Lavoratori domestici, 6 su 10 sono in nero - QdS

Lavoratori domestici, 6 su 10 sono in nero

Lavoratori domestici, 6 su 10 sono in nero

venerdì 13 Dicembre 2019

È quanto emerge dal Rapporto Annuale di Domina (Associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico). Colf e badanti, la Sicilia registra la maggiore percentuale di uomini (24%), seguita dalla Campania (17%)

ROMA – Con la crisi economica in Italia diminuiscono lievemente le colf e con l’invecchiamento della popolazione aumentano le badanti, complessivamente i lavoratori domestici sono circa 2 milioni, il 60% in nero, mentre calano quelli regolari rispetto al 2017 (-1,4%).

Le famiglie spendono 14,9 miliardi di euro e lo Stato ne risparmia 9,7, anche se con la regolarizzazione ci sarebbe un aumento del gettito fiscale pari a 2 miliardi di euro.

È quanto emerge Rapporto Annuale sul Lavoro Domestico 2019 pubblicato da Domina (Associazione Nazionale Famiglie Datori di Lavoro Domestico, firmataria del Ccnl sulla disciplina del lavoro domestico), realizzato dall’Osservatorio Nazionale Domina in collaborazione con la Fondazione Leone Moressa. Nella ricerca vengono, però, analizzati solamente i lavoratori regolari.

Secondo i dati Inps, a fine 2018 i lavoratori domestici regolarmente assunti dalle famiglie italiane erano 859 mila, con una lieve prevalenza di colf (53,1%) rispetto alle badanti (46,9%).
Anche nelle regioni il trend dei lavoratori domestici è decrescente, ad eccezione del Friuli Venezia Giulia e della Sardegna, dove la crescita delle badanti ha rappresentato un traino per tutto il settore domestico.

Le donne sono in netta maggioranza (88,4%) rispetto agli uomini (11,6%) e l’età media del lavoratore domestico è di 48 anni. In Italia le regioni con il maggior numero di lavoratori domestici sono la Lombardia (155.467), il Lazio (127.219) e l’Emilia-Romagna (75.599).

Dall’analisi del Rapporto annuale Domina emerge però che la concentrazione maggiore di lavoratori domestici rispetto alla popolazione regionale si ha in Sardegna, con 28,4 lavoratori ogni 1000 abitanti, seguita dal Lazio (21,6) e dall’Umbria (20,7). In alcune realtà territoriali il contributo al Pil incide in misura maggiore rispetto al valore nazionale (1,2%): le percentuali più alte si registrano in Sardegna con il 2,6% seguita dall’Umbria al 2% e dalla Toscana con l’1,7%.

Il 37% delle badanti totali si concentra in Lombardia, Emilia Romagna e Toscana, ma, se rapportate al numero di anziani residenti viene registrata una maggiore incidenza nelle regioni del Centro-Nord, rispetto a quelle del Sud (fatta eccezione per la sola Sardegna). Il 40% delle colf si concentra in Lombardia e nel Lazio.

La concentrazione, soprattutto nel Lazio è molto alta, infatti, si registrano quasi 15,5 colf ogni 1.000 abitanti mentre il dato nazionale non arriva ad 8. Nelle province di Roma e Milano lavora il 15% di tutte le badanti. Negli ultimi anni è cresciuta la componente maschile, che attualmente rappresenta l’11% del totale dei lavoratori.

La presenza maschile è maggiormente diffusa al Sud: la Sicilia registra la maggiore percentuale di uomini (24%), seguita dalla Campania (17%) e dalla Calabria (16%). Di contro, è decisamente minoritaria la presenza maschile nel Trentino Alto Adige (4,9%).

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