Intervista di QdS.it a Luigi Ciotta, Presidente di Adoc (Associazione difesa orientamento consumatori) Sicilia e Responsabile della Rete di Ascolto Ludopatia Sicilia
Tra le emergenze sociali dei tempi che stiamo vivendo c’è, senza dubbio, la ludopatia, ovvero la dipendenza patologica dal gioco d’azzardo. Un fenomeno spesso ignorato e in continua crescita, che va arginato con interventi mirati. QdS.it ha voluto approfondire la complessa tematica intervistando Luigi Ciotta, Presidente di Adoc (Associazione difesa orientamento consumatori) Sicilia e Responsabile della Rete di Ascolto Ludopatia Sicilia.
Com’è nata e come opera la Rete di Ascolto Ludopatia
“LaRete di Ascolto Aiutoludopatia, racconta Ciotta, trae origine da un progetto finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico in cui Adoc Sicilia era capofila di un gruppo aggregato di associazioni dei consumatori della Sicilia. Era l’anno 2014, ed il ‘successo’ che l’iniziativa, purtroppo, ha avuto tra i cittadini siciliani, ci ha convinti, anche se nel frattempo i finanziamenti ministeriali si erano esauriti, che smantellare la Rete di Ascolto sarebbe stato tradire le nostre prerogative e la nostra mission: assistere i consumatori, soprattutto aiutando i più deboli a superare problemi così complessi”.
Ma quali sono le iniziative per aiutare i soggetti ludopatici?: “La Rete consta di gruppi specialistici di assistenza in ogni capoluogo di provincia (Psicologo, Legale, Esperti Lavoro, sovraindebitamento, oltreché di dirigenti Adoc, Sicilia Consumatori e Cittadinanzattiva che sono le tre associazioni maggiormente coinvolte). Un numero Verde accoglie le richieste di aiuto. L’operatore di turno smista la chiamata al gruppo di lavoro provinciale riferito al chiamante. Questi sarà direttamente convocato dallo Psicologo per programmare un primo incontro. Sulla base dei riscontri ricevuti si procederà alla costruzione di un percorso di aiuti che, occorre dirlo, non prevede erogazione di denaro”. Un percorso che, come rivela Ciotta, 7/8 volte su 10 inizia grazie ai familiari dei ‘malati di gioco d’azzardo’, che si rivolgono disperati al numero verde.
I numeri della ludopatia in Sicilia
“Rispondo sulla base dei dati in nostro possesso riferiti alle chiamate ad Adoc nel corso del 2019, giacché dall’inizio della pandemia i contatti e gli aiuti sono stati essenzialmente di tipo ‘a distanza’. Nel 2019 abbiamo avuto 987 chiamate. Di queste 804 si sono concretizzate in inizi di terapia programmata. I dati attuali non si discostano poi tanto da quelli pubblicati. La Rete ha valutato complessivamente una media di 5/600 euro al mese per giocatore. Ovviamente un ragazzo spenderà molto meno, un adulto molto di più. Abbiamo avuto casi di persone che hanno perso le case di proprietà.
Un fenomeno, quello della ludopatia, che ha conosciuto una recrudescenza nell’era Covid: “Lo scoppio della pandemia, con le relative limitazioni di movimento e la chiusura delle sale giochi, ha determinato – spiega il Presidente di Adoc Sicilia – un aumento vertiginoso del gioco online. L’aumento, rispetto al 2019, è stato del 60%. Al chiuso delle case internet ha consentito ai soggetti ludopatici di continuare a giocare.
Le istituzioni possono fare di più?
“Si dovrebbero incrementare i controlli che sono insufficienti. Recentemente la Regione Siciliana ha istituito “l’Osservatorio Regionale sul disturbo da gioco d’azzardo”, in cui io sono presente in rappresentanza di tutte le associazioni dei consumatori siciliane. Siamo ancora alle fasi preliminari di conoscenza del fenomeno per poi decidere come intervenire. Le scommesse clandestine sono un cancro non facile da estirpare, perché si annida in ogni quartiere. Le forze dell’ordine fanno, con gli organici carenti, ciò che possono. Poi, ovviamente, occorrono le risorse finanziarie, giacché, è ovvio, solo le buone volontà non bastano a risolvere problemi e situazioni gravissime”
Vittorio Sangiorgi