L'inaugurazione dell'anno scolastico al Convitto Nazionale "Giovanni Falcone" - QdS

L’inaugurazione dell’anno scolastico al Convitto Nazionale “Giovanni Falcone”

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L’inaugurazione dell’anno scolastico al Convitto Nazionale “Giovanni Falcone”

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lunedì 19 Settembre 2022

Il grande Tricolore che campeggia su un lato del cortile, l’ingresso dei maturati con indosso le toghe sulle note dell’Inno alla Gioia, i visi gioiosi delle matricole, “liberi” finalmente dalle mascherine. E poi tutti con il naso all’insù mentre una poiana volteggia nell’aria quasi a ricordare quel senso di maraviglia e libertà che c’è in ciascuno di noi, per poi posarsi, docile, sul braccio dell’addestratore. E tutti in piedi mentre fra le cinquecentesche mura risuona l’Inno di Mameli, il canto degli italiani. Flash di emozioni a piene mani al Convitto Nazionale “Giovanni Falcone” venerdì 16 settembre per la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno scolastico. A fare gli onori di casa il rettore Cettina Giannino, anche lei, visibilmente emozionata per questa manifestazione che ha fortemente voluto assieme al suo staff. La prima uscita pubblica dopo due anni di stop a causa della pandemia. Una manifestazione dal valore fortemente simbolico visto che il Convitto dal 1999 è intitolato al giudice Giovanni Falcone che in questo istituto, a metà degli anni Quaranta, ha frequentato le elementari.

Tante le autorità civili, militari e religiose presenti, fra cui la professoressa Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso dalla mafia e presidente della Fondazione Falcone, il generale Rosario Castello, comandante della legione carabinieri “Sicilia”, l’assessore comunale all’Istruzione Aristide Tamajo, il provveditore agli studi di Palermo, Luca Gatani e la signora Tina Montinaro, moglie di Antonio Montinaro caposcorta di Falcone ucciso nella strage di Capaci. Presenti anche associazioni di volontariato e terzo settore.

“Oggi – ha detto il rettore Giannino nel suo messaggio di benvenuto – è un giorno importante e non solo perché segna l’apertura delle scuole, ma in quanto è l’avvio di una piena ripartenza dopo anni difficili, in cui la pandemia e la guerra, che ancora minaccia la pace nel mondo e nella nostra casa comune europea, ci impongono di essere ancora vigili e prudenti, ma siamo anche pienamente consapevoli che gli anticorpi al virus, alle guerre e alle intolleranze germogliano proprio nelle scuole. Ho fortemente voluto questa cerimonia simbolica, che ha esattamente lo scopo di segnare un passaggio della vita e di farlo nel modo migliore per rappresentare l’Istituzione e per sottolinearne la peculiarità”. E poi il rettore ha aggiunto: “Il fatto, che nelle società contemporanee occidentali abbiamo perso la ritualizzazione di questi eventi, ha imposto una solitudine nei momenti di passaggio da una tappa archetipa all’altra, passaggio che oggi i nostri alunni stanno vivendo. Questa cerimonia, pertanto, ha una funzione di supporto per i ragazzi, così da farli uscire dall’isolamento di una crisi di passaggio, per festeggiare nella collettività questa tappa fondamentale. Questa magnifica cornice del Convitto ha un valore culturale e simbolico, simbolo appunto della casa di Falcone. Posso comprendere in questo momento l’emozione di Maria Falcone, che ringrazio per la presenza, emozionata nell’immaginare il fratello correre qui in cortile”. E poi rivolgendosi ai 24 maturati ha detto: “A voi maturati non dirò di portarci nel cuore, perché sono certa che quel posto lo abbiamo già conquistato nei tanti anni di permanenza in questa comunità. Molti di voi vi sarete già immatricolati nelle università o avrete intrapreso un percorso professionale diverso, ma oggi non voglio parlarvi dei vostri successi, né voglio parlarvi dei vostri insegnanti e di tutto il personale che quei successi ha contribuito a rendere possibili, perché voglio parlarvi dei vostri sogni, qualunque essi siano, perché il mondo sta aspettando i vostri sogni, sia quelli che porteranno alcuni di voi a diventare degli scienziati, sia quelli che vi porteranno a diventare bravi tecnici, artigiani, artisti o qualsiasi professione farete con passione, interesse, consapevolezza e competenza. Tutti voi contribuirete ad attivare processi di trasformazione per il bene del mondo, e ricordate che gli ingredienti della trasformazione positiva sono la creatività, la costanza, la curiosità, la resilienza e soprattutto il sogno trasformativo. Inseguite i vostri sogni e realizzateli, sia che essi risiedano nell’intelletto dei vostri cervelli, sia che si possano realizzare soltanto attraverso il sapiente movimento delle vostre mani, che comunque saranno sempre guidate dalle conoscenze. Nel perseguire il vostro sogno trasformativo incontrerete non poche difficoltà: in primo luogo la convinzione che nei vari ambiti di vostro interesse non sarete i nuovi Mandela, Steve Jobs o Rita Levi di Montalcini, ma pensate che alla vostra età questi grandi personaggi erano consapevoli di cosa avrebbero fatto e di chi sarebbero diventati? Ognuno può cambiare il mondo da una prospettiva diversa ma non per questo meno significativa, perché il cambiamento non è necessariamente legato a un’impresa titanica, ma può avvenire ovunque e nella vita di ogni giorno. Quando troverete un ufficio inefficiente, voi dovrete essere il futuro dirigente o impiegato, che lo farà funzionare. Quando troverete una terra difficile come la nostra, colma di storture ai limiti della legalità, voi dovrete essere quelle donne e quegli uomini capaci di fare la differenza. Questo vi abbiamo insegnato e questa è l’eredità che lasciamo alle vostre coscienze”. Il rettore poi si è soffermato sulla “prestigiosa e lunga storia del Convitto può vantare di aver formato tanti, tantissimi trasformatori positivi, che hanno realizzato i loro sogni e noi, donne e uomini di questa Istituzione, vogliamo rimanere in questo solco che segna la migliore tradizione. Infatti, i professionisti del Convitto hanno piena consapevolezza di dover coniugare l’innovazione e il cambiamento con la tradizione. Oggi questa festa simboleggia l’orgoglio di un’Istituzione, che coltiva il sogno trasformativo di essere pienamente moderna nel rispetto della sua peculiarità e della sua tradizione, così da svolgere un servizio al nostro Paese”.

Il rettore ha anche avuto parole di apprezzamento per la mostra curata dall’Ansa dal titolo “L’eredità di Falcone e Borsellino” che è stata inaugurata al termine della manifestazione: “L’inaugurazione della mostra sulle figure di Falcone e Borsellino – ha sottolineato il rettore Giannino – ci permette di celebrare idealmente il passaggio delle consegne tra i ragazzi, che ormai maturi e consapevoli ci stanno lasciando dopo anni di formazione, e le matricole della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado, che si apprestano ad iniziare un percorso formativo, culturale e didattico di alto profilo, che il Convitto ha sempre garantito alla città”. Infine ha espresso un ringraziamento particolare al neo direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Giuseppe Pierro “per il prestigioso incarico di guida della scuola siciliana, qui oggi in parte rappresentata”.

Un momento toccante e suggestivo quando ha preso la parola la professoressa Falcone: “E’ per me una grande emozione tornare al Convitto nazionale – ha detto – dove mio fratello cominciò i suoi studi. Il suo sogno fu quello di liberare la Sicilia e l’Italia dalla mafia, anche a costo di sacrificare la sua vita. Per questo invito voi studenti, come ha fatto Giovanni, a realizzare i vostri sogni, i vostri progetti e a ricordare quello che ha fatto anche per voi quel ragazzo al quale oggi è intitolata la scuola dove studiate”.

Subito dopo si è svolta la cerimonia di consegna degli attestati agli studenti che quest’anno hanno raggiunto il traguardo della maturità, con un ideale passaggio di consegne alle matricole dell’istituto. Ventiquattro i “paladini” della cultura che si sono maturati con voti molto alti: undici hanno avuto il massimo dei voti, cioè 100, tre di loro pure la lode. Una classe che ha stupito la commissione d’esami, presieduta dalla preside del liceo scientifico Cannizzaro, Anna Maria Catalano. Ed è stata proprio la preside del Cannizzaro, presente in Convitto, a consegnare gli attestati ai ragazzi. Oltre alla pergamena, a ciascuno di loro il rettore ha donato un braccialetto con una medaglietta (numerata) nella quale è raffigurato il logo storico del Convitto. “Abbiamo salutato i ragazzi che ci lasciano – ha spiegato il rettore Giannino – attraverso un riconoscimento agli studenti che hanno completato il loro ciclo di istruzione superiore. Un modo per dare valore al percorso che hanno intrapreso insieme agli educatori del nostro istituto. La presenza di Maria Falcone e delle istituzioni costituisce uno stimolo ulteriore al nostro lavoro e ai nostri studenti proprio nel solco tracciato da Giovanni Falcone”.

Per i 24 maturati è arrivato quindi il momento di passare idealmente il testimone: si sono tolti la toga e l’hanno consegnata agli studenti del primo liceo. E’ stato poi il momento delle matricole delle prime medie: con coperchi e palette si sono esibiti in una coinvolgente performance ritmico-corale composta dal maestro Giuseppe Mazzamuto molto apprezzata dal pubblico. Applausi anche per Paliddu, la simpatica mascotte dell’istituto: ha fatto il giro del cortile riscuotendo molto successo, soprattutto fra i più piccoli. Ultimo atto della cerimonia: il vice rettore Tiziana Schiavo con voce solenne annuncia il suono della campanella. Immediatamente il trillo inconfondibile risuona in tutto il cortile. E’ il via ufficiale al nuovo anno scolastico. In quel momento il tempo in Convitto sembra fermarsi: in cinquecento anni, dai Gesuiti ai giorni nostri, quella campanella non si è mai fermata. Ha formato migliaia e migliaia di giovani. E la magia continua…

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