Nel 2023 netto calo degli affari ma rispetto al periodo pre covid l'isola sempre in positivo
L’export siciliano continua a vivere di ombre e luci. Da una parte l’ampio recupero rispetto al precovid, dall’altro, il 2023 in forte perdita. Un andamento che non può non destare preoccupazioni: secondo i dati elaborati dall’ufficio studi della Cgia, l’associazione artigiani e piccole imprese di Mestre, nel 2023 l’export siciliano ha raggiunto un valore pari a 13 miliardi e mezzo di euro, con una perdita di oltre 3 miliardi in un solo anno.
Allo stesso tempo, però, la regione rimane ben al di sopra dei valori registrati nel 2019, quando ci si fermava ad appena 9 miliardi. In questi 4 anni, quindi, la Sicilia è cresciuta del 42,9%, ponendosi così al quinto posto della classifica nazionale per crescita percentuale. Lo stesso non vale in termini assoluti, considerato che in tutta Italia l’export ha un valore di poco più di 626 miliardi di euro: l’Isola raccoglie appena il 2% del totale.
Export siciliano indietro rispetto a Lombardia, Emilia Romagna e Veneto
Quella siciliana è una bassa percentuale se si considera che circa il 53% italiano è prodotto dalla Lombardia, che supera i 163 miliardi di euro, l’Emilia Romagna, a 85 miliardi, e il Veneto a quasi 82. Altro dato da non dimenticare, nel 2023 la penisola ha segnato crescita zero, mentre i 3 colossi hanno registrato un lieve aumento dei risultati rispetto al 2023, in Sicilia in un solo anno la perdita è stata del 19,3%, dietro soltanto alla Valle d’Aosta e alla Sardegna. Per macroaree territoriali, il Mezzogiorno è comunque in crescita, al +2,1%, insieme al Nord Ovest al 2,7%, mentre Centro e Nord Est perdono rispettivamente il 3,4% e l’1%. Per provincia, è Siracusa la prima delle siciliane in elenco, al 21esimo posto, con una crescita, tra 2023 e il 20219 del 39,6%.
Export siciliano, Siracusa in 4 anni cresciuta di quasi il 40%
Un risultato che poteva essere nettamente superiore, se non fosse stato in buona parte vanificato dalla perdita, in un solo anno, tra 2022 e 2023, del 31,2%. Bisogna scendere ancora un bel po’ per trovare Catania, che però segnala una crescita costante, non fallata da anni negativi, tanto da confermare una crescita del 32,9%. Un’altra provincia che ha registrato un fortissimo sviluppo delle esportazioni è Trapani, che tra 2022 e 2023 è cresciuta del 24,4%, e dal 2019 ha quasi doppiato i propri risultati, aumentati dell’81,3%. Caltanissetta li ha addirittura quadruplicati: in soli 4 anni la crescita è stata del 410%. A parte le preoccupazioni per i fatturati, rimane altissimo il fascino che il “made in Italy” emana sui compratori esteri, che continuano a considerare i prodotti italiani una garanzia di qualità e di successo.
Export siciliano, il Made in Italy ha ancora un grande fascino sugli stranieri
A livello nazionale, sono principalmente alcuni i settori spingono l’intero l’export italiano, e corrispondono a quelli che molti esperti identificano come le “4A”: ovvero, l’automazione/meccanica, l’abbigliamento/moda, l’alimentare e l’arredo. Negli ultimi anni, sono molte le aziende che hanno deciso di internazionalizzarsi perché hanno colto l’importanza di vendere all’estero per aumentare la marginalità, credendo nel prodotto che rispecchia l’italianità, apprezzata per la qualità, il gusto, il design, la bellezza e la cura dei dettagli.
Ed è per questo che l’Italia, tra i 27 paesi dell’Unione europea, è riuscito a giungere al terzo posto, dopo la Germania, a 1.562 miliardi, e i Paesi Bassi a 866 miliardi. La Germania (74,6 miliardi), gli Stati Uniti (67,3 miliardi), la Francia (63,4 miliardi), la Spagna (32,9 miliardi) e la Svizzera (30,5 miliardi) sono le prime cinque destinazioni delle esportazioni italiane, tanto che questi 5 paesi incidono per il 43% di quelle totali.
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