La malattia acquisita all'estero. L'infettivologo nisseno Mazzola, "chi deve recarsi in Paesi in cui la malaria è endemica effettui la profilassi con farmaci specifici come prescritto dal Ministero"
In meno di un anno sono stati ricoverati all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta tre casi pazienti con malaria acquisita all’estero.
Il dato è stato fornito dal primario Giovanni Mazzola, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive dove tutt’ora uno dei tre pazienti è ricoverato.
Il primo caso ricoverato nel reparto di malattie infettive del Sant’Elia riguarda un architetto di 52 anni che per motivi di lavoro si era recato in Nigeria.
“Questo paziente – dice Mazzola – aveva contratto una grave forma di malaria da Plasmodium falciparum per cui, al ritorno in Italia, aveva accusato febbre elevatissima con iniziale coinvolgimento cerebrale e insufficienza renale acuta grave, per cui è stato più volte valutato per essere sottoposto a dialisi”.
In seguito a una pronta diagnosi e all’inizio immediato della terapia antimalarica (reperita tempestivamente all’estero) il paziente è guarito in modo completo e definitivo.
Gli altri due casi sono recentissimi: un pilota di aerei di 65 anni che ha contratto il parassita in Gabon (dimesso dal reparto la settimana scorsa) e un impiegato dell’Eni di 52 anni rientrato dalla Nigeria, dove lavorava, tutt’ora ricoverato.
“Ricordo – ha concluso il primario – a chi deve recarsi in paesi in cui la malaria è endemica di effettuare la profilassi con i farmaci specifici seguendo le istruzioni del ministero della Salute o dello specialista in Infettivologia”.