FOTO | A Giancarlo Magnano San Lio l’intitolazione del Coro di notte dei Benedettini - QdS

FOTO | A Giancarlo Magnano San Lio l’intitolazione del Coro di notte dei Benedettini

FOTO | A Giancarlo Magnano San Lio l’intitolazione del Coro di notte dei Benedettini

Ivana Zimbone  |
lunedì 27 Gennaio 2025

Il Coro di notte del monastero dei Benedettini è stato intitolato a Giancarlo Magnano San Lio, il prorettore precedentemente scomparso

Un uomo perbene dalla tormentata ma magnifica esistenza. Un intellettuale che ha messo cultura e sapere a servizio di studenti e curiosi. Un professore che ha saputo coniugare innovazione e umanità, con garbo, gentilezza e rispetto. Così è stato definito Giancarlo Magnano San Lio, professore di Storia della filosofia, già direttore del dipartimento di Scienze umanistiche dell’università di Catania e prorettore dell’ateneo scomparso lo scorso settembre.

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A lui è adesso intitolato il Coro di notte del monastero dei Benedettini, il “cuore” dell’edificio che non smette di incantare catanesi e turisti dal lontano 1558. A ricordarne il sorriso, in fondo alla sala, pure un ritratto realizzato da Dilio Lambertini.

Giancarlo Magnano San Lio e la vita da comprendere senza rassegnazione

Giancarlo Magnano San Lio non è stato soltanto un professore, ma anche un ricercatore e uno studioso della cultura filosofica tedesca contemporanea che ha prodotto oltre 150 libri. A rammentare il suo contributo scientifico – nel corso della cerimonia di intitolazione dei giorni scorsi – è Luigi Ingaliso, professore di Storia della scienza, Storia del pensiero scientifico e Storia ed epistemologia delle macchine di UniCT. “Al liceo un dilemma aveva attraversato il suo animo: matematica o filosofia? Aveva scelto la seconda, ma non aveva messo da arte la prima, riconoscendo le scienze dello spirito e le scienze naturali come necessarie per comprendere l’uomo e se stesso – ha raccontato –. (…) Sposando la definizione infinita e molteplice della vita secondo Dilthey, riteneva che la filosofia fosse un prodotto umano. La sua filosofia della vita aveva dunque un risvolto individuale e un risvolto collettivo: la responsabilità del nostro tempo e delle nostre scelte”.

La filosofia di Magnano San Lio, che dal 9 gennaio 2014 ha ricoperto l’incarico di presidente del Comitato scientifico della Fondazione Etica e Valori Marlù Tregua, è scevra dalla presunzione di comprensione assoluta della realtà. “Seppure scienze dello spirito e scienze della natura cooperino a una comprensione parziale, perché avvengono nella vita, nel mondo – ha continuato Ingaliso – l’enigma della vita va affrontato e per quanto possibile compreso, senza rassegnazione, con la connessione di dinamiche che diano senso alle azioni umane, scopi e valori”. Alla relazione con l’altro, come testimoniato dal professore, il prorettore ha dedicato parte dei suoi sforzi, tanto da essere ricordato come “un costruttore di ponti, un uomo perbene di poche misurate parole, ma profondamente onesto”.

La vicenda giudiziaria, l’assoluzione e la stima profonda di intellettuali e parenti

Della sua onestà alcuni dubitarono dopo il suo coinvolgimento nell’inchiesta “Università bandita”, sui presunti concorsi truccati. La sua assoluzione è arrivata soltanto post mortem: “Per l’occasione ho ricevuto un numero incredibile di messaggi di felicitazioni – ha fatto sapere Marina Paino, professoressa di Letteratura italiana contemporanea di UniCT e direttrice del dipartimento di Scienze umanistiche –. (…) Era stimato e voluto bene da tutti. Erano rassicuranti la sua profonda cultura, la sua pacatezza, la sua attenzione agli studenti, la sua riservatezza. Un emerito della Sapienza ha inaspettatamente chiamato per ringraziare l’ateneo di quest’iniziativa che onora degnamente la figura di studioso e di uomo di Giancarlo, apprezzato pure dall’Accademia dei Lincei”.

La direttrice del Disum avrebbe voluto proporlo come titolo di professore emerito al compimento dei vent’anni di ordinariato, a cui per poco non è arrivato. “Nonostante non gliel’avessi detto, l’aveva capito e mi diceva: ‘Ma stai buona, non devo fare carriera come emerito’. Adesso gli è toccato di divenire parte di questo edificio, con il suo sorriso che troneggerà dal fondo della sala del Coro – ha aggiunto Paino all’evento di intitolazione –. Verrà a trovarlo la nipotina Ludovica, che a tre mesi assiste alla seconda cerimonia pubblica per il nonno. E verrà a trovarlo il piccolo ‘Giancarlino’ in arrivo, che sentirà tutto il peso del nome del nonno. Ma non preoccuparti ‘Giancarlino’, tuo nonno era anche leggero, presente e defilato, come quel palloncino azzurro rimasto impigliato durante il tuo gender reveal, mentre tua nonna, tua mamma e tua zia esultavano”.

A chiudere la cerimonia le parole della moglie Rossella, che ha sintetizzato l’esistenza di “un figlio che ha reso orgogliosi i genitori (…), di un fratello che rappresentava un solido punto di riferimento (…), di un padre perfetto (…), di un marito che non ha mai mancato un appuntamento (…), che ha sempre avvicinato gli uni agli altri e che, nonostante le difficoltà – alcune ingiuste – è sempre stato mosso dalla ricerca di verità autentica”.

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