Pezzi di Pizzo

La sciarada siciliana

Riuscire ad identificare cosa succederà alle regionali siciliane non è affatto semplice. Di fatto la complessità delle dinamiche in campo ne fanno quasi un gioco enigmistico. Forse sarebbe stato più semplice se le elezioni regionali fossero state avulse da quelle politiche, ma la fine anticipata del governo Draghi ha smazzato le carte.

Le elezioni politiche, molto più comunicate in televisione e sui social, di fatto coprono quelle locali, favorendo i players nazionali a scapito di quelli locali. L’elettore avrà tre schede al seggio, due nazionali su Camera e Senato, ed una scheda verde riguardante le elezioni regionali, di cui il 40% dei siciliani non sa che si effettueranno. Riuscirà con le tre schede, stante la disaffezione al voto crescente, a fare un gioco di analisi e differenziazione tra opzioni nazionali ed opzioni locali? Secondo i sondaggisti nazionali, di cui alcuni leader locali ne chiedono le dimissioni, questa operazione è troppo complicata per cui non sarà fatta.

Poi, però, nelle ultime settimane, giorni, ore, i notabili del voto, i costruttori di liste, i candidati campioni del voto, entrano in campo. C’è una posta importante in questi tempi di globalizzazione anche del consenso, la loro sopravvivenza politica. In Sicilia, fino a quando ci lasceranno le preferenze, si vota la persona, non il partito, ed i candidati non vengono sondati dalle società che si occupano di verificare le scelte dei cittadini. E questo dato, carsico, insondabile, può fare la differenza sulla vita o la morte politica di varie liste, che gravitano sulla soglia di sbarramento che ricordiamo in Sicilia è fissata al 5%. Da un lato i leader nazionali invocano il voto utile, dall’altra gli uomini forti del consenso locale gridano al voto di appartenenza. A chi hai cercato quando avevi un bisogno? A me, o a Conte, Letta o Meloni?

Su questa discriminante territoriale si giocano il loro destino politico Lombardo, Cuffaro, Fava ed altri organizzatori di liste siciliane. Di fatto è una sfida global contro glocal, con alcuni glocal travestiti da global vedi la lista Prima l’Italia di fatto organizzata da uomini glocal come Sammartino, e liste nazionali ma sostanzialmente locali come la DC nuova di Cuffaro. In tutto questo marasma irrompe un glocal per eccellenza, che tenta pure di insidiare le liste nazionali, il fenomeno siciliano che fa impazzire i sondaggisti da Mentana, Cateno De Luca da Fiumedinisi, un paese tutto glocal, dove si celebra la sagra paesana  della cottura della capra in un sarcofago caldo di pietre. Cateno è in grado di scompaginare la lotta tra l’Italia e la Sicilia che non si vuole arrendere all’ineluttabile allineamento. In Sicilia, di fatto, c’è sostanzialmente in campo un pentapolarismo tra Schifani, ancora dato in vantaggio fino a quando i sondaggi erano comunicabili, De Luca, Chinnici, Di Paola e Armao. Questo rende la sfida complessa e somigliante ad una sciarada, con tanti rebus collegati alla gara sulle liste, su chi vince, su chi ce la fa, e su chi perde, magari di poco non arrivando alla soglia di sbarramento. Questa è la settimana enigmistica siciliana.

Cosi è se vi pare.