio. Ha battezzato più bambini, o e stato testimone a più matrimoni di qualunque sacerdote della Sicilia. Lui conosce e viene riconosciuto in ogni landa di questa terra sterminata, e sta lì, ore ed ore ad ascoltare chiunque, con pazienza benedettina. Nessuno lo fa più. La sua è una lunga marcia, come quella di Mao, costante, campanile per campanile, mettendo bandiere democratiche cristiane in ogni contrada. Come Mao farà risorgere un impero?
Chi? Toto’ Cuffaro? Il nuovo ( per modo di dire) Messina Denaro della politica Sicula? dopo la galera eccolo di nuovo qui…