Lipari fa ancora i conti con l’emergenza idrica - QdS

Lipari fa ancora i conti con l’emergenza idrica

Lina Bruno

Lipari fa ancora i conti con l’emergenza idrica

sabato 24 Luglio 2021

Il dissalatore, che doveva essere la soluzione, continua a funzionare solo al 50% delle sue possibilità costringendo l’Isola a ricorrere alle navi cisterna nel bel mezzo della stagione turistica

LIPARI (ME) – Il dissalatore doveva essere la soluzione alle emergenze idriche, invece non è ancora possibile per Lipari fare a meno delle navi cisterna. Gli abitanti dell’Isola quasi rimpiangono i serbatoi di accumulo collocati a Monte Sant’Angelo e che hanno lasciato il posto a circa 4mila 200 pannelli fotovoltaici che dovevano servire l’impianto ma mai attivati.

L’impianto ad osmosi inversa di via Canneto Dentro ha presentato presto delle criticità, rilevate anche nel 2017 dall’Ispettorato territoriale del lavoro di Messina partendo da una denuncia fatta da quattro lavoratori dipendenti della Ge Dis scrl, licenziati e non riassunti dalla Sopes srl, capogruppo di un Ati, subentrata nella gestione. A conclusione dei rilievi e sopralluoghi effettuati dagli ispettori per oltre un anno, è stata inviata alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Barcellona e alla Procura generale della Corte dei Conti, una corposa documentazione dove venivano descritte una serie di irregolarità sul numero delle maestranze occupate, sul loro impiego ma anche criticità nel funzionamento dello stesso impianto.

Nella relazione, oltre i presunti responsabili aziendali delle violazione, venivano indicati dirigenti e funzionari regionali che non avrebbero vigilato e contestato le inadempienze. Non è stata quindi una sorpresa la recente rilevazione fatta dalla Corte dei Conti di un danno erariale di quasi due milioni 700mila euro, meraviglia di più che in questi anni, malgrado le denunce ed i rilievi, si è continuato a non porre rimedio a sprechi e disservizi. La contestazione dell’organo di controllo ha coinvolto sindaco e vice sindaco di Lipari, un funzionario del Comune e alcuni dirigenti regionali.

Gli amministratori nelle loro controdeduzioni ed in audizione hanno precisato che “le navi venivano richieste ed autorizzate dal Ministero perché il dissalatore funzionava al 50% e non era in grado sia d’estate che d’inverno a garantire i fabbisogni degli isolani e dei turisti”.

L’importo complessivo annuale dell’appalto per la gestione dell’impianto era di circa 3milioni 200mila euro con un costo della dissalazione per metro cubo di 1,74 euro. La Sopes avrebbe dovuto garantire da contratto un milione 850mila mc di acqua trattata l’anno, ma non si arriva oltre i 4mila mc al giorno.

Eppure il nuovo impianto di dissalazione era stato progettato per una portata di 9mila mc che avrebbe chiuso il capitolo dell’emergenza e del ricorso all’acqua a 14 euro al metro cubo trasportata dalle navi.

Il Comune di Lipari è costretto e rivolgersi ancora, specie nel clou della stagione turistica, alle navi cisterna e il ministero della Difesa è costretto ad autorizzare l’integrazione idrica, mentre il dissalatore continua a funzionare al 50% delle sue possibilità.

Dopo il rilievo della Corte dei Conti, il ministero della Difesa aveva bloccato l’ultima richiesta di rifornimento della nave cisterna della società Marnavi fatta dal Comune di Lipari, attraverso gli uffici regionali, ma davanti alla situazione di emergenza, a fine giugno è stato dato il via libera per l’integrazione di 25 mila tonnellate d’acqua.

Speriamo che vada meglio con il dissalatore di Vulcano entrato in funzione a marzo. Dopo un complesso iter e non poche difficoltà, “finalmente l’isola potrebbe essere completamente autonoma nell’approvvigionamento idrico, sospendendo la fornitura a mezzo nave cisterna, assicurando un rifornimento costante e proporzionato – come ha dichiarato Gaetano Orto vice sindaco di Lipari – in relazione al fabbisogno effettivo dell’isola”.

Sarà la Veolia Wti, società capogruppo dell’Ati che ha realizzato l’impianto, ad occuparsi della gestione. Nelle altre isole dell’arcipelago, l’approvvigionamento idrico, a parte i sistemi di accumulo delle acque piovane, è legato sempre alle navi cisterna con un costo di oltre 14 euro al metro cubo a carico del ministero della Difesa. Il costo dell’acqua prodotta dal dissalatore di Lipari è di poco inferiore a 2 euro al mc ed è a carico per il 40% del Comune e per il rimanente 60% della Regione siciliana.

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