Mafia, carcere per due esponenti della famiglia dell'Acquasanta

Mafia, indagine sul mandamento dell’Acquasanta: carcere per due esponenti

Mafia, indagine sul mandamento dell’Acquasanta: carcere per due esponenti

Redazione  |
martedì 15 Ottobre 2024

I destinatari del provvedimento erano coinvolti in un'indagine che aveva portato alla denuncia di oltre 100 soggetti ritenuti vicini al mandamento mafioso della Resuttana.

I militari del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Corte d’Appello di Palermo nei confronti di due esponenti della famiglia dell’Acquasanta facente parte del mandamento mafioso della Resuttana, storico quartiere di Palermo.

I destinatari del provvedimento erano stati indagati nell’ambito di un’operazione coordinata dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo che, nel 2020, aveva portato alla denuncia di oltre 100 soggetti che, a vario titolo, avevano commesso, tra gli altri, i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, intestazione fittizia di beni, riciclaggio e autoriciclaggio.

Mafia, carcere per due esponenti della famiglia dell’Acquasanta

Le indagini, culminate con l’arresto di 90 indagati, avevano permesso di accertare come, nel vuoto di potere venutosi a creare a seguito dei numerosi provvedimenti di custodia cautelare che avevano interessato nel tempo il mandamento mafioso di Resuttana, nei territori palermitani dell’Arenella e dell’Acquasanta, si era verificata l’ascesa della famiglia mafiosa Fontana, di cui alcuni esponenti si erano stabiliti a Milano pur mantenendo vivi i contatti col territorio palermitano.

Era, inoltre, emerso che gli ingenti proventi delle condotte criminali realizzate sul territorio palermitano – in parte utilizzati per il mantenimento dei familiari dei detenuti – fossero stati riciclati diversificando gli investimenti, in Sicilia e in Lombardia, in molteplici settori e attraverso l’acquisizione di immobili. Le autorità avevano disposto il sequestro del patrimonio accumulato illecitamente.

Il provvedimento del 14 ottobre

Nella tarda serata del 14 ottobre, la Corte d’Appello di Palermo ha riformato, nei confronti di tre imputati, la sentenza di primo grado del Tribunale di Palermo, ritenendoli responsabili anche di associazione di stampo mafioso. I tre sono stati condannati rispettivamente a 11 anni, 10 anni e 8 anni e tre mesi di reclusione.

Al termine della Camera di Consiglio, su richiesta del Procuratore Generale, la Corte d’Appello di Palermo ha emesso, considerando concreto il pericolo di fuga per due dei tre soggetti ritenuti vicini alla famiglia mafiosa dell’Acquasanta, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. La misura è stata eseguita a Milano dai finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria.

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