Smart working prioritario, permessi retribuiti per esami e cure mediche, congedi per lavoratori che convivono con patologie oncologiche, croniche o invalidanti: sono tante le novità che interesseranno coloro che usufruiscono della legge 104 – per le persone con disabilità e per chi se ne prende cura – dal 2026.
Le nuove disposizioni – che non interesseranno tutti ma solo specifiche categorie di lavoratori – sono contenute nella norma 106/2025, pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso luglio.
Legge 104, congedo e smart working prioritario, cosa cambia nel 2026
Secondo la nuova normativa, dal 2026 i lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti o croniche, che comportino un grado di invalidità pari o superiore al 74% potranno accedere a un periodo di congedo – “continuativo o frazionato” – fino a un massimo di 24 mesi, cioè due anni, e dopo tale periodo avranno diritto all’accesso prioritario allo smart working. Il lavoro agile verrà concesso senza demansionamenti per i lavoratori rientranti nella nuova legge e qualora la prestazione lavorativa richiesta lo permetta.
Chi può ottenere il congedo di due anni
La nuova normativa per chi usufruisce della Legge 104 permette l’accesso a un periodo di congedo di 24 mesi – continuativo o frazionato – per i lavoratori dipendenti del settore pubblico o privato con invalidità pari o superiore al 74%. Si tratta di un congedo non retribuito, durante il quale il lavoratore conserva il posto di lavoro ma non può svolgere alcun tipo di attività lavorativa.
Nel testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale si specifica che “il congedo è compatibile con il concorrente godimento di eventuali altri benefici economici o giuridici e la sua fruizione decorre dall’esaurimento degli altri periodi di assenza giustificata, con o senza retribuzione, spettanti al dipendente a qualunque titolo”.
Il periodo di congedo non è computato né nell’anzianità di servizio né ai fini previdenziali, ma si può chiedere il riscatto del periodo interessato attraverso il versamento dei relativi contributi.
Dieci ore all’anno in più di permessi retribuiti, a chi spettano
Agli stessi lavoratori – con malattie invalidanti, croniche e con invalidità pari o superiore al 74% – spetteranno, previa prescrizione del medico di medicina generale o di un medico specialista operante in una struttura sanitaria pubblica o privata accreditata – anche a 10 ore in più di permesso retribuito. Ore che si aggiungono ai già previsti 3 giorni mensili previsti per la legge 104. C’è una regola: le ore aggiuntive di permesso vanno usate per “visite, esami strumentali, analisi chimico-cliniche e microbiologiche nonché cure mediche frequenti”.
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