di Chiara Greco
ROMA – È scattato all’alba di ieri l’arresto di 38 persone, ritenute appartenenti, a diverso titolo, ad un’associazione a delinquere, facente capo a Salvatore Nicitra, uno degli ex boss della “Banda della Magliana”, che ha negli anni, monopolizzato l’area a Nord della Capitale, assumendo il controllo, con modalità mafiose, del settore della distribuzione e gestione delle apparecchiature per il gioco d’azzardo (slot machine, videolottery, giochi e scommesse on line), imposte con carattere di esclusività alle attività commerciali di Roma e provincia, destinando parte degli introiti all’usura e recuperando, attraverso metodi estorsivi, i crediti derivanti da tale attività.
L’ex boss di Roma Nord è stato anche accusato di aver commesso quattro omicidi allo scopo di consolidare il potere in alcuni quartieri non ancora sotto il suo dominio, in seguito alle confessioni di alcuni pentiti.
C’è un’ordinanza di poco più di 200 pagine che inchioda alle sue responsabilità Nicitra (già da due anni in carcere) e altri del suo clan; un provvedimento frutto di oltre due anni di lavoro investigativo da parte dei carabinieri che hanno smantellato uno “strutturato sodalizio criminale”.
“Gli episodi di violenza – si legge nell’ordinanza a firma del gip Vilma Passamonti – quanto di efferata sopraffazione ricostruiti nell’indagine, l’ampiezza e pervasività del progetto criminale ascrivibile al sodalizio di Nicitra, indirizzato ad ottenere e rimarcare – con singoli reati scopo realizzati con metodi ‘tipicamente mafiosi’ – un vero e proprio controllo del territorio, attestano l’eccezionale pericolosità sociale dei compartecipi, con grave pericolo di reiterazione degli stessi reati e di condotte di pari o maggiore gravità”.
Dalle indagini è emerso che quattro donne ruotavano attorno alla figura del boss: la figlia, la segretaria, la madre e l’amante, accusate di riciclaggio e occultamento di beni ricavati da guadagni illeciti e posti adesso sotto sequestro per un totale di 15 milioni di euro.

