L'Ora - Inchiostro contro piombo, serie sul giornale che sfidò la mafia - QdS

“L’Ora – Inchiostro contro piombo”, su Canale 5 la serie sul giornale che sfidò la mafia in Sicilia

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“L’Ora – Inchiostro contro piombo”, su Canale 5 la serie sul giornale che sfidò la mafia in Sicilia

Maria Enza Giannetto  |
mercoledì 08 Giugno 2022

Su Canale 5 la serie ispirata alla storia del giornale "L'Ora", il primo a trovare il coraggio di scrivere la parola "Mafia" in Sicilia. Anticipazioni e dichiarazioni.

“Un gruppo di giornalisti (giornalisti) guidati da un rigoroso e coraggioso direttore del primo giornale che sfidò la mafia con la potenza della parola. Sono molto emozionato, vi confesso, perché credo che sia davvero una delle più belle serie che abbia mai visto”, sono le parole dell’attore Claudio Santamaria, protagonista della serie “L’Ora – inchiostro contro piombo“.

La serie, in onda da oggi, mercoledì 8 giugno, in prima serata su Canale 5, racconta le vicende realmente accadute tra il 1954 e il 1975 ai giornalisti dello storico quotidiano palermitano che, diretto all’epoca da Vittorio Nisticò, ebbe il coraggio di sbattere per la prima volta in prima pagina la parola Mafia.

La serie

La serie, in cinque prime serate su Canale 5, racconta la battaglia contro la mafia di un giornalismo militante e coraggioso. Claudio Santamaria veste i panni di Antonio Nicastro, il direttore mandato da Roma a Palermo per risollevare le sorti di un giornale di partito morente e che riuscirà a trasformare in una vera e propria arma contro la criminalità organizzata.

La figura del protagonista ricalca quella di Vittorio Nisticò, il direttore del tempo che formò una squadra di cronisti d’assalto, pionieri di un giornalismo capace di chiamare la mafia con il suo nome a costo di minacce, attentati e sacrifici umani.

“Spero che la guardiate, che lo facciate numerosi” sottolinea Santamaria sui social. “Mai come in questo momento bisogna imporre questi temi che sono vitali, urgenti e necessari per una società che non dimentica, proprio perché vuole migliorarsi. Per una società animata da verità e giustizia con un’informazione che difende i diritti e la libertà”.

L’Ora – Inchiostro contro piombo, una serie tra realtà e fiction

Liberamente tratta dal romanzo “Nostra Signora della Necessità” del giornalista e scrittore Giuseppe Sottile, la fiction – co prodotta da RTI – Indiana Production, con la sceneggiatura di Ezio Abbate, Riccardo Degni e Claudio Fava e la regia di Piero Messina, Ciro D’Emilio e Stefano Lorenzi – prende spunto dagli eventi realmente accaduti tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta.

Si focalizza su un periodo cruciale per la lotta alla mafia e raccontando una storia non solo giornalistica, ma soprattutto umana: l’epopea di coraggio e sangue di una banda di giornalisti, tutti giovanissimi e impazienti di cambiare le loro vite e quelle del loro Paese, a qualunque costo. Anche la loro stessa vita.

Com’è nata l’avventura della serie

“Per noi – spiegano gli autori- , l’avventura de ‘L’ora’ è iniziata incontrando i pochi sopravvissuti di quella stagione e molti loro racconti, soprattutto gli aneddoti su quel giornalismo di frontiera, sono finiti nella nostra storia. Per fortuna i materiali originali a disposizione sono tanti: libri, interviste, in alcuni casi perfino filmati originali… Come in un family drama, abbiamo raccontato la redazione de L’ora come una famiglia allargata e confusa. Il nostro è infatti un doppio racconto di formazione: da una parte il coming of age di una redazione giovane e ancora inconsapevole nella Palermo del dopoguerra; dall’altra, il coming of age esistenziale di questi giornalisti al primo vero scontro con la vita e con la città. Abbiamo seguito la realtà, cioè i fatti. All’interno di quei fatti, abbiamo dato corpo e voce ai pensieri e ai gesti dei personaggi, quei dettagli di vita che i documenti non ti restituiscono mai”.

“L’Ora – Inchiostro contro piombo”, trama e anticipazioni prima puntata

Antonio Nicastro (Claudio Santamaria) arriva da Roma insieme alla moglie Anna (Silvia D’Amico) per dirigere ‘L’Ora’ di Palermo, giornale del Partito Comunista in crisi di vendite, dove i collaboratori affrontano la loro quotidianità con una certa inerzia e con il timore del licenziamento.

Al fianco di Nicastro, nella riorganizzazione del giornale, c’è il fidato Marcello Grisanti (Maurizio Lombardi), cronista ed ex partigiano. Nicastro comprende subito che le notizie di cui i lettori hanno bisogno sono ben altro rispetto alle lunghe e retoriche veline del Partito e, quando da Corleone arriva l’aspirante cronista Domenico Sciamma (Giovanni Alfieri), ne ha la conferma.

Il ragazzo racconta di un sindacalista scomparso: il quotidiano avrà la volontà di andare a fondo alla notizia? La redazione presto si dimezza e i fedelissimi del partito abbandonano il campo per lasciare spazio ai colleghi più coraggiosi e motivati: il capo redattore cattolico e poeta Giulio Rampulla (Francesco Colella); il cronista di nera e sciupafemmine Salvo Licata (Bruno Di Chiara); la determinata Enza Cusumano (Daniela Marra); Nic Ruscica (Giampiero De Concilio), il fotografo appena sedicenne e, infine, Domenico Sciamma (Giovanni Alfieri), il paesanuzzo pieno di passione e idealismo.

I giornalisti si buttano a capofitto in un’inchiesta per connettere fatti e misfatti accaduti tra Palermo e Corleone, i cui responsabili sono legati al dottor Michele Navarra (Fabrizio Ferracane), medico-chirurgo e padrino molto influente. Alle spalle del vecchio boss scalpita però una nuova mafia ancora più avida e spietata, rappresentata da Luciano Liggio (Lino Musella), lo “scagnozzo” di Navarra che ora sta lavorando alla successione.

La storia del quotidiano L’Ora

Fondato dalla ricca famiglia dei Florio, il primo numero del giornale L’Ora uscì il 22 aprile 1900 con il sottotitolo Corriere politico quotidiano della Sicilia.

Attivo fino al 1992, fu sempre di orientamento progressista (a parte nel periodo fascista). Le inchieste del giornale furono spesso sulla mafia, tanto da subire minacce e da pagare un costo elevato in vite umane con le uccisioni di Cosimo Cristina (ucciso il 5 maggio del 1960), Giovanni Spampinato (ucciso il 27 ottobre del 1972) e Mauro De Mauro (scomparso misteriosamente mentre lavorava sul caso Mattei).

La fama del quotidiano resta legata anche alle prestigiose collaborazioni con giornalisti, artisti e scrittori come Renato Guttuso, Leonardo Sciascia, Salvatore Quasimodo, Felice Chilanti e Giuliana Saladino.

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