Sei anni e tre mesi di carcere sono stati inflitti dal Tribunale di Marsala a un pregiudicato di 38 anni, processato per rapina a mano armata, scippo, cinque furti, più uno tentato, due casi di ricettazione, indebito utilizzo di carta di credito rubata, possesso di arnesi atti allo scasso e autocalunnia. La pena inflitta dai giudici è stata più severa di quella invocata dal pm Roberto Piscitello.
Tra le principali contestazioni mosse al pregiudicato, la rapina, il 18 maggio 2015, ai danni di una donna, contro la quale, mentre camminava per strada, puntò un coltello, facendosi consegnare la borsa contenente denaro, documenti, chiavi di casa, occhiali da sole e un telefono cellulare. Il 14 dicembre 2014, sempre secondo l’accusa, lo “scippo” ad un’altra donna. Poi, quattro furti in auto e al patronato Enac, dove furono rubati due computer. Nel giugno 2015, l’uomo fu arrestato dalla polizia nell’arco di appena 48 ore: prima per furto su un’auto e poi rapina ad un negozio, all’interno del quale, però, dimenticò i suoi documenti d’identità e per questo, qualche ora dopo, si costituì al Commissariato del comune trapanese.