Le parole hanno un senso unico - QdS

Le parole hanno un senso unico

Antonino Lo Re

Le parole hanno un senso unico

Giovanni Pizzo  |
sabato 28 Gennaio 2023

Il governo è nuovo, ma le parole sono sempre le stesse. Come se ci fosse da sempre un unico governo della spesa pubblica

Stiamo esaminando le parole contenute, le keyword, che sintetizzano la finanziaria regionale, in fondo l’unica legge vera che viene approvata dal Parlamento regionale.   

Il governo è nuovo, ma le parole sono sempre le stesse. Come se ci fosse da sempre un unico governo della spesa pubblica, immutabile nel tempo, come una clessidra sospesa, un solo modo di rappresentare la pur composita società siciliana.

Precari degli Enti locali, forestali, sagre festival, alluvionati, eventi. C’è pure il finanziamento dell’anniversario dell’operazione Husky, quella dello sbarco in Sicilia degli americani, che grazie all’aiuto di alcuni signori perbene e di buon senso, contattati da Lucky Luciano, liberò la Sicilia, forse. Se avanzassero degli spiccioli suggerirei di finanziare per la festa dell’Immacolata l’anniversario della visita del Presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt. Si recò per festeggiare questa importante festa religiosa a Castelvetrano, guarda caso. Nonostante l’isola conti quasi 400 comuni lui si recò lì per la sua strategica visita nel primo pezzo di Europa libera. Come mai Castelvetrano, chi ce lo portò, e soprattutto chi incontrò? Gli storici potrebbero darci una risposta, anche se a sensazione si potrebbe chiedere a qualche circolo di muratori.

Ma torniamo alle parole. Vi ricordate, a memoria d’uomo, che vi siano mai state in finanziaria parole come competitività, produttività, performance della macchina regionale, premialità non a pioggia, diritto allo studio, meritocrazia, ricerca e sviluppo? Qui, al palazzo della politica siciliana queste parole non possono passare. Come se ci fosse un vigile urbano gigantesco, come i Morti della porta adiacente, che fa passare solo le parole a senso unico. Devono sembrare quasi delle parolacce, da bandire dal Parlamento più antico del mondo, ma che scherziamo? Qua c’è gente seria che non può perdere tempo con parole che non portano voti, ma astrusi principi che interessano gli altri. Ma gli altri chi?

Quell’enorme percentuale di siciliani che non si reca più alle urne, delusa, sfiduciata, non più partecipante al circo politico in quanto emarginata. Di fatto la finanziaria è rivolta al blocco sociale, in gran parte clientelare in varie forme, che viene stimolato, tramite i capitoli di bilancio, al voto. Gli altri, tutti gli altri, si facciano pure tutti i loro cavoli amari. Per loro non ci sono parole in questo tempio di Ercole.

Così è se vi pare.

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