Messina, fidanzata ridotta in schiavitù: arrestato 32enne - QdS

Un “mostro” in casa, riduce la fidanzata in schiavitù e la chiude a chiave in camera

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Un “mostro” in casa, riduce la fidanzata in schiavitù e la chiude a chiave in camera

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venerdì 05 Agosto 2022

Una storia incredibile di violenza contro le donne avvenuta in provincia di Messina. Un 32enne pluripregiudicato è accusato non solo di violenze non solo contro la fidanzata, ma anche contro la madre.

Maltrattamenti, lesioni personali aggravate, sequestro di persona e riduzione in schiavitù. Sono questi i reati presumibilmente commessi da un 32enne pluripregiudicato di Messina, arrestato ieri dagli agenti delle Volanti della città dello Stretto.

La relazione, il fidanzamento e la schiavitù

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, il 32enne – con diversi precedenti – avrebbe conosciuto una donna e avrebbe iniziato recentemente una relazione con lei. La storia, inizialmente consensuale, si è poi trasformata in un vero e proprio incubo per la malcapitata.

Il 32enne, infatti, è accusato di aver trattato la fidanzata come una vera e propria schiava e di averla sottoposta a maltrattamenti indicibili. La donna, infatti, sarebbe stata più volte picchiata e chiusa in casa. Gli agenti della polizia di Messina l’avrebbero ritrovata chiusa a chiave in una stanza: senza documenti, senza carta di credito, privata del cellulare (nascosto sopra un armadio) per evitare che potesse chiedere aiuto. E come se non bastasse, gli operatori avrebbero individuato sul suo corpo diversi ematomi e lividi. Segni di una relazione violenta dalla quale alla vittima non era permesso fuggire.

La segnalazione della madre e l’arresto

Durante la sua “prigionia”, la donna avrebbe subito ripetutamente violenze fisiche e psicologiche. Il suo aguzzino si trova ora al carcere di Messina Gazzi, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto.

Il pluripregiudicato è stato denunciato anche per maltrattamenti ed estorsioni nei confronti della madre. Proprio quest’ultima avrebbe avvertito gli agenti, esasperata dopo l’ennesima richiesta di soldi e l’ultima aggressione del figlio.

Immagine di repertorio

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