Presentati a Palazzo d’Orlèans, a Palermo, due progetti per la sicurezza della Regione siciliana realizzati con i fondi del Pon legalità. Il primo per la videosorveglianza, il secondo proposto da Agea chi si chiama Criminal Focus Area. “Un primo passo verso una più seria solida collaborazione interistituzionale per garantire agli imprenditori di potere vivere la propria azienda senza timore di essere sopraffatti da bande di malviventi cose che purtroppo accadono ancora nonostante il massiccio intervento delle forze dell’ordine”, ha spiegato il presidente della Regione, Nello Musumeci, nella rinnovata Sala Alessi che ha ospitato la sua prima conferenza stampa.
Il progetto della Regione: rafforzare i presidi di legalità
Il progetto della Regione (da 30 milioni di euro) vuole rafforzare i presidi di legalità sia di aree a particolare vocazione produttiva sia di aree rurali di particolare rilevanza per lo sviluppo sostenibile. Il progetto prevede l’implementazione di soluzioni tecnologiche per il monitoraggio delle aree a maggior tasso di fenomeni di illegalità, per creare le condizioni per un controllo diffuso e capillare del territorio anche tramite la videosorveglianza e si concentra anche sulle alle aree industriali con specifico focus sulle ex province di Catania (Z.I. CT) e Caltanissetta (Z.I. Caltanissetta- Calderaro, San Cataldo e Settore Nord 2 e Nord-Est di Gela), in coerenza con il “Protocollo di Intesa per la realizzazione di azioni nei settori della Legalità e sicurezza da finanziare con le risorse attribuite dalla Regione Siciliana per il ciclo 2014-2020 PON Legalità”.
L’aiuto dei dati
Il progetto di Agea criminal focus vuole valorizzare la base dati che detiene l’agenzia detiene per fini istituzionali. “Una base informativa territoriale vastissima”, ha spiegato Silvia Lorenzini, direttore area coordinamento di Agea e responsabile del progetto Criminal Focus Area, “il dato dal 2015 ha assunto anche una dimensione visiva e permette di costruire correlazioni e permette di agevolare il governo delle correlazioni territoriali. Abbiamo voluto mettere a disposizione i nostri dati ad altri enti”. Un sistema che consente anche di avere una visione storica dei dati in maniera tale che le analisi rendano evidenti cosa accade nel territorio e sviluppando anche possibilità predittive. “Il progetto crescerà perché ha bisogno di evolvere e deve diventare uno strumento e deve crescere con la sensibilità delle amministrazioni e delle forze della polizia”, ha concluso.
“Sono due progetti che si integrano e si parlano, si tratta di un finanziamento alla collettività, alle filiere agricole e agli imprenditori”, ha aggiunto Valentina D’Urso, direttore della segreteria tecnico amministrativa dei fondi Ue e dei Pon del Dipartimento della pubblica sicurezza del ministero dell’interno, “abbiamo messo a terra 76 progetti in Sicilia per circa 98 milioni di euro e toccano la sicurezza, inclusione sociale, recupero beni confiscati e rafforzamento degli apparati di contrasto e prevenzione”.

