Studio Demoskopika: Toscana e Calabria, insieme con la nostra Isola, sono le tre Regioni più “pasticcione”. Per Liguria, Piemonte e Trentino-Alto Adige un esborso di appena 2,9milioni di euro, pari all’1,7% del totale
Sapete quanto costano alla Sicilia le cause perse e le spese legali delle aziende sanitarie e ospedaliere? A dare le cifre è la ricerca “Spese legali nella sanità” del Gruppo italiano per le ricerche di opinione e di mercato Demoskopika, che ha elaborato dati di Siope (il sistema nato dalla collaborazione tra la Ragioneria Generale dello Stato, la Banca d’Italia e l’Istat, che rileva telematicamente gli incassi e i pagamenti effettuati dai tesorieri di tutte le amministrazioni pubbliche), rilevati tra il primo gennaio e il 19 novembre 2020. Ecco le cifre: 32.636.626 euro di spese legali, 1.717.717 l’esborso medio per struttura sanitaria, 6,57 euro le spese legali per abitante. Seppur maglia nera, la Sicilia non è prima in classifica. Lo è la Toscana, con un conto di 28.056.595 euro per spese legali, con un esborso medio per struttura sanitaria di euro 4.008.085 e una media di spese legali per abitante pari a 7,54 euro. L’Isola è seguita dalla Calabria con un conto di 11.484.921 euro per spese legali, con un esborso medio per struttura sanitaria di euro 1.148.492 e una media di spese legali per abitante pari a euro 5,97.
Allargando lo sguardo sul Belpaese, nel 2020, le spese legali per liti, da contenzioso e da sentenze sfavorevoli, sostenute dal comparto sanitario italiano ammontano a quasi 170 milioni di euro, oltre 500 mila euro al giorno, con un esborso medio per ente sanitario pari a oltre 831 mila euro (più del doppio, invece, il valore siciliano). E, ancora, la litigiosità sanitaria pesa circa 3 euro su ciascun cittadino (anche in questo caso, in Sicilia più del doppio!). Sono le strutture sanitarie meridionali ad essere più litigiose concentrando ben il 56,2 per cento delle spese legali complessive liquidate, pari a 93,5 milioni di euro, seguite da quelle del Centro con 47,3 milioni di euro (28,4 per cento) e del Nord con una spesa generata pari a 25,5 milioni di euro (15,3 per cento). La ricerca ha raggruppato le venti regioni in tre categorie: pasticcione, equilibriste e pignole.
Sono cinque le regioni “pasticcione” italiane con all’attivo i sistemi sanitari che da gennaio a novembre hanno sostenuto pagamenti per ben 95,7 milioni di euro, pari a quasi il 60 per cento dell’esborso complessivo, a seguito di sentenze esecutive di cause amministrative o civili che le hanno viste direttamente coinvolte. Sul podio, come detto sopra svetta la Toscana, seguita dalla Sicilia, dalla Calabria, e a seguire da Puglia e Abruzzo, con un esborso per liti, da contenzioso e da sentenze sfavorevoli, rispettivamente pari a 4,54 euro per abitante (18,2 milioni di euro) e a 4,05 euro per abitante (5,3 milioni di euro).
Sul podio delle più scrupolose, le “pignole”, svettano Trentino-Alto Adige, Piemonte e Liguria. Vale la pena analizzare le cifre per vedere la discrepanza con le “pasticcione”. Con una spesa legale per ciascun abitante rispettivamente di appena 0,25 centesimi di euro (265 mila euro milioni di euro in valore assoluto), 0,42 centesimi di euro (1,8 milioni di euro complessivamente in valore assoluto) e 0,52 centesimi di euro (804 mila euro in valore assoluto), i sistemi sanitari di Trentino-Alto Adige, Piemonte e Liguria, guidano la classifica delle realtà regionali che hanno gestito meglio il fenomeno. A seguire, in ordine crescente rispetto all’esborso da contenzioso per cittadino: Umbria, Lombardia, Emilia-Romagna. E, ancora, le aziende sanitarie e ospedaliere delle Marche, del Veneto e, infine, della Valle d’Aosta.
Mettendo a confronto il Veneto e la Sicilia (per via della popolazione equiparabile) si vedrà il distacco considerando le “spese legali per abitante”: il Veneto registra una spesa pro-capite di 1,35 euro, la Sicilia una spesa pro-capite di 6,57 euro.
Nella sezione “equilibriste” troviamo, infine: la Basilicata, il Lazio, il Friuli-Venezia Giulia e il Molise.