Mappe idrauliche in Sicilia, il caso arriva in Commissione Europea

Mappe idrauliche in Sicilia, il caso sollevato dal QdS arriva in Commissione Europea

Mappe idrauliche in Sicilia, il caso sollevato dal QdS arriva in Commissione Europea

Simone Olivelli  |
domenica 01 Dicembre 2024

A presentare un'interrogazione, con richiesta di risposta scritta, alla Commissione europea è stato l'europarlamentare Giuseppe Antoci

Il caso della sospensione della gara d’appalto per affidare il servizio di aggiornamento delle mappe del rischio idraulico in una settantina di Comuni, sollevato nei giorni scorsi dal Quotidiano di Sicilia, finisce al Parlamento europeo. A presentare un’interrogazione, con richiesta di risposta scritta, alla Commissione europea è stato l’europarlamentare Giuseppe Antoci. “Valutazione del rischio di alluvioni e frane in Sicilia: inerzia decennale e conseguenze per la sicurezza pubblica”, è l’oggetto dell’atto depositato dal deputato eletto con il Movimento 5 Stelle e, al pari dei colleghi, oggi membro del gruppo The Left.

Cosa ne sa l’Europa?

L’interrogazione di Antoci parte da quanto scoperto dal Quotidiano di Sicilia e informando la Commissione della “grave situazione emersa in Sicilia, dove i fondi destinati alla mappatura dei rischi idraulici in 70 comuni non sono stati utilizzati per oltre un decennio, nonostante la crescente incidenza di eventi alluvionali e le relative tragedie umane e materiali”. La vicenda riguarda la decisione dell’Autorità di Bacino di congelare i risultati della gara conclusasi a febbraio scorso per affidare l’incarico di aggiornare i documenti che stabiliscono quali sono i rischi specifici nei singoli territori sul fronte idraulico e idrologico. 

Ad aggiudicarsi la commessa erano state l’Università Kore di Enna e lo studio Sering Ingegneria di Palermo. Tutto però è stato bloccato nel momento in cui il dipartimento regionale per la Programmazione ha fatto sapere che i fondi con cui era stata indetta la procedura non sarebbero stati utilizzabili dopo il 31 dicembre 2024. Il motivo è semplice: gli stessi – oltre un milione e duecentomila euro – fanno riferimento al Piano di azione e coesione 2007-2013, e in tal senso destinati a essere persi.

“La procedura di affidamento del servizio è sospesa fino al reperimento di risorse per il suo rifinanziamento”, si legge nel decreto firmato dal segretario dell’Autorità di Bacino Leonardo Santoro. L’Autorità di Bacino ha ricevuto nel 2020 il mandato di occuparsi di portare avanti la procedura di affidamento, dopo che per sette anni l’incarico era stato in capo all’assessorato regionale al Territorio.

Per fare ripartire la macchina adesso bisognerà che il governo Schifani stanzi nuovi fondi. Nell’attesa, l’eurodeputato cinquestelle si chiede se l’Ue conosca la gestione del finanziamento da parte della Sicilia. 

La direttiva Alluvioni

L’interrogazione di Antoci cita la direttiva 2007/60/CE, conosciuta come direttiva Alluvioni, ricordando che con essa l’Ue “si propone di mitigare i rischi e le conseguenze delle alluvioni, incentivando gli Stati membri a prendere misure efficaci di prevenzione e gestione”. Uno scenario che rischia di contrastare con lo stato dell’arte in Sicilia, dove “la recente interruzione del finanziamento per l’aggiornamento della mappa di pericolosità idraulica solleva preoccupazioni significative riguardo all’impegno della Regione nella gestione del rischio di alluvioni e frane”.

Nonostante le cronache rendano chiare le fragilità del territorio isolano davanti a fenomeni climatici estremi, la Sicilia – secondo Antoci – “si trova a fronteggiare una stasi nel processo di aggiornamento e implementazione di tali strumenti critici”. Ed è per questo che l’eurodeputato chiede alla Commissione di chiarire tre aspetti: se è a conoscenza “di questa situazione e quali azioni potrebbe adottare per assicurare che in Sicilia si rispetti la direttiva Alluvioni”, quali misure finanziarie potrebbero essere impegnate “per sostenere l’aggiornamento delle mappe di pericolosità idraulica” e infine se l’Ue ritiene utile “la creazione di una banca dati europea per censire e valutare con un criterio omogeneo le frane e le cause innescanti”.

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