Lo stupro di Palermo, Lantieri: "Come umanità abbiamo fallito"

Lo stupro di Palermo, vicepresidente all’Ars Lantieri: “Come umanità abbiamo fallito”

Filippo Calascibetta

Lo stupro di Palermo, vicepresidente all’Ars Lantieri: “Come umanità abbiamo fallito”

Redazione  |
martedì 22 Agosto 2023

Il vicepresidente all'Ars, Luisa Lantieri, riflette sul caso di stupro subito dalla diciannovenne a Palermo al Foro Italico

“In qualità di Vice Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, di donna e madre, desidero esprimere la mia più profonda vicinanza alla giovane ragazza vittima dello stupro del 7 luglio a Palermo. È con un cuore pesante che rifletto sulle profonde cicatrici che atti così crudeli infliggono alle vittime, portando con sé un dolore indelebile che non conosce confini né limiti nel tempo. Chi subisce una violenza sessuale rimane vittima per sempre se è lasciata sola. E mentre questa ferita personale è già abbastanza devastante, diventa ancora più dolorosa quando ci si rende conto che la società spesso non riesce a rispondere adeguatamente. L’indifferenza o il silenzio di fronte a questi atti equivalgono a una complicità che non possiamo permetterci” afferma tramite una nota Luisa Lantieri.

La riflessione di Luisa Lantieri

“È fondamentale che ciascuno di noi si interroghi, comprenda e agisca affinché la cultura dello stupro non trovi spazio nel nostro mondo. Se la politica non si ferma, non si interroga e non agisce dinanzi a questi fatti, allora la politica ha fallito nel suo compito di tutelare e rappresentare la comunità. Se ognuno di noi, come genitori, fratelli, sorelle, amici o compagni di classe, non sente profondamente il dolore inflitto a una figlia, allora come umanità abbiamo fallito – continua il vicepresidente dell’Assemblea Regionale Siciliana -. La cultura dello stupro non può più essere ignorata o minimizzata. Dobbiamo, con coraggio e determinazione, mettere in atto cambiamenti profondi nella nostra società e nel nostro sistema educativo. Parlare con i giovani e spiegare loro la differenza tra ciò che è giusto o sbagliato. Solo così potremo sperare di arginare le ferite che essa provoca e costruire un mondo in cui ogni individuo possa vivere libero dalla paura e dalla violenza.”

Foto d’archivio

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