Lo stalking da parte dell’amante abbandonato - QdS

Lo stalking da parte dell’amante abbandonato

Sebastiano Attardi

Lo stalking da parte dell’amante abbandonato

martedì 03 Settembre 2019

Una relazione extraconiugale viene interrotta per iniziativa di lei. L’uomo non accetta la decisione ed iniziano tutta una serie di continue persecuzioni, tra appostamenti, inseguimenti, telefonate, e minacce di far recapitare al marito fotografie compromettenti. A parte il fatto che dette azioni hanno avuto conseguenze penali (violazione dell’art. 612 bis c.p.: cosiddetto stalking), che si sono concluse con il patteggiamento, ne è derivata anche un’azione civile per il risarcimento del danno non patrimoniale (esistenziale e mortale), derivante dalla coartazione del comportamento e delle abitudini di vita che la donna ha dovuto subire. Ed infatti, quest’ultima – coniugata e madre di famiglia – forte della sentenza penale derivante dal patteggiamento, ha instaurato un giudizio civile al fine di vedere condannato l’uomo a risarcire il danno cagionato, consistente nel danno patrimoniale. Il Tribunale – accertata la sussistenza del reato di “atti persecutori” – ha condannato l’ex amante al risarcimento dei danni civili. Infatti, nel corso del giudizio è stato dimostrato come quest’ultimo non solo aveva commesso il reato di atti persecutori, ma esso era stato aggravato dal fatto che il responsabile era legato alla persona offesa da una relazione affettiva. Il colpevole, di fatto, aveva tenuto le seguenti condotte: appostamenti presso il luogo di lavoro della donna e presso l’istituto scolastico delle figlie; in una circostanza – essendosi recato presso il parcheggio del luogo di lavoro della donna e ricevendo il rifiuto a dare spiegazioni sull’interruzione della relazione – inseguiva l’auto di quest’ultima e, facendo lampeggiare i fari della propria auto, la induceva ad accostare sulla strada, picchiando sul finestrino con le mani per farlo abbassare; telefonava alla donna innumerevoli volte al giorno sul telefono cellulare e sul telefono di casa ed infine la minacciava anche di far avere al marito fotografie compromettenti (in atteggiamenti intimi) se non avesse spiegato il perché dell’interruzione della relazione.
Il Tribunale civile, avendo accertato che la condotta dell’uomo è durata sette mesi – riconoscendo, a favore della donna, l’esistenza di un danno morale inteso come sofferenza intima patita in conseguenza delle condotte illecite del responsabile, nonché un danno esistenziale per la modificazione delle abitudini di vita che, suo malgrado, ha dovuto attuare – ha condannato l’ex amante al risarcimento del danno non patrimoniale nella misura complessiva di € 7000,00 (pari ad € 1000,00 per ogni mese), oltre al pagamento delle spese processuali. Meditate amanti abbandonati!

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