Libri, editoria siciliana da due anni in attesa dei ristori - QdS

Libri, editoria siciliana da due anni in attesa dei ristori

Rosario Battiato

Libri, editoria siciliana da due anni in attesa dei ristori

venerdì 04 Febbraio 2022

Appello di una trentina di case editrici, la Regione assicura che entro maggio verranno liquidati i contributi. Nel corso del 2020 quasi la metà dei piccoli editori ha fatto ricorso alla Cig

PALERMO – Due anni di attesa e adesso la promessa che tutto si risolverà entro qualche mese. Le case editrici siciliane, un’importante filiera culturale che coinvolge diverse figure professionali e tante aziende, attendono dal 2020, primo anno della pandemia, quei ristori che la giunta regionale aveva inizialmente destinato – circa 1,5 milioni di euro – proprio per sostenere il comparto nei mesi del blocco totale causato dalla pandemia, quando la produzione si era fermata e le spese continuavano a esserci. Poi una serie di complicazioni, di conflittualità e di rimpalli di responsabilità tra uffici, assessorati e organi della Regione, mentre il mondo dell’editoria isolana continuava a pressare con note e documenti, chiedendo il medesimo trattamento che altri comparti produttivi avevano già ricevuto.

L’ultimo atto si è consumato qualche settimana fa con l’appello di una trentina di case editrici siciliane che hanno sintetizzato, in una nota, le lungaggini del processo di concessione dei ristori. A quel punto la risposta degli uffici regionali è stata rassicurante. “Ci sono state fornite delle scadenze abbastanza precise – ha spiegato Ottavio Navarra, della casa editrice Navarra Editore, al QdS – e quindi entro marzo dovrebbe esserci il bando di ammissione al beneficio e poi la liquidazione delle somme entro maggio”.

Per dare una dimensione di quei tre mesi di “paralisi totale” – come definiscono Francesco Armato e Nicola Leo, editori de Il Palindromo, il periodo marzo/maggio 2020 – ci sono i dati Istat che poi allargano l’analisi alle criticità di tutto un periodo condizionante per la filiera del libro, che comprende anche tantissimi freelance del settore editoriale – come grafici e traduttori –, tipografie e, ovviamente, librerie.

Nel corso del 2020, quasi la metà dei piccoli editori (43,2%) ha fatto ricorso alla cassa integrazione per il proprio personale, percentuale che cresce nei medi (79,1%) e nei grandi (88,6%). Gli eventi sono saltati o contingentati, e non solo le presentazioni, ma anche le fiere del libro e i grandi appuntamenti. Circa il 75% del totale delle case editrici ha visto cancellazioni o sospensioni partecipazioni a saloni/festival letterari, una percentuale che sale fino all’83% se si fa riferimento alle presentazioni al pubblico.

“È stato un periodo difficile per tutto il comparto – hanno aggiunto Armato e Leo – soprattutto perché, a fronte di un azzeramento della produzione di titoli per un certo periodo, comunque c’erano le uscite di cassa, cioè avevamo comunque da pagare i conti”. In questo clima, 8 editori su 10, considerando l’intero comparto, hanno rinviato le nuove uscite editoriali, ma si sono anche impegnati per trovare nuove forme e modalità di vendita.

“Abbiamo trovato delle soluzioni creative per andare avanti – ha spiegato Ottavio Navarra – e di certo continueremo a fare rete per potenziare il lavoro culturale in Sicilia, che consideriamo fondamentale anche per la presenza di una bella filiera della microeconomia che si sviluppa nonostante la crisi”. A fronte delle gravi criticità, gli editori hanno potenziato i propri canali di vendita online – il 56,4% delle imprese a livello nazionale – e anche ampliato l’offerta di opere in formato digitale (29,2%). Fondamentali poi, sono state le reti con le librerie indipendenti per la vendita e consegna di libri a domicilio – la metà dei piccoli e medi editori hanno scelto questa strada – e anche gli eventi di promozione della lettura con interazione dei lettori attraverso i social o il proprio sito internet (42,8% di tutte le case editrici).

Un lavoro, quello dell’editore in Sicilia, che forse è più difficile che altrove, considerando che gli indici Istat sulla lettura piazzano l’Isola sempre agli ultimi posti. Eppure il settore è in fermento: al di là del gruppo formato dai trenta editori che hanno sottoscritto l’appello alla Regione, c’è già un’associazione costituita che punta a diventare un riferimento per il comparto. “Abbiamo tante case editrici giovani che lavorano in Sicilia con qualità e varietà – ha concluso Navarra – e crediamo che la cooperazione tra realtà che operano nello stesso settore possa essere fondamentale per la crescita dell’intero comparto”. Ai lettori l’ardua sentenza.

Aie: nel 2021 tornano a crescere le vendite

Alla fine di gennaio l’Associazione italiana editori ha pubblicato un monitoraggio relativo all’editoria nel secondo anno di pandemia, evidenziando come “l’editoria di varia (libri a stampa di narrativa e saggistica venduti nelle librerie fisiche, online e grande distribuzione organizzata) raggiunge gli 1,701 miliardi di euro di vendite a prezzo di copertina, per 115,6 milioni di copie (ben 18 milioni in più del 2020), in crescita rispettivamente del 16% e del 18% rispetto all’anno precedente”. Numeri di reazione per un comparto che ha saputo reinventarsi proprio nei due anni della crisi e dei blocchi, anche se “il futuro – ha spiegato il presidente dell’Associazione italiana editori (Aie) Ricardo Franco Levi – non è privo di incognite. In positivo, la conferma delle misure pubbliche di sostegno e l’attesa per la nuova legge di sistema per il libro. Ma c’è l’emergenza della carta, per prezzi e disponibilità, e permane il pesante impatto della pirateria. Inoltre alcuni settori, come l’editoria d’arte e di turismo, soffrono ancora molto gli effetti della pandemia”. Tra le novità più interessanti, c’è anche la corsa degli audiolibri passati da 17,5 milioni di euro (valore degli abbonamenti) a 24, in crescita del 37%.

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