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NOMI | Scandalo nel settore Logistica catanese, maxi sequestro a Messaggerie: 12 indagati

Redazione
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Scatta il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di oltre 3,8 milioni di euro ai danni di Messaggerie, società leader nel settore della logistica catanese. A disporre il provvedimento, eseguito dalla Guardia di Finanza etnea, è stato il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania.

La società risulta al centro di un caso di presunta bancarotta fraudolenta, che vede protagonisti 12 indagati. Le accuse – a vario titolo – per gli indagati in questione sono di emissione di fatture per operazioni inesistenti (FOI), dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture false, omesso versamento IVA e bancarotta fraudolenta. Per gli indagati, si ricorda, sussiste il principio di presunzione d’innocenza fino alla condanna definitiva.

Messaggerie, il caso di bancarotta fraudolenta e il maxi sequestro

Le indagini – eseguite dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catania mediante attività tecniche, servizi di osservazione, mirate perquisizioni locali, acquisizione ed esame di documentazione contabile ed extra contabile e ascolto di testimoni (una trentina di dipendenti) – sono partite dall’approfondimento della posizione di alcune aziende che avrebbero fornito manodopera e che successivamente sarebbero state poste in liquidazione giudiziale per ingenti debiti erariali e previdenziali.

L’attenzione degli inquirenti si è concentrata sulla società Messaggerie Logistica Sicilia Srl, con sede nella zona industriale di Catania, affidataria di servizi di logistica da parte di rilevanti aziende operanti nella Grande Distribuzione Organizzata della Sicilia e sul reticolo di imprese che operavano in sub- appalto.

Il sistema di frode

Gli approfondimenti eseguiti avrebbero svelato un complesso sistema di frode fiscale attuato mediante la creazione di numerose imprese dedite all’illecita somministrazione di manodopera a favore della società “capofila” – Messaggerie – da utilizzare per assicurare i servizi di logistica appaltati.

Nello specifico, Messaggerie, soggetto giuridico privo di maestranze o con un numero esiguo di dipendenti, prevalentemente dediti a mansioni amministrative, per l’esecuzione dell’appalto, sulla base degli indizi raccolti, avrebbe esternalizzato la forza lavoro, ricevendo nel tempo “servizi di manodopera” dalle altre società coinvolte nella frode, formalmente autonome, ma di fatto riconducibili a un unico dominus.

In tal modo, queste ultime si sarebbero caricate dei debiti erariali e previdenziali, mai versati, connessi al personale alle loro dipendenze e alla fatturazione dei servizi di manodopera “resi”, mentre la “capofila”, destinataria delle fatture per operazioni inesistenti, avrebbe potuto operare senza sostenere l’intero peso dei costi di lavoro dipendente, garantendosi inoltre la maturazione di ingenti crediti IVA non spettanti.

Messaggerie e non solo, le società indagate

Sono otto le società accusate di aver contribuito al mantenimento di questo meccanismo fraudolento, le cosiddette “società serbatoio”. Si tratta di:

  • Service Srl
  • S.T.S. Srls
  • A.T.G. Logistica Srl;
  • A.D. Logistica Srls;
  • Giesse Service Srls;
  • Coopservice F.M. Soc. Coop.va;
  • Just Service Srls;
  • Speed Srls.

Gli indagati

Le società si sarebbero progressivamente avvicendate, trasferendo la manodopera dall’una all’altra e omettendo sistematicamente il versamento dell’IVA e dei contributi. Il centro nevralgico del sistema di frode sarebbe stato Messaggerie, in particolare Susanna Caliò, formalmente dipendente e moglie del rappresentante legale di diritto Fabio Gaetano Valenti. La donna avrebbe svolto un ruolo gestionale e amministrativo di rilievo – in concorso con Valenti e il precedente amministratore Aurelio Valenti – sia all’interno dell’impresa Messaggerie che all’interno delle società serbatoio (in questo caso in concorso con i relativi rappresentanti legali di diritto nella loro veste di “prestanome”).

Gli stessi dipendenti, sentiti dagli inquirenti, avrebbero dichiarato che i formali amministratori delle imprese non avrebbero esercitato alcun potete direttivo o organizzativo in ordine all’espletamento delle loro mansioni e non avrebbero apprestato alcuna reale organizzazione di mezzi per l’esecuzione dei lavori formalmente loro affidati.

Alla luce del complesso delle evidenze acquisite, i contratti di appalto di servizi sono stati qualificati come simulati, in quanto diretti a celare una mera fornitura di prestazione lavorativa da parte delle società “serbatoio”, comportando un giro di fatture per operazioni inesistenti pari a oltre 22 milioni di euro e un’IVA indebitamente detratta per 3,8 milioni di euro.

Il gip, su disposizione della Procura etnea, ha quindi disposto il sequestro preventivo di oltre 3,8 milioni di euro nei confronti della società Messaggerie Logistica Sicilia Srl, corrispondente al profitto tratto dai reati contestati.

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