Mafia Villabate, sequestro beni per Terranova e Traina - QdS

Cosa Nostra, dopo l’operazione Luce scatta il sequestro da 500mila euro a Terranova e Traina

Cosa Nostra, dopo l’operazione Luce scatta il sequestro da 500mila euro a Terranova e Traina

Redazione  |
giovedì 18 Maggio 2023

Dallo scorso 26 aprile i due esponenti della mafia di Villabate sono in carcere dopo il blitz contro i vertici del mandamento locale.

Le attività d’indagine finalizzate all’individuazione delle disponibilità economico-imprenditoriali riconducibili a appartenenti all’organizzazione mafiosa Cosa nostra svolte dal Nucleo Investigativo dei carabinieri di Palermo, hanno portato a un sequestro di beni per un valore complessivo di circa 500mila euro a carico di Francesco Terranova e di Vito Traina.

A emettere il provvedimento è stata la locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia.

Cosa nostra, sequestro per Terranova e Traina

Francesco Terranova, soggetto sottoposto a indagini per essere il reggente della famiglia mafiosa di Villabate, indagato nell’ambito dell’operazione Luce, per il reato di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni e riciclaggio, è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto e quindi ad ordinanza di custodia cautelare in carcere lo scorso 26 aprile 2023 ed è attualmente detenuto. In passato era stato condannato definitivamente per il ruolo di vertice che aveva assunto nel contesto associativo villabatese e aveva finito di scontare la pena nel 2021.

Vito Traina, indagato per essere ritenuto affiliato alla famiglia mafiosa di Villabate (PA), sempre nell’ambito dell’operazione Luce, per il reato di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni e riciclaggio, si trova dal 26 aprile 2023 in carcere.

Il provvedimento

Il sequestro riguarda l’impresa individuale intestata a Vito Traina, azienda per la quale gli inquirenti ritengono che sia partecipata occultamente da Francesco Terranova. La ditta operava nel settore del commercio delle pedane in legno, verosimilmente avvalendosi di una posizione di forza legata al ruolo mafioso assunto dagli indagati, ed è considerata dall’autorità giudiziaria impresa mafiosa che operava sul mercato con le modalità di cui all’art. 416 bis comma 7^, in quanto non ammetteva concorrenza ed agiva in regime di monopolio sul comprensorio villabatese.

Sono state sequestrate, pertanto, somme di denaro in contante, nonché un conto corrente e un’impresa individuale intestati a Vito Traina, ma di fatto riconducibile a Francesco Terranova:

  • impresa individuale e relativo patrimonio aziendale, situata a Palermo, con attività commercio all’ingrosso di imballaggi;
  • un rapporto bancario;
  • la somma di 7.600 euro in contanti, trovata a Francesco Terranova, già sottoposta a sequestro all’atto dell’arresto;
  • la somma di 8.100 euro in contanti, trovata a Vito Traina, già sottoposta a sequestro all’atto dell’arresto.

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