Vitale, "Coronavirus tragedia e anche grande opportunità" - QdS

Vitale, “Coronavirus tragedia e anche grande opportunità”

Marco Vitale

Vitale, “Coronavirus tragedia e anche grande opportunità”

martedì 12 Maggio 2020

Riflessioni scritte già il 23 marzo scorso sul dopo emergenza. "Adesso occorre lavorare con qualità e responsabilità per innalzare anche la sicurezza, parole d'ordine siano formazione, dignità professionale, aumento compensi e ritorno alla meritocrazia"

Pubblichiamo la quarta puntata di riflessioni dell’economista Marco Vitale, scritte il 23 marzo scorso.
La terza puntata è stata pubblicata sul QdS del 24 aprile.
Quando ancora l’Italia si trovava nel pieno vortice della pandemia, Vitale ha invitato a riflettere sul dopo emergenza e sulla ricostruzione.

Mentre ancora sulle nostre città imperversano lo tsunami del Coronavirus e insieme il profilarsi del rischio di una crisi socio-economica dai profili inquietanti, ci vuole una buona dose di forza morale per fare il grillo parlante in queste circostanze. Ma è un dovere. Mi confortano, in questo senso, le parole di un grande scienziato e organizzatore della ricerca sanitaria, persona di rara onestà intellettuale e di profonda forza morale, Silvio Garattini, ultranovantenne, impegnato a pensare e lavorare per un’Italia del dopo emergenza dotata di un Servizio Sanitario Nazionale e di un ruolo della ricerca e della conoscenza scientifica molto migliori di quelli di questa Italia balbettante che “la Pandemia ha trovato in larga parte tecnicamente impreparata e scientificamente digiuna” (Paolo Giordano).
Così Garattini: “Grazie Marco per le Tue illuminanti considerazioni e soprattutto per sostenere che dobbiamo vedere questa tragedia come una grande opportunità per rivedere molte cose. Il Servizio Sanitario Nazionale ha bisogno di una grande riforma nella Sua organizzazione generale per far fronte alle nuove sfide per mantenere la salute. Ma non può operare in modo ottimale senza una scuola di medicina che va riformata ed una ricerca che va moltiplicata. Speriamo che anche i politici avvertano questa necessità. Grazie per la citazione e un caro saluto. Silvio”.

Mi conforta anche il bellissimo articolo che lo stesso Paolo Giordano ha dedicato a “L’emergenza sanitaria. Il nostro futuro” (Corriere della Sera, 21 marzo 2020) con parole da conservare:
“A un certo punto avrà inizio la ricostruzione. Sarà il momento delle pacche sulle spalle tra la classe dirigente, mentre noi, distratti, avremo solo voglia di scrollarci di dosso tutto. Il grande buio che cala. L’inizio dell’oblio. A meno che non osiamo riflettere ora su ciò che non vorremmo ritornasse uguale”.

Mi conforta infine il testo della dichiarazione congiunta dell’Accademia Pontificia delle Scienze e dell’Accademia Pontificia delle Scienze Sociali intitolata: “Responding to the Pandemia, Les-sons for Future Actions and Changing Priorities”, che tocca i seguenti argomenti: rafforzare la capacità di agire e rispondere tempestivamente; rafforzare e ampliare il ruolo e il supporto del pensiero scientifico e dell’azione della comunità scientifica; tutelare i più po-veri e indifesi; rafforzare la collaborazione internazionale; aumenta-re solidarietà e carità.

È un dato inoppugnabile che il Coronavirus non poteva essere evitato e che la sua virulenza è stata particolarmente forte. Ma è altrettanto inoppugnabile che in questa occasione il Servizio Sanitario Nazionale (al di là dell’ammirazione e del ringraziamento dovuti alla maggior parte dei suoi operatori) ha mostrato tutta la sua fragilità mentre il processo decisionale politico istituzionale ha mostrato tutto il suo stato confusionale. È necessario conservare rispetto anche verso tutti gli uomini politici e titolari di funzioni pubbliche che cercano, in questa grande confusione, di tenere insieme i pezzi di un sistema saltato e che, soprattutto in Lombardia, ha dimostrato delle impreparazioni e debolezze impressionanti. Ma è altrettanto inopinabile che il sistema dovrà rendere conto del perché un Decreto del 31.01.2020 dichiarava lo stato di calamità naturale, e lo diceva già in forte ritardo, mentre le prime deboli azioni difensive si avviavano il 20 febbraio 2020, e il sistema dovrà anche rendere conto di tanti altri ritardi, errori, confusioni, incapacità di comunicazione. Non mi riferisco a responsabili individuali ma di sistema. E, a costo di ricevere una martellata dai vari Pinocchi in libera uscita, come tocca in genere ai grilli parlanti, voglio portare testimonianza che è stato chiaro da tempo, a chi voleva vedere, che il SSN era avviato da una politica sanitaria e della ricerca irresponsabile, verso un disastro, come documento con un mio articolo del 1997.

Questa nota nacque come risposta alla serie di domande che Roberto Iotti riassunse poi in un efficace articolo sul Sole 24 ore del 7 novembre 1997 dal titolo: “Vitale: La salute non è solo business”. L’intervista era occasionata da un grave incidente con morti che si era verificato nella camera iperbarica della Clinica Galeazzi.

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