La Mondello Immobiliare Italo Belga ha goduto di coperture all’interno delle istituzioni? Leggendo le 19 pagine di relazione della commissione regionale Antimafia è questa la domanda che viene da porsi.
L’organismo dell’Ars, guidato da Antonello Cracolici, ha presentato oggi il risultato dell’indagine avviata in seguito alla denuncia del deputato Ismaele La Vardera circa la presenza di soggetti legati da vincoli di parentela a Salvatore Genova, per tanti anni reggente del mandamento mafioso di Resuttana-San Lorenzo e nel cui passato ci sono anni di carcere al 41 bis e l’anno scorso una nuova condanna in primo grado a 18 anni.
La Vardera nei mesi scorsi è stato ascoltato in Antimafia dove ha raccontato ciò che aveva scoperto precedentemente: l’attenzione del deputato di Controcorrente si era infatti in principio concentrata sulla modalità di controllo degli accessi nei lidi balneari della nota località palermitana. La presenza dei tornelli e l’occupazione degli spazi da parte della società concessionaria aveva fatto divampare la polemica.
A ciò si è poi aggiunto il sospetto che la Mondello potesse essere in qualche modo infiltrata da Cosa Nostra.
Mondello Immobiliare Italo Belga, accesso alle spiagge e assenza di controlli
Che a guidare gli stabilimenti balneari sia da decenni la Mondello Immobiliare Italo Belga a Palermo lo sanno tutti. La spiaggia, inoltre, è tra le più frequentate dai turisti. Tuttavia, si direbbe che nel corso degli anni sia stata pressoché esentata da ispezioni.
“La commissione ha appreso per bocca del direttore generale del dipartimento Ambiente che il competente assessorato ha affidato la vigilanza sulla conformità delle concessioni alla Capitaneria di Porto e alla Guardia di Finanza – si legge nella relazione – Ha appreso inoltre che gli enti da ultimo citati effettuano in media seimila controlli l’anno. Non può non suscitare grande stupore, dunque, l’aver appreso che per quanto attiene alla società Mondello Immobiliare Italo Belga non risultano agli atti ulteriori verifiche effettuate antecedentemente al mese di agosto 2025”. Una sproporzione che risulta difficilmente spiegabile: “Ciò invita ad interrogarsi sui criteri in base ai quali vengono posti in essere i controlli stessi”.
Richieste di documentazione antimafia con il contagocce
Un altro aspetto finito sotto la lente della commissione Antimafia è quello della frequenza con cui la Regione chiede la documentazione antimafia ai titolari delle concessioni. Quello della Mondello Immobiliare Italo Belga potrebbe essere soltanto un caso tra molti. “È emerso che a fronte di una concessione demaniale che va avanti da 33 anni, la documentazione antimafia è stata richiesta dalla pubblica amministrazione per la prima volta solamente nel 2023”, si legge.
Tempistiche che per la commissione non sono giustificate dal fatto che quando venne rilasciata la prima volta non esisteva ancora l’obbligo di chiedere il nulla osta della prefettura al rilascio delle concessioni. Il problema, in questo caso, è di natura generale. “La formulazione dell’obbligo per la pubblica amministrazione di richiedere la documentazione antimafia prima di stipulare, approvare o autorizzare i contratti e subcontratti, ovvero prima di rilasciare o consentire le concessioni o erogazioni – hanno scritto i deputati – crea una importante lacuna normativa nella misura in cui non è previsto alcun obbligo di richiedere un aggiornamento periodico della documentazione antimafia alla competente prefettura in presenza di contratti di durata o di concessioni che possono avere durata pluriennale o pluridecennale”.
A fronte di ciò la commissione chiede che “l’amministrazione regionale in applicazione di buone prassi amministrative si autodetermini nel senso di procedere a periodica verifica dei requisiti, vieppiù nel caso di concessioni demaniali marittime, settore sovente al centro di attenzioni della criminalità mafiosa in Sicilia e non solo”.
Il coinvolgimento di terzi nella vicenda Mondello
Come nei subappalti dell’edilizia, anche nel mondo delle concessioni demaniali marittime l’affidamento a terzi può rappresentare una piega all’interno della quale possono insinuarsi ingerenze della criminalità organizzata. Il motivo sta nella possibilità di schermare meglio le attenzioni delle autorità.
È quanto potrebbe essere avvenuto, secondo la commissione, anche nel caso della Mondello Immobiliare Italo Belga. Tra i motivi per cui i deputati dell’Antimafia hanno chiesto di revocare la concessione c’è la vicenda che tira in ballo la G.M. Edil, ditta di proprietà di un parente del boss Genova e che figurava tra i dipendenti della stessa Italo Belga.
La G.M. Edil a partire dal 2022 ha ottenuto dalla Italo Belga l’affidamento di servizi per oltre 220mila euro. La società titolare della concessione ha giustificato la scelta di esternalizzare i servizi come un’operazione “di razionalizzazione delle risorse”. “Non risulta tuttavia che la Mondello Immobiliare Italo Belga S.A. abbia richiesto all’amministrazione regionale le prescritte previe autorizzazioni ai sensi dell’art. 45 bis del Codice della navigazione”, si legge nella relazione. L’articolo menzionato prevede che “il concessionario previa autorizzazione dell’autorità competente, può affidare ad altri soggetti la gestione delle attività oggetto della concessione. Previa autorizzazione dell’autorità competente, può essere altresì affidata ad altri soggetti la gestione di attività secondarie nell’ambito della concessione”. Passaggio che la Italo Belga risulta avere fatto solo in materia di pulizia della spiaggia.
“Quanto emerso – conclude la commissione – invita a riflettere sulle attività di controllo che sono state poste in essere al fine di verificare se tra i circa 4mila concessionari che insistono sul demanio dell’Isola non ve ne siano alcuni che abbiano esternalizzato attività oggetto della concessione ad altre imprese che – agendo dietro lo schermo di realtà pulite in possesso dei requisiti atti ad ottenere la documentazione antimafia – godono di importanti benefici economici derivanti dalla gestione di beni demaniali”.
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