Fatti

Libri, editoria siciliana da due anni in attesa dei ristori

PALERMO – Due anni di attesa e adesso la promessa che tutto si risolverà entro qualche mese. Le case editrici siciliane, un’importante filiera culturale che coinvolge diverse figure professionali e tante aziende, attendono dal 2020, primo anno della pandemia, quei ristori che la giunta regionale aveva inizialmente destinato – circa 1,5 milioni di euro – proprio per sostenere il comparto nei mesi del blocco totale causato dalla pandemia, quando la produzione si era fermata e le spese continuavano a esserci. Poi una serie di complicazioni, di conflittualità e di rimpalli di responsabilità tra uffici, assessorati e organi della Regione, mentre il mondo dell’editoria isolana continuava a pressare con note e documenti, chiedendo il medesimo trattamento che altri comparti produttivi avevano già ricevuto.

L’ultimo atto si è consumato qualche settimana fa con l’appello di una trentina di case editrici siciliane che hanno sintetizzato, in una nota, le lungaggini del processo di concessione dei ristori. A quel punto la risposta degli uffici regionali è stata rassicurante. “Ci sono state fornite delle scadenze abbastanza precise – ha spiegato Ottavio Navarra, della casa editrice Navarra Editore, al QdS – e quindi entro marzo dovrebbe esserci il bando di ammissione al beneficio e poi la liquidazione delle somme entro maggio”.

Per dare una dimensione di quei tre mesi di “paralisi totale” – come definiscono Francesco Armato e Nicola Leo, editori de Il Palindromo, il periodo marzo/maggio 2020 – ci sono i dati Istat che poi allargano l’analisi alle criticità di tutto un periodo condizionante per la filiera del libro, che comprende anche tantissimi freelance del settore editoriale – come grafici e traduttori –, tipografie e, ovviamente, librerie.

Nel corso del 2020, quasi la metà dei piccoli editori (43,2%) ha fatto ricorso alla cassa integrazione per il proprio personale, percentuale che cresce nei medi (79,1%) e nei grandi (88,6%). Gli eventi sono saltati o contingentati, e non solo le presentazioni, ma anche le fiere del libro e i grandi appuntamenti. Circa il 75% del totale delle case editrici ha visto cancellazioni o sospensioni partecipazioni a saloni/festival letterari, una percentuale che sale fino all’83% se si fa riferimento alle presentazioni al pubblico.

“È stato un periodo difficile per tutto il comparto – hanno aggiunto Armato e Leo – soprattutto perché, a fronte di un azzeramento della produzione di titoli per un certo periodo, comunque c’erano le uscite di cassa, cioè avevamo comunque da pagare i conti”. In questo clima, 8 editori su 10, considerando l’intero comparto, hanno rinviato le nuove uscite editoriali, ma si sono anche impegnati per trovare nuove forme e modalità di vendita.

“Abbiamo trovato delle soluzioni creative per andare avanti – ha spiegato Ottavio Navarra – e di certo continueremo a fare rete per potenziare il lavoro culturale in Sicilia, che consideriamo fondamentale anche per la presenza di una bella filiera della microeconomia che si sviluppa nonostante la crisi”. A fronte delle gravi criticità, gli editori hanno potenziato i propri canali di vendita online – il 56,4% delle imprese a livello nazionale – e anche ampliato l’offerta di opere in formato digitale (29,2%). Fondamentali poi, sono state le reti con le librerie indipendenti per la vendita e consegna di libri a domicilio – la metà dei piccoli e medi editori hanno scelto questa strada – e anche gli eventi di promozione della lettura con interazione dei lettori attraverso i social o il proprio sito internet (42,8% di tutte le case editrici).

Un lavoro, quello dell’editore in Sicilia, che forse è più difficile che altrove, considerando che gli indici Istat sulla lettura piazzano l’Isola sempre agli ultimi posti. Eppure il settore è in fermento: al di là del gruppo formato dai trenta editori che hanno sottoscritto l’appello alla Regione, c’è già un’associazione costituita che punta a diventare un riferimento per il comparto. “Abbiamo tante case editrici giovani che lavorano in Sicilia con qualità e varietà – ha concluso Navarra – e crediamo che la cooperazione tra realtà che operano nello stesso settore possa essere fondamentale per la crescita dell’intero comparto”. Ai lettori l’ardua sentenza.

Aie: nel 2021 tornano a crescere le vendite

Alla fine di gennaio l’Associazione italiana editori ha pubblicato un monitoraggio relativo all’editoria nel secondo anno di pandemia, evidenziando come “l’editoria di varia (libri a stampa di narrativa e saggistica venduti nelle librerie fisiche, online e grande distribuzione organizzata) raggiunge gli 1,701 miliardi di euro di vendite a prezzo di copertina, per 115,6 milioni di copie (ben 18 milioni in più del 2020), in crescita rispettivamente del 16% e del 18% rispetto all’anno precedente”. Numeri di reazione per un comparto che ha saputo reinventarsi proprio nei due anni della crisi e dei blocchi, anche se “il futuro – ha spiegato il presidente dell’Associazione italiana editori (Aie) Ricardo Franco Levi – non è privo di incognite. In positivo, la conferma delle misure pubbliche di sostegno e l’attesa per la nuova legge di sistema per il libro. Ma c’è l’emergenza della carta, per prezzi e disponibilità, e permane il pesante impatto della pirateria. Inoltre alcuni settori, come l’editoria d’arte e di turismo, soffrono ancora molto gli effetti della pandemia”. Tra le novità più interessanti, c’è anche la corsa degli audiolibri passati da 17,5 milioni di euro (valore degli abbonamenti) a 24, in crescita del 37%.