Makari 2 in prima serata il 7 febbraio, le rivelazioni di Domenico Centamore - QdS

Makari 2 in prima serata il 7 febbraio, le rivelazioni di Domenico Centamore

Makari 2 in prima serata il 7 febbraio, le rivelazioni di Domenico Centamore

web-dr |
venerdì 21 Gennaio 2022

Domenico Centamore si racconta al QdS, da Incastrati a Makari 2, è oggi tra i personaggi più amati dagli italiani. Scopriamolo insieme

Dall’1 gennaio 2022 Ficarra e Picone sono su Netflix con la prima serie dal titolo “Incastrati”. La serie è stata premiata dagli abbonati che adesso invocano a gran voce la seconda stagione. 

Nel cast anche Domenico Centamore che, alla sua seconda volta in un set dei registi siciliani, veste i panni di Primo Sale, destreggiandosi al meglio in un ruolo comico. 

L’attore siciliano è conosciuto dal pubblico oramai affezionato per i tanti personaggi che in ventuno anni di carriera ha interpretato diretto da registi quali Marco Tullio Giordana, Matteo Garrone, Paolo Sorrentino, Giuseppe Tornatore, Pif e Francesco Munzi. Solo per citarne alcuni. 

Quando lo contattiamo, Domenico Centamore è nella sua Scordia, in Sicilia. È entusiasta di come sia stata ben accolta la serie Incastrati e non vede l’ora di svelarci anche quando andrà in onda la seconda stagione di Màkari. La serie si basa sui libri di Gaetano Savatteri. La prima stagione, andata in onda su Rai Uno, è stata molto seguita. In Màkari, Centamore veste i panni di Piccionello, grande amico di Saverio La Manna (Claudio Gioè). 

Domenico, ritorna su un set di Ficarra e Picone. Stavolta per “Incastrati”, la prima serie del duo siciliano, disponibile su Netflix dal 1 gennaio 2022 in Italia e dal 27 gennaio in più di 190 Paesi del mondo. Com’è andata tra voi?

È stata una bella rimpatriata. La chiamo così perchè dei tempi de “La matassa” è rimasta l’amicizia. Non finirò mai di ringraziarli perchè sono stati i primi a darmi un ruolo comico in un film e ho potuto dimostrare che, oltre ai ruoli drammatici, so vestire i panni anche di un personaggio comico. Questo ritorno è stato bellissimo perchè ci conosciamo. Lavorare con Salvo e Valentino è un onore e posso sempre e solo imparare da loro. In più, avevano scritto il personaggio di Primo Sale su di me. Insomma: una meraviglia. 

Può svelarci un aneddoto dal set che ricorda?

Più che altro è una cosa simpatica. Il personaggio di Primo Sale ha una pancia voluminosa. Quando ho finito di girare, come è consuetudine, sul set si è detto: “Domenico Centamore ha finito le riprese”. Ficarra, toccandomi la pancia, mi disse: “Mi raccomando il prossimo anno mantieni questa pancia. Se dovremo fare la seconda stagione, Primo Sale non può perdere questa pancia”. Ora mi ritrovo un po’ dimagrito…(nda ride).

La serie è andata benissimo in Italia e dal 27 gennaio scopriremo se piacerà tra i più di 190 Paesi nel mondo. Si parla di seconda stagione?

Non c’è ancora l’ufficialità, ma in teoria la dovremmo fare. E ci sarà Primo Sale più dimagrito (nda ride).

“Incastrati” è stata girata durante la pandemia. Com’è lavorare nel rispetto delle norme anticovid?

Da quando c’è la pandemia, per gli attori, la troupe e il mondo cinematografico è tutto complicato. Ci sottoponiamo ai tamponi, siamo sempre sotto osservazione. Prima della pandemia sul set vi era un’atmosfera più allegra e tranquilla. Con le comparse facevi le foto. Adesso dobbiamo stare attenti. I set sono più chiusi e si cerca di non far avvicinare persone. È vero che è complicato, ma quantomeno siamo riusciti a lavorare. In teatro è ancora peggio visto che sono stati chiusi. DOMENICO CENTAMORE SI RACCONTA, COSI’ HA SCOPERTO L’AMORE PER LA RECITAZIONE (CONTINUA LA LETTURA)

La sua carriera parla da sè: ventuno anni ricchi di cinema, tv e teatro, ma quando Domenico Centamore, e mi piace sottolineare nato a Scordia, ha scoperto l’amore per la recitazione?

Anche a me piace sottolineare che sono di Scordia perchè ci tengo. È la mia terra, la mia città e la amo. 

Ho scoperto la recitazione da ragazzino. In famiglia mia madre è la prima artista ed è grazie a lei se mi sono avvicinato a questa arte. Crescendo, ho iniziato a recitare nel teatro di paese visto che mio zio lo faceva e a realizzare dei cortometraggi con gli amici. Così è cresciuta la mia passione. 

Ricordo ancora la prima volta che dissi a mio padre di voler fare l’attore. Lui commentò: “Non ti preoccupare…ora è una cosa che ti passa”. Sembrava come se avessi una malattia: avevo 14 anni, abitavo in un paesino, volevo andare a Roma. Mio padre ha pensato stessi sognando. Invece era una cosa che avevo dentro e piano piano ci sono riuscito. 

Quali sono gli incontri a cui deve tutto?

Ho avuto due incontri che sono stati la svolta della mia carriera. Il primo incontro è stato con Marco Tullio Giordana per I cento passi. È stato il mio primo ruolo di rilevanza in un film importante e di grande successo. Ho avuto l’opportunità di mettere in atto la mia bravura di attore. 

Il secondo incontro è stato con Ficarra e Picone per La matassa. Prima di questo film, avevo sempre interpretato ruoli drammatici. Grazie a loro, ho potuto dare sfogo alla mia comicità. E sono stato molto contento perchè amo far ridere la gente. 

Ha recitato in molti film sul fenomeno mafioso e sulla criminalità organizzata. La Sicilia ha avuto un ruolo anche nella sua carriera: sono molti i personaggi di cui lei ha dovuto vestire i panni. Pensa che sia stato un limite per la sua carriera avere questa fisionomia estetica? 

No, non è stato un limite e non la vedo così. Sono un attore caratterista e ne vado fiero. Ho amato gli attori caratteristi nei film di Monicelli, di Zeffirelli e di grandi registi ed erano importantissimi. Il mio aspetto fisico e i miei tratti estetici mi hanno favorito. Sono stati la mia fortuna. 

Conoscerà il dibattito nato sulla serie Gomorra, criticata per essere diseducativa e secondo alcuni fonte di emulazione e di apologia della criminalità organizzata. Dicevamo che lei ha interpretato molti ruoli di questo genere. Qual è la sua opinione? 

Nella scelta tra parlarne e non parlarne, io sono sempre per il parlarne. È bene che le nuove generazioni sappiano cosa sia successo anche attraverso la visione di questi film. È vero che si deve evitare di enfatizzare i mafiosi perchè è sbagliato. È pure vero che un bambino di dieci anni non può guardare da solo per esempio “Il capo dei capi”, ma dovrebbe sempre essere affiancato dai genitori che spiegano. 

Negli anni ci sono state anche delle belle chiavi di lettura. Penso a Pif che con “La mafia uccide solo d’estate” sdrammatizza e ridicolizza i mafiosi, mostrandoli per quello che sono ossia gente cattiva, ignorante, stupida. I MIGLIORI REGISTI CON CUI CENTAMORE HA LAVORATO. SCOPRI CHI SONO, CONTINUA LA LETTURA

In ventuno anni di carriera ha lavorato con moltissimi registi. Ne cito solo alcuni: Marco Tullio Giordana, Paolo Sorrentino, Pif, Francesco Munzi, Matteo Garrone, Ficarra e Picone, Giuseppe Tornatore. Secondo lei, qual è il miglior regista che un attore possa desiderare? 

Il miglior regista deve saper instaurare un dialogo con l’attore. Deve saper parlare all’attore che a sua volta deve saper percepire le parole del regista. Solo così nasce un bell’affiatamento. Io dico sempre che da ogni film ho imparato qualcosa e sono cresciuto, proprio perchè vi è stato questo dialogo con i vari registi. 

Per carattere, come attore mi affido molto ai registi. 

Cinema, tv, teatro: lei è un attore poliedrico. Cosa ama di più?

Il cinema. Io amo la macchina da presa. È come se fossi innamorato. Il cinema, il set sono la mia vita. 

Lei ama rivedersi? 

Negli anni c’è stata una trasformazione. Nei primi anni di carriera cercavo di non rivedermi mai. Negli ultimi anni, invece, mi piace farlo anche se a distanza di tempo dall’uscita del progetto. Sono sempre critico con me stesso, ma mi salvo perchè mi confronto sempre con mia moglie e mi aiuta. 

Cosa è il talento per lei?

Per me il talento è passione, umiltà, grinta e crederci fino in fondo a quel sogno che hai. 

Che ruolo giocano il successo e la popolarità?

Cerco di esserne distaccato. Per questo mi piace tornare a Scordia, il mio paese. Io ho una cartolibreria e, quando posso, ci vado a lavorare. Mi piace distaccarmi dal mondo dell’attore perchè fa bene. Il diventare famoso ci vuole anche perchè è un modo per percepire se tu hai fatto bene. Se quando il pubblico ti incontra, ti ferma e vuole una foto con te, vuol dire che hai fatto bene il tuo lavoro, ma non si deve essere schiavo perchè fa solo male. AL VIA LA SECONDA STAGIONE DI MAKARI, TUTTE LE NOVITA’ RACCONTATE DA CENTAMORE. CONTINUA LA LETTURA

Dopo “Incastrati”, è stato sul set della seconda stagione di Màkari, altra serie di grande successo. Può svelarci qualcosa? 

Posso dirvi ufficialmente che dal 7 febbraio 2022 nella prima serata di Rai Uno andrà in onda la prima puntata della seconda stagione di Màkari. Non posso dire altro. Spero che i telespettatori ci seguiranno come è accaduto per la prima stagione. 

Màkari mostra la bellezza della Sicilia, ma cosa manca ancora a questa terra per avere ciò che merita?

Essendo siciliano per me è un cruccio. In Sicilia c’è tutto. A livello cinematografico, è un set a cielo aperto. C’è una luce meravigliosa. Penso che manchi una buona amministrazione e siamo stati penalizzati da tanti anni di mafia che ha deturpato questo territorio e non l’ha fatto crescere. Ci vorrebbe un sano affetto dei siciliani a questa terra. Per anni siamo stati maltrattati, ma da noi stessi perchè a governare sono sempre siciliani. Ci dovrebbe essere un amore bello verso la nostra terra. 

Cosa manca ancora nella sua carriera?

Mi piacerebbe tornare al cinema con una bella commedia, ma sono abbastanza soddisfatto della mia carriera finora e sono concentrato sugli ultimi impegni. 

Cosa c’è nella sua valigia d’attore? 

Porto un sogno che ho da bambino. 

Siamo una famiglia di cinque persone. Andavo in terza elementare. Arrivò il Carnevale e mia mamma non mi potè comprare il vestito. Cominciai a protestare e quel giorno mia madre prese un lenzuolo, me lo mise addosso. Prese una tovaglia e mi coprì la testa e gli fece una croce con il rossetto rosso. Mi mise davanti allo specchio e mi disse: “Sei vestito da Carnevale. Puoi andare a scuola”. Mi aveva vestito da crocerossina. 

Erano gli anni ‘70, all’epoca i bambini erano vestiti da zorro, sceriffo e principe azzurro. Andai a scuola vestito da crocerossina. Mia madre in quel momento ha avuto coraggio e fantasia. È questo che mi porto come insegnamento. 

Un’altra cosa che porto è la mia famiglia che mi dà tutta la forza possibile. 

Sandy Sciuto

Articoli correlati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017