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“Mafiosi, convertitevi!”, gli immigrati “fratelli da proteggere”: il legame tra Papa Francesco e la Sicilia

“Mafiosi, convertitevi!”, gli immigrati “fratelli da proteggere”: il legame tra Papa Francesco e la Sicilia
Papa Francesco Gennaro Ferrara

Il Quotidiano di Sicilia ha intervistato Gennaro Ferrara, vicedirettore di Tv2000 e conduttore de “Il Diario di Papa Francesco”

Non si placano le manifestazioni d’amore e d’affetto per Papa Francesco, scomparso lo scorso lunedì 21 aprile 2025, intorno alle 7.35 del mattino, a causa di un ictus che l’ha trafitto poco dopo il risveglio. Via social sono innumerevoli i messaggi di cordoglio e ricordo per il Sommo Pontefice, con i fedeli che continuano ad arrivare a fiotti a Roma in vista dei solenni funerali, in programma sabato 26 alle 10 sul Sagrato con la presenza – ci si aspetta – di oltre 200 mila persone. Tra coloro i quali hanno potuto vivere sin dal principio il Pontificato di Jorge Bergoglio, iniziato nel lontano 2013 e durato ben 12 anni, c’è Gennaro Ferrara, vicecaporedattore di “Tv2000” e conduttore de “Il diario di Papa Francesco“. Il Quotidiano di Sicilia ha intervistato il giornalista salernitano, che ha raccontato in più sfaccettature la figura del Papa argentino e come “Francesco” abbia saputo trasformare la Chiesa Cattolica durante il suo Magistero.

“Il Papa uomo che faceva coincidere pensieri e fatti”

“Gli ultimi giorni sono stati giorni di grande emozione – esordisce Ferrara ai microfoni del QdS – Non possiedo racconti intimi sulla vita di Papa Francesco, non ho avuto mai un incontro a tu per tu con lui. Tuttavia vivo la sua scomparsa come la perdita di un familiare, di un padre, perchè seguirlo ed avere occasione di riflettere per 12 anni sulle sue parole e sui suoi gesti è stata davvero una grande emozione. Me l’ha fatto sentire vicinissimo, proprio come un familiare. Mi è capitato una volta di parlare al telefono con lui: ho avuto la sensazione che fosse una persona che conoscevo da tempo. Era una sua caratteristica mettere subito a proprio agio le persone che incontrava: frequentare il suo pensiero e interrogarsi su esso è una cosa che mi ha segnato. Ciò che pensava è sempre stato coerente con i gesti semplici e coi suoi modi di fare. E’ stata una persona che faceva coincidere vita e pensiero, parole e fatti”.

Papa Francesco e la Sicilia: l’invito a convertirsi ai mafiosi e i viaggi a Lampedusa

Papa Francesco, durante il suo Pontificato, si è recato diverse volte in Sicilia, terra che ha sempre apprezzato nonchè spronato a splendere in tutta la sua meraviglia, annientando cancri apparentemente inestirpabili come la mafia.

“Oltre alla partecipazione alla giornata per omaggiare Padre Puglisi a Palermo nel 2018 – prosegue Ferrara – mi colpirono molto le parole che utilizzò durante la ‘Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime Innocenti di Mafia‘ del 21 marzo 2014 a Roma. Lui si riferì ‘ai grandi assenti, agli uomini e alle donne mafiosi‘, dicendo: ‘Per favore, convertitevi!‘. Mi colpì questa cosa, coerente proprio con la figura di San Francesco che provava a dialogare coi briganti e quando si avvicinava loro li chiamava ‘fratelli briganti’. Nell’invito alla conversione c’èra l’assoluta umanità del Papa, la forza con cui Francesco indicava l’errore di vita ma anche lo strenuo tentativo di rispettare la dignità di ciascuna persona, seppur quest’ultima fosse macchiata di gravi peccati”. A Lampedusa, snodo cruciale dal punto di vista geo-politico dell’immigrazione, Papa Francesco compì il suo primo viaggio dopo aver assunto la guida della Chiesa. “Lampedusa fu il suo primo viaggio, molto simbolico, ricco di gesti. Lì fece sentire tutti come ‘Caino’, replicando la stessa domanda che Dio rivolse allo stesso Caino dopo che questi aveva ucciso Abele: ‘Dov’è tuo fratello?‘. Bergoglio fece riferimento alla globalizzazione dell’indifferenza nei confronti degli immigrati. Lui si riferiva ai fratelli e alle sorelle che rischiano la morte sui barconi per provare a trovare una vita migliore e che per noi tante volte altro non sono che numeri e pericoli per il nostro benessere. Lui credeva che tutti dovremmo sentirci responsabili della vita dei nostri fratelli e considerarci custodi di questa. Il Papa diceva sempre: “Se si vuole vivere da fratelli, le tasche devono essere sorelle”. Ossia, i beni di questa terra non sono di proprietà di chi è nato nella parte più fortunata del mondo, ma qualcosa affidata a tutti e da condividere”.

“Ecco come Papa Francesco ha cambiato la Chiesa: la sua eredità”

Ma in che modo Papa Francesco ha cambiato la Chiesa durante i suoi 12 anni di Pontificato? Gennaro Ferrava lo spiega ai nostri microfoni.

“Possiamo dire che Papa Francesco ha ‘desacralizzato’ la Chiesa – continua – Prima si diceva che il Papa fosse il ‘vicario’ di Cristo, ma questa visione è stata ampiamente superata da Jorge Bergoglio. Con lui è venuta fuori la figura del ‘pastore‘, del pastore che sta con il Popolo. La Chiesa è dei fedeli, è il popolo di Dio: il pastore è il Papa e tutti noi siamo ‘pecore’. Quella di adesso è una Chiesa in cammino, in discernimento: Papa Francesco lascia un Vaticano che sta cambiando, con tanti processi avviati. Quella di oggi è una Chiesa che ha imparato in questi anni ad ascoltare, non per piacere al mondo, ma per cogliere i segni di Dio, del tempo e del bene. Una Chiesa decisamente più in uscita, più aperta, che non ha ancora risolto e chissà se lo farà il dialogo, la tensione e la fatica che comporta la modernità. Francesco lascia una Chiesa che ha trovato metodo ed è diventata più lieta e coraggiosa, in costante cammino”.

“Nuovo Papa sia pastore con l’odore delle pecore”

Dopo la scomparsa di Jorge Bergoglio, è iniziato già il toto-successore. In tanti s’interrogano su chi sarà il nuovo Pontefice e come si potrà sostituire una figura che ha segnato la storia del cattolicesimo come Papa Francesco. “Quali caratteristiche dovrà avere il nuovo Papa? Non spetta a me dirlo, questo sarà compito del Conclave e dello Spirito Santo – conclude Gennaro Ferrara – Ogni Papa, però, ha una forma di continuità e degli aspetti di novità e peculiarità rispetto al predecessore. Personalmente, vorrei tanto che anche il nuovo Pontefice fosse un ‘pastore con l’odore delle pecore‘, come disse Papa Francesco. Spero che il Sommo Pontefice sia uno di noi così com’è stato Francesco. con la capacità di essere allo stesso tempo padre e fratello”.

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