in collaborazione con ITALPRESS
“Tutti nasciamo con le emorroidi. Sono tre piccoli cuscinetti all’interno del canale anale che perfezionano la continenza alle feci, incastrandosi fra di loro. Quindi conservare le emorroidi è un vantaggio. La malattia inizia quando le emorroidi fuoriescono all’esterno. Inizialmente avviene solo durante l’evacuazione, successivamente restano all’esterno e non rientrano più. I sintomi possono essere tanti: sanguinamento, bruciore, prurito, oppure forte dolore per giorni se restano, come si dice, strangolate all’esterno con rigonfiamento per edema e trombosi”. Lo ha spiegato all’Italpress il professor Antonio Longo, chirurgo ed esperto di fama mondiale in colon-proctologia e patologie pelviche, inventore dell’intervento per la cura delle emorroidi più diffuso al mondo, perché indolore, e dell’unico intervento per la cura della stitichezza.
“Ho dimostrato – ha aggiunto – che a spingere all’esterno le emorroidi è un prolasso rettale interno che inizialmente, in molti casi, causa una stitichezza caratterizzata da sforzo intenso per evacuare, sensazione di incompleta evacuazione, necessità di evacuare più volte al giorno, meteorismo intestinale”.
“In alcuni casi – ha precisato – specialmente le donne devono ricorrere alla cosiddetta digitazione, perché il prolasso si associa a un rettocele che è una dilatazione del retto. Spesso questi pazienti fanno un uso costante di lassativi, ignorando i gravi squilibri elettrolitici che comportano. Il prolasso rettale interno è la causa di oltre il 90% di stitichezza”.
Quindi è questo prolasso rettale interno che causa sia il problema emorroidario che la stitichezza. Come si cura è presto detto: “I pazienti – ha risposto Longo – possono avere solo il prolasso interno e la stitichezza senza prolasso emorroidario, oppure il prolasso emorroidario senza stipsi. Resecando il prolasso rettale interno, con una tecnica mini-invasiva, senza incisioni chirurgiche, attraverso l’ano, risolviamo il problema delle emorroidi e della stitichezza. Si rimane ricoverati un giorno e la tecnica è praticamente indolore. Dopo 3-4 giorni si possono riprendere le normali attività e non c’è bisogno di medicazioni”.

