Imprese, la liquidità in Sicilia in tempo di coronavirus - QdS

Imprese, la liquidità in Sicilia in tempo di coronavirus

Imprese, la liquidità in Sicilia in tempo di coronavirus

giovedì 25 Giugno 2020

Secondo l'Istat in Sicilia il 46,3% delle imprese ha fatto richiesta di sostegno alla liquidità. Albanese (Sicindustria): “Siamo intervenuti più volte chiedendo maggior rapidità nelle erogazioni da parte delle banche”

PALERMO – In Sicilia il 46,3% delle imprese ha fatto richiesta di sostegno alla liquidità in seguito all’emergenza relativa al coronavirus. E’ quanto emerge dal rapporto, dell’Istituto nazionale di statistica (Istat), dal titolo: “Situazione e prospettive delle imprese nell’emergenza sanitaria covid-19”.

La nostra regione risulta ottava in questa graduatoria, superata in primo luogo da Liguria e Marche (49,4%), seguite da Toscana e Calabria (48,1%), dalla Provincia autonoma di Trento (47,9%), dal Molise (47,4%) e dall’Umbria (47,2%). Meno richieste si registrano nelle regioni notoriamente più industrializzate come Piemonte e Lombardia (40,9%), Friuli-Venezia Giulia (40,7%), Veneto (36,0%) e soprattutto nella Provincia autonoma di Bolzano che si attesta al 24,6%.

Sull’argomento è intervenuto il vice presidente vicario di Sicindustria, Alessandro Albanese, al quale abbiamo chiesto quali iniziative sta mettendo in atto l’associazione per supportare le imprese siciliane che hanno fatto richiesta di sostegno alla liquidità. “Sicindustria – afferma Alessandro Albanese – è intervenuta più volte chiedendo rapidità nelle erogazioni da parte del sistema bancario. In un momento di crisi eccezionale è infatti impensabile continuare a seguire canali tradizionali. Purtroppo abbiamo registrato gravi ritardi nelle procedure annunciate a sostegno del decreto liquidità. Ma non solo. Le misure economiche italiane si sono infatti rivelate più problematiche di quelle degli altri paesi europei. E questo – ha concluso il vice presidente vicario di Sicindustria – continua ad essere il vero tallone d’Achille per la competitività del sistema Italia”.

Secondo il rapporto Istat, all’interno del panorama nazionale, sono il 42,8% del totale le imprese che hanno fatto richiesta di accesso ad almeno una delle misure di sostegno della liquidità e del credito contenute nel DL 18/2020 e nel DL 23/2020.

Più elevata la frequenza per le imprese di dimensione minore (43,0% di micro imprese) rispetto alle grandi (23,6%), le quali hanno sofferto relativamente meno la mancanza di liquidità.

La percentuale di imprese che hanno inoltrato domanda è nel complesso maggiore al Centro e al Meridione, le zone del Paese in cui si è registrata più esposizione alla mancanza di liquidità, anche se emergono come visto poc’anzi, realtà del Nord come la Liguria e la Provincia autonoma di Trento per una cospicua partecipazione delle micro e piccole imprese.

Le richieste di accoglimento, come dice l’indagine, soffrono di tempi di risposta relativamente lunghi. Al momento dello svolgimento della rilevazione (tra l’8 e il 28 maggio), il 57,4% dei richiedenti era ancora in attesa dell’esito della domanda (58,1% in termini di addetti).

Dalla ricerca dell’Istituto nazionale di statistica, comunque, emerge anche il fatto che oltre un terzo delle imprese che hanno presentato domanda (35,1%), ha ricevuto una risposta positiva; il 6,2% l’ha vista accogliere solo in parte mentre l’1,4% ha avuto esito negativo. L’esito positivo delle richieste di accesso al sostegno di liquidità e credito è stato più elevato nelle classi dimensionali inferiori: 35,1% di piccole e medie imprese contro 22,8% di grandi, con il 65,6% di queste ultime in attesa dell’esito.

La differenza si deve al diverso iter per l’accesso alle varie misure previste. La partecipazione alle misure disposte al sostegno del credito e della liquidità si accentua se il canale bancario costituisce l’unico strumento di sostegno alla liquidità.

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