Una parte del fare l’attrice oggi passa da una comunicazione sui social, dall’essere fruitore di questi mezzi e tessere relazioni interagendo con il pubblico. Cosa pensa a riguardo?
Per certi aspetti potrebbe sembrare troppo, troppo usato, troppo esposto, troppo frainteso, dipende sempre da come lo si usa. Bisognerebbe forse dare maggiore valore al silenzio, all’assenza. Se per un po’ non si è sui social, sembra che si scompare, magari invece si sta facendo altro. Io cerco di usarli all’occorrenza. Quando ci sono momenti di promozione, è anche richiesto che si utilizzino. Si, sono strumenti di comunicazione, di conoscenza, anche se virtuale e in superfice. Ricevo messaggi da chi segue il mio lavoro e cerco, se posso, di rispondere. Se qualcuno apprezza il lavoro – le storie che si raccontano, il modo in cui lo si fa – è anche perché in qualche modo una parte di quella storia è nella persona che l’ha riconosciuta. Il rapporto con gli spettatori è bello anche per questo.
A proposito di social, ho sbirciato sul suo profilo Instagram prima dell’intervista. Gli ultimi post sono dedicati a Catania, la città che ha lasciato per diventare attrice ma in cui è ritornata ad abitare.
Durante il periodo della pandemia, svegliandomi presto la mattina, andavo a camminare, lunghe passeggiate. Così è iniziato il mio racconto “A Catania oggi”. Col passare del tempo, avevo immaginato di coinvolgere la città nel volersi raccontare nei suoi aspetti più sconosciuti. È come se volessi tracciare una sorta di puzzle e dare una mia chiave di lettura, quello che vedono i miei occhi. Osservare i dettagli del luogo in cui si vive, mi aiuta a viverci meglio come se mi costruissi un’altra città, un luogo inventato ma che vedo. La fotografia abbinata ad un piccolo commento è una traccia che può rimanere. Ho fantasticato pensando anche ad un’esposizione permanente di chi ha voglia di rappresentare il proprio. A Catania oggi come un grande archivio di memorie, di spunti e di poesie, di segni, di ritrovamenti.
Mentre lei è in tv con il medical sentimentale, dal vivo è in tournée teatrale con “Baccanti” di Euripide.
È uno spettacolo produzione del Teatro Stabile di Catania con la regia di Laura Sicignano. Sarebbe dovuto andare in tournée nel 2020, poi ha subito necessariamente le restrizioni legate all’emergenza sanitaria. Siamo una compagnia numerosa: dieci persone in scena e la squadra di tecnici. Uno sforzo produttivo e di impegno del Teatro Stabile di Catania che ha deciso di affrontare in un periodo ancora delicato la tournée nazionale. Abbiamo debuttato a Catania con una bella accoglienza e finalmente abbiamo riabbracciato simbolicamente spettatori e spettatrici. Nello spettacolo interpreto Dioniso. Vesto i panni della divinità rappresentativa del teatro, multiforme e cangiante. Seguaci sono le baccanti, femmine folli dalla potenza vitale, in contrasto con il re Penteo, simbolo del potere e del mondo razionale e preordinato.
La vedremo in altri progetti?
Sì, ho partecipato a due film che usciranno al cinema nei prossimi mesi ma ancora è prematuro sapere quando. Sono l’uno diverso dall’altro e per motivi diversi per me sono importanti. Il primo è una commedia di Alessio Lauria dal titolo “Una boccata d’aria” con protagonista Aldo Baglio. Il secondo è un’opera prima con la regia di Marta Satina, ispirato alla storia di Franca Viola con protagonisti Claudia Gusmano e Fabrizio Ferracane. Il cinema e l’arte fanno parte di quel tempo pieno che l’uomo dovrebbe tener caro e che le istituzioni dovrebbero riconoscere maggiormente e sostenere.
Sandy Sciuto

