Ci racconta del set e qualche aneddoto che ricorda con particolare emozione?
Sin da subito c’è stato un bell’affiatamento. Nonostante fosse un periodo di grande attenzione e di rapporti limitati, non sono mancati i momenti di divertimento e di gioco anche con i piccoli giovanissimi attori. È stato bello. Penso che indimenticabili rimarranno i momenti prima di arrivare sul set, quando ci incontravamo nella sala trucco. Tutti attendevamo l’arrivo di Anna Valle o non vedevamo l’ora di trovarla già lì perché portava con sé una piccola cassa bluetooth da cui lanciava questa playlist molto rock n’roll che ci faceva partire col piede giusto.
Con “Lea – un nuovo giorno” è tornata a recitare a fianco di Anna Valle.
Anna è un’amica. Ci siamo conosciute sul set di “Questo nostro amore”. Dapprima eravamo Anna e Teresa, le due protagoniste della serie, a mano a mano abbiamo costruito un rapporto di amicizia sentita,che non si nutre di una presenza costante, perché viviamo in città diverse e il lavoro ci porta altrove, ma c’è e si sente. Entrambe ci siamo piacevolmente stupite di come il rapporto tra personaggi sia cambiato totalmente. Se Anna e Teresa erano complici, qui Lea e Favilla inizialmente non si fanno una grande simpatia.
Con questa serie è tornata anche ad essere diretta da Isabella Leoni. Per lei da attrice quali sono le qualità che dovrebbe avere il miglior regista?
Il regista deve avere cura del lavoro con gli attori, guidarli nella costruzione di un percorso che dia sfumature e credibilità ai personaggi. Guardare all’insieme e al dettaglio. Un rapporto di ascolto e di scavo, lo sguardo ampio, aperto anche alle proposte che gli attori avanzano durante la lettura della sceneggiatura e il lavoro sul set.
Il personaggio di Teresa Strano in “Questo nostro amore” le ha regalato la notorietà. Come vive l’essere riconosciuta?
Non mi abituo mai. Sono sempre molto grata e non do mai niente per scontato. Ricevere i complimenti per me è sempre un misto di gioia sincera e imbarazzo. Rimango piacevolmente colpita da queste attenzioni.
Fare l’attrice è stata una scelta o una vocazione?
Nasce come una ispirazione, ma diviene ogni giorno una scelta. È un mestiere per cui dici sempre: “Lo faccio, lo scelgo”. Da piccola ho capito che la recitazione poteva essere il mio modo per esprimere qualcosa. Da passione è diventata frutto di scelte. Durante il liceo, ho frequentato la prima scuola di recitazione a Catania. Ero la più piccola e andavo più che altro a guardare. Dopo il liceo, lo studio all’Accademia d’arte drammatica “Silvio D’Amico” e il trasferimento a Roma. Poi è arrivato il cinema e la televisione con momenti più intensi e momenti più vuoti nei quali ho cercato nutrimento altrove per essere comunque nella vita. Il rapporto con Catania e progetti futuri. CONTINUA A LEGGERE

