Laureati in fuga: Sicilia sul podio insieme a Basilicata e Calabria - QdS

Laureati in fuga: Sicilia sul podio insieme a Basilicata e Calabria

Serena Giovanna Grasso

Laureati in fuga: Sicilia sul podio insieme a Basilicata e Calabria

mercoledì 12 Giugno 2019

Secondo i dati forniti dall'Istat nel 2017 hanno lasciato l’Isola in media 28,2 giovani tra i 25 e i 39 anni su mille laureati. La provincia di Caltanissetta detiene la seconda peggiore performance in Italia: quasi 57 su mille

PALERMO – Sono sempre più numerosi i giovani laureati che abbandonano la Sicilia per realizzare i propri sogni e per cercare lavoro altrove. Secondo i dati contenuti all’interno del rapporto Bes (Benessere equo e sostenibile), recentemente diffuso dall’Istat, la mobilità dei giovani laureati spiega le differenti opportunità di occupazione qualificata che connotano i territori.

Nel 2017 la Sicilia è stata la terza regione in Italia per maggiore incidenza di laureati tra i 25 e i 39 anni che hanno lasciato la propria terra: infatti, a livello regionale si parla mediamente di 28,2 giovani ogni mille laureati residenti che decidono di trasferirsi in un’altra regione o andare all’estero. Un’incidenza superiore è osservabile solo in Basilicata (30,4) e Calabria (30). Il quadro descritto è frutto di un progressivo peggioramento: basti pensare che nel 2012 l’incidenza delle “migrazioni” era pari a 21 ogni mille, cresciuta di anno in anno, ha poi toccato quota 26,3 nel 2016, fino a raggiungere i 28,2 solo un anno più tardi. Anche Basilicata e Calabria hanno incassato decisi peggioramenti anno dopo anno.

È possibile osservare una generalizzata penalizzazione dei territori meridionali (si parla mediamente di otto abbandoni ogni mille residenti laureati). Tutte le regioni registrano perdite comprese tra il 59 su mille di Crotone e il 9 su mille di L’Aquila. Caltanissetta è la seconda provincia in Italia per perdita maggiormente sostenuta (56,9 su mille), al terzo posto troviamo Reggio Calabria (42,3 su mille), mentre al quarto un’altra provincia siciliana, ovvero Enna (40,4 su mille).
In generale, troviamo tutte le province siciliane entro le prime venticinque posizioni per maggior tasso di “fuga”: nel dettaglio, si rileva la presenza di Agrigento al settimo posto (37,2 su mille), al quindicesimo posto Trapani (28,6 su mille), sedicesima Messina (27,7), dal diciottesimo al ventesimo posto troviamo Siracusa, Palermo e Ragusa (in ordine 26,5, 26,4 e 22,3) ed infine al ventiduesimo posto Catania (21,9).

A livello provinciale per la Sicilia, il peggioramento più sostenuto nell’arco temporale considerato si osserva ad Enna: infatti, nel 2012 il tasso era pari a 29,1 abbandoni ogni mille laureati. Un peggioramento significativo ha contraddistinto anche la provincia di Ragusa (12,2 ogni mille nel 2012).

Al Centro è possibile osservare un saldo negativo più contenuto (tre abbandoni ogni mille laureati), mentre nel Settentrione si realizza un saldo positivio (+8 per mille). Tra i territori del Centro-Nord emergono in negativo Imperia (-19), Latina (-18) e Rovigo (-17), e le province di Reggio Emilia e Piacenza, i cui saldi, nel tempo, invertono il segno da positivo a negativo: infatti, mentre la prima nel 2016 faceva registrare +7,2, nel 2017 tocca -1,4; più marcata è la perdita per la seconda (rispettivamente +8,7 e -1,6).

Tra le città metropolitane, nell’ultimo anno solo Bologna (+31,8) e Milano (+32) hanno tassi positivi ed elevati, seguono a distanza Torino (+4,7) e Firenze (+3,8). Per Roma il 2017 si chiude quasi in pareggio (-0,7) mentre tutte le altre città metropolitane registrano perdite di varia entità.

Letto in serie storica, l’indicatore di mobilità dei giovani laureati evidenzia saldi negativi diffusi in buona parte del Paese e indica nelle province di Latina, Verbano-Cusio-Ossola e Vicenza i territori che hanno subito le perdite maggiori in termini di capitale umano tra il 2011 e il 2017. Nello stesso periodo la Lombardia e l’Emilia-Romagna si confermano tra le regioni più attrattive: in particolare Milano, Bologna e Padova mantengono valori positivi per tutto il periodo.

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