Il porto di Trapani e il bacino “senza futuro” - QdS

Il porto di Trapani e il bacino “senza futuro”

Vito Manca

Il porto di Trapani e il bacino “senza futuro”

sabato 24 Ottobre 2020

Competenze passate dall’assessorato regionale alle Attività produttive a quello alle Infrastrutture. Potrebbero produrre occupazione nell’Isola e invece rimangono senza progetto

TRAPANI – L’unica certezza è l’incertezza. Almeno per una parte del porto. Quella che si occupa di cantieristica navale, che rimanda ad anni gloriosi ed importanti per la città di Trapani, per la sua economia. Il bacino di carenaggio è lì. Con 4.000 tonnellate che potrebbero essere futuro ed occupazione e che invece rimangono senza progetto. è in corso la procedura per un nuovo intervento di manutenzione straordinaria. Perché dopo il suo recupero non è stato affidato – è di proprietà della Regione -, e come spesso accade, quando un bene pubblico non ha ancora una sua storia da scrivere finisce per essere “gestito”, con grande competenza, dai vandali, che si sono presi tutto quello che era possibile prendere.
Da qualche tempo le competenze sul bacino trapanese – vale anche per altri due del porto d Palermo, da 19.000 e 52.000 tonnellate – sono passate dall’Assessorato alle Attività Produttive a quello alle Infrastrutture. Quindi da Mimmo Turano (Udc) a Marco Falcone (FI). Una decisione che affonda le sue radici in un dibattito lontano che è ora arrivato a compimento. Il bacino trapanese è galleggiante. Di conseguenza può essere trasferito da qualche altra parte.

è dunque evidente che senza un interesse reale del territorio, la Regione potrebbe decidere di spostarlo da qualche altra parte. Del resto, le richieste non mancano. Nell’ambiente portuale si dice, da tempo, che ad Augusta non aspettano altro. Ma, c’è sempre un ma in politica e quando si governa, un bacino, anche quello del capoluogo, per “vivere”, per essere realmente operativo, ha bisogno di uno spazio vitale. Ed il bacino galleggiante ce l’avrebbe pure. Non è però un’area regionale. è invece demanio statale. Ed è l’area che è stata utilizzata dall’ex Cantiere Navale Trapanese. Fallito. E con lui il sogno industriale della città che guarda al mare. La zona ex Cnt è stata data in concessione. Dopo un bando, dopo tante vicissitudini, dopo ricorsi e controricorsi. L’ha spuntata la società “Marinedi Group” che si presenta così a chi vuole informazioni sulle sue attività: “Il gruppo gestisce direttamente, o in partecipazione con enti locali ed attori privati, strutture portuali dedicate al turismo nautico già esistenti sul territorio, ampliandone servizi e potenzialità, portando inoltre avanti numerosi progetti d’incremento del turismo nautico nostrano attraverso l’avviamento e lo sviluppo di nuove strutture”. Nella pagina del suo sito dedicato al porto di Trapani conferma, da anni, la sua volontà di essere pronta a dare vita ad una base nautica. Non lavora, dunque, nel settore della cantieristica navale. Potrebbe occuparsene ma non fa parte delle sue attività primarie. Bacino galleggiante ed ex area Cnt, anch’essa “gestita” finora dai vandali, sono però a poca distanza. Prosaicamente si può dire – ed è più di un rischio – che si pestano i “piedi”.

Quando tuttavia l’assessore Turano – con le procedure ancora in corso – propose di fare sintesi tra la gestione del bacino e la concessione dell’area sono stati in pochi a seguirlo e gli ex lavoratori del Cnt – quelli rimasti –, in attesa di una risposta, criticarono duramente la sua linea. L’Autorità Portuale di Sistema ha provato a mediare, a definire un percorso condiviso con gli operatori interessati all’area – e coinvolti nell’evoluzione delle vicende legate ai bandi – ma anche dovuto prendere atto delle scelte altrui, che finora non hanno mai indicato un reale percorso di crescita con spirito unitario. Il passaggio di consegne tra gli assessorati regionali potrebbe riaprire il confronto sul bacino e sull’area ex Cnt perché il rischio di passare da una manutenzione straordinaria all’altra è concreto. Ma porta ad uno spreco di energie e di risorse economiche che potrebbero essere indirizzate verso altre iniziative.

La Regione sarà chiamata a verificare se ci sono le condizioni per tenere il bacino a Trapani. Ma sarà necessario fare chiarezza anche sull’utilizzo dell’ex Cnt, verificando il progetto della Marinedì. L’altra parte del porto sembra stare meglio. Anzi, è un cantiere aperto. L’Autorità di Sistema ha avviato la ristrutturazione della Stazione Marittima, 4 milioni di euro, che sarà inaugurata nella primavera dell’anno prossimo. Via libera al consolidamento delle banchine con un investimento di 8 milioni di euro. Porta la firma dell’Autorità Portuale il disco verde al dragaggio di una parte consistente del porto, con 67 milioni di euro. Con altri 6 milioni saranno effettuate delle opere nel molo Ronciglio che contribuiranno a migliorare l’attracco a navi più grandi.

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