Aristotele (384-322 a.C.), nell’Etica Nicomachea, ricordava che “La politica è l’arte di governare la Cosa pubblica”, “L’economia è lo scambio che riguarda la moneta, che misura il prezzo delle cose”. “La legalità si fonda sul diritto” e “sul rovescio”, diceva il compianto Enzo Biagi.
Agostino di Tagaste (354-430 d. C.), vescovo di Ippona, fondava l’Etica nell’alternanza fra egoismo ed altruismo.
Niccolò Machiavelli, pubblicando Il Principe nel 1532, si poneva il dilemma “S’elli è meglio essere amati che temuti”. In ogni caso, affermava “Il principe deve ruggire come un leone”, il che significa che chi ha il dovere di governare non deve preoccuparsi delle critiche, degli avvoltoi e di coloro che tirano il lenzuolo dal loro lato.
Nel 1748, il barone Charles-Louis de Secondat di Montesquieu pubblicò L’esprit des lois, un capolavoro nel quale affermava una cosa ovvia, ma quasi mai seguita dai moderni Stati, cioé che i poteri legislativo ed esecutivo devono essere separati, perché la commistione fra i due crea mal governo.
Adam Smith (1723-1790), nel 1776 pubblicò un altro capolavoro, La ricchezza delle Nazioni, nel quale affermava che è sempre necessario far prevalere l’interesse generale su quello di parte.
François-Marie Arouet, detto Voltaire (1694-1778 ), nel 1763 pubblicò il Trattato sulla tolleranza, un altro capolavoro contro l’ignoranza e contro i supponenti che pensano di avere sempre ragione alzando la voce e cercando in ogni momento di prevaricare gli altri.
Jean-Jacques Rousseau (1712-1778), nel 1755, pubblicò Il discorso sull’origine della disuguaglianza tra gli uomini, ribadendo che essa costituisce il dirupo di una società nella quale prevalgono privilegi ed egoismo.
James Madison (1751-1836), quarto presidente degli Stati Uniti, partecipò, nel 1787, alla stesura della Costituzione federale, nella quale è evidenziato il rispetto dei principi dell’Etica, sulla quale si deve formare la gestione della Cosa pubblica.
Vi è poi la Dichiarazione americana dei diritti e dei doveri (Bill of Rights), che è inserita nella Costituzione americana. Ricordiamo che in quel Paese la schiavitù venne abolita solo nel 1865, con l’approvazione del Tredicesimo Emendamento.
Alexis de Tocqueville (1805-1859) – il magistrato francese che stette due anni negli Stati Uniti, pubblicando La Democrazia in America (1835-1840) – stabilì alcune regole della stessa: “Il valore come bene inteso”, “L’uguaglianza delle condizioni”, “Il livello di istruzione”, “Il rispetto del principio fondamentale della libertà”.
Perché abbiamo fatto questa rassegna dei grandi pensatori degli ultimi venticinque secoli? Perché il valore dell’Etica dovrebbe dominare qualunque Comunità, piccola o grande, mentre spesso prevalgono interessi di parte, egoismi e prevale la ragione della forza e non la forza della ragione.
Tutto quanto precede non è bene osservato in Europa, la quale, allargandosi a ventisette Stati membri, non ha fatto un buon affare perché ha messo insieme in maniera caotica e disordinata gente che non aveva nulla in comune. L’Europa si doveva allargare, ma prima doveva costituire un nucleo saldo fondato su principi essenziali che di seguito vi elenchiamo.
Innanzitutto si doveva stabilire un sistema democratico come in qualunque altro parlamento, secondo il quale le leggi europee, chiamate Regolamenti, in relazione alla loro importanza si potevano approvare a maggioranze di diverso tipo: assolute, relative, qualificate, eccetera; giammai all’unanimità, dove basta un solo voto contrario per non approvarle.
È vero che negli anni Duemila si è costituita la moneta unica, cioè l’Euro, ma questo strumento non basta a tenere insieme i popoli che compongono l’Ue. Bisognava unificare il sistema fiscale per evitare gli attuali privilegi di Olanda, Irlanda e Lussemburgo; bisognava unificare la difesa staccandosi dal “padrone” Usa e alleandosi dopo con gli Stati Uniti; bisognava unificare il sistema dei trasporti; predisporre il sistema unico delle reti pubbliche materiali e immateriali e unificare le leggi europee di vario tipo, cui uniformare le leggi nazionali.
Tutto ciò non si è fatto con la conseguenza che l’Europa non ha un’Etica comune e non è una vera unione, mentre è proprio l’Etica che dovrebbe governarla.

