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L’Italia degli sprechi e delle spese inutili

L’Italia degli sprechi e delle spese inutili
parlamento

Il Parlamento non taglia

Il Parlamento italiano, con le elezioni del 25 settembre 2022, ha ridotto la sua rappresentanza parlamentare a 200 senatori e 400 deputati, circa un terzo in meno del precedente. Ma le due Camere non hanno ridotto proporzionalmente le loro spese, che vengono pagate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze a pié di lista senza entrare nel merito, perché esse godono di una totale autonomia da qualunque altro organismo dello Stato.

Non si capisce la ragione secondo la quale il Parlamento, che vede ridotte le sue prestazioni, non riduca parimenti le sue spese.
Ecco un esempio di spreco che viene dato da un organismo di vertice delle istituzioni che dovrebbe dare l’esempio.

Ma la spesa pubblica è piena di sprechi, con i suoi 1.083 miliardi di uscite (2022), riducendo le quali si potrebbe risparmiare fra il cinque e il dieci per cento e girare tali risparmi a spese per investimenti, che generano lavoro, ricchezza e fanno aumentare il Pil.

Fra gli investimenti è prioritario quello per costruire il Ponte che congiunga Sicilia e Calabria. Molti hanno urlato che un manufatto così costa quattordici miliardi, diffondendo contestualmente menzogna e verità. È verità se si considera tutto quello che serve per costruirlo, che però costerà fra gli undici ed i dodici miliardi; è menzogna se ci si riferisce alla costruzione del solo manufatto, il quale, secondo i calcoli di Webuild, dovrebbe costare 4,5 miliardi. Tutta la differenza serve per espropri, costruzione di raccordi autostradali e ferroviari in Calabria ed in Sicilia ed altro.
Ma poi vi è un’altra verità e cioè che l’importo necessario sarà quasi certamente cofinanziato dai Fondi europei o anche prelevando una parte dai Fondi di sviluppo e coesione (Fsc), e in ogni caso, se il Governo mettesse di proprio qualche somma, non sarebbe una cosa negativa.

Ricordiamo che, in atto, nel Nord del Paese vi sono investimenti per il traforo Genova-Milano (otto miliardi), la linea Torino-Lione (cinque miliardi) ed è stato già appaltato il traforo del Brennero (nove miliardi)
C’è un quotidiano nazionale che, dimenticando ciò che scriviamo, pontifica menzogne su menzogne, perché se ne frega del Sud.
Le spese improduttive favoriscono una piccola minoranza di cittadini/e, i/le quali si arricchiscono indebitamente a scapito della maggioranza. Ciò accade perché la ricchezza si concentra in poche mani, sottraendola a chi invece ne avrebbe diritto.

Cosicché la diseguaglianza fra classi sociali aumenta continuamente e viene meno la funzione di imposte e tasse, le quali invece dovrebbero sottrarre a chi è ricco e dare a chi è povero, in una funzione equilibratrice ed equa, necessaria a una Comunità.

In questo quadro, l’evasione fiscale, stimata da più parti in cento miliardi, contribuisce a questa differenza macroscopica fra classi sociali perché favorisce l’arricchimento di tutti quelli che non pagano neanche un euro di imposte e quindi cumulano ricchezze in modo del tutto illecito, anche in questo caso a scapito di tutti/e i/le cittadini/e, soprattutto di quelli/e meno abbienti.
Spese improduttive ed evasione sono due cancri che l’attuale classe politica affronta in modo non adeguato.

Perché accade quanto precede? La risposta è semplice nella sua enunciazione: la macchina pubblica non è attrezzata per fronteggiare i/le “cattivi/e” cittadini/e che non pagano le imposte.
Non vi è coordinamento fra tutte le amministrazioni dello Stato (centrale, regionali e locali) che, se adeguatamente digitalizzate, potrebbero mettere in luce gli accumuli di ricchezze di coloro che non pagano le imposte raffrontando il loro tenore di vita con i redditi dichiarati.

Vi sono inoltre ritardi di ogni genere, per cui l’imprenditore che si cancella dalla Camera di Commercio, magari iscrivendosi nuovamente sotto altro nome, riesce a evadere non solo le imposte dirette, ma soprattutto l’Iva, la cui evasione ammonta a diverse decine di miliardi.
Tuttavia i difetti sopraindicati si possono debellare, ma occorrono organizzazione, professionalità, competenze ed onestà. Cercansi.