Una caccia all’uomo proseguita per tutta la notte. Posti blocco disseminati in varie zone della città e della provincia. E poi quelli istituiti anche a Noto, Comune di cui è originario Stefano Argentino, il 27enne collega di università di Sara Campanella – la 21enne uccisa brutalmente da alcuni fendenti al collo e ai polmoni nel tardo pomeriggio di ieri nei pressi del Policlinico di Messina – e adesso al centro di un’indagine per l’omicidio.

Chi era Sara Campanella, vittima dell’omicidio di Gazzi
La ragazza aveva appena terminato il proprio turno di tirocinio nel laboratorio del Policlinico di Messina, dove Sara Campanella, originaria di Misilmeri, provincia di Palermo, era iscritta al corso di laurea di Tecniche di laboratorio biomedico.
I due non erano fidanzati
Pare che Sara Campanella e Stefano non avessero mai avuto alcuna relazione, nonostante le presunte attenzioni morbose da parte dell’uomo si protraessero da oltre due anni. Poi l’ossessione, la folle gelosia e la scelta della 21enne di allontanare il più possibile da sé, secondo quanto raccontano gli inquirenti, il giovane originario della provincia di Siracusa, anche lui iscritto all’Università di Messina nello stesso corso di laurea della ragazza.
Un’amicizia e niente più, sempre secondo il racconto dei carabinieri, che sarebbe stata condita da controllo costante, insicurezze, pressioni e gelosia maniacale. Tutti sintomi che però non pare non avessero messo troppo in allerta Sara.
L’attacco, le urla e i soccorsi
Era in attesa dell’autobus, Sara Campanella, al telefono con la sua migliore amica. Pare che avesse paura, in quanto le attenzioni di Stefano erano diventate ancor più insistenti del solito. Il respingimento di Sara nei confronti del presunto omicida sarebbe il movente dell’omicidio.
Prima le coltellate, poi le urla, la richiesta di aiuto e il silenzio disperato. Gli occhi increduli dei passanti, alcuni anche suoi colleghi appena usciti dal vicino Policlinico. Via quasi in tempo reale al tam tam di notizie all’interno delle chat degli studenti dell’Università di Messina e di quella di Palermo. Amici, conoscenti. Informazioni che si rincorrono e vengono smentite. Addirittura la descrizione dell’omicida, con un preciso identikit dell’abbigliamento.
Il trasporto d’urgenza in codice rosso al Policlinico, a poche centinaia di metri di distanza, non è bastato a salvare la vita di Sara Campanella. Il suo cuore non ha retto all’ingente perdita di sangue, ancora presente sull’asfalto di fronte lo stadio “Giovanni Celeste” di viale Gazzi.
Come Lorena
Una tragica fatalità in un giorno non casuale: proprio cinque anni fa a perdere la vita era stata Lorena Quaranta, altra giovane iscritta all’Università di Messina. Anche lei uccisa dalla furia cieca di un fidanzato che diceva di amarla.
La fuga e il fermo per l’omicidio di Sara Campanella
Dopo l’improvvisa aggressione, raccontano i carabinieri, Stefano Argentino si sarebbe subito dileguato tra le viuzze delle baracche e rioni popolari dell’area. Uno dei fendenti scagliati avrebbe reciso in maniera fatale la giugulare della studentessa. Immediata una vera e propria caccia all’uomo per rintracciare il 27enne, nel frattempo allontanatosi dalla scena del delitto e che le forze dell’ordine temevano potesse togliersi la vita.
Le investigazioni svolte hanno permesso di rintracciarlo a Noto, all’interno della propria abitazione. Stefano Argentino non risultava latitante perché a suo carico non era presente alcun provvedimento. L’arma del delitto non è ancora stata trovata. Per questa ragione proseguiranno adesso le indagini da parte della Procura per ricostruire il rapporto esistente tra i due ragazzi. Le indicazioni fornite al momento derivano in primo luogo da una strettissima amica di Sara, il cui contributo è stato indispensabile per riuscire a ricostruire quanto accaduto nel pomeriggio di lunedì 31 marzo nella zona sud della città.
Il presunto omicida è stato bloccato dai carabinieri di Messina a seguito delle indagini svolte dal magistrato di turno, Alice Parialò. Ulteriori elementi non sono però stati forniti in conferenza stampa da parte delle autorità.
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