MARSALA (TP) – Seppur a passi lenti va avanti il progetto di valorizzazione dello Stagnone di Marsala. Dopo il ridimensionamento dei fondi da parte della Regione, scesi a 900 mila euro, e le varie prescrizioni che erano state imposte al progetto, in questi giorni il Comune ha varato il nuovo piano d’interventi.
Ad essere stato approvato dalla giunta guidata dal sindaco Massimo Grillo per l’esattezza il nuovo progetto di fattibilità tecnico-economica, così come modificato dalle prescrizioni dettate dall’assessorato regionale Territorio Ambiente. Si è anche tenuto un incontro a Marsala nei mesi scorsi con i rappresentanti di Gal Elimos, dipartimento regionale della Pesca, Flag, Villa Genna, Salina Genna, Consorzio Universitario Trapani e Riserva Naturale Isole dello Stagnone. In quell’occasione si era parlato del ridimensionamento del finanziamento e in qualche modo si era riusciti a garantire un po’ tutti gli interventi che erano stati originariamente pensati.
“Siamo in dirittura d’arrivo per questo nuovo progetto rimodulato – afferma il sindaco Massimo Grillo -, su cui abbiamo ricercato l’ampia condivisione sia degli altri enti partner, anche in ordine al budget, nonché del consiglio comunale, tenuto conto che la precedente assemblea civica aveva bocciato il precedente progetto”.
Era stato lo stesso sindaco Massimo Grillo a chiedere il coinvolgimento del consiglio comunale su Acqua.Sal. Un progetto che fu discusso in sede di conferenza dei capigruppo, nel corso della quale tra l’altro si è preso atto che la rielaborazione del progetto aveva riscosso apprezzamenti anche da parte delle associazioni ambientaliste, il tutto nel rispetto delle prescritte condizioni che soddisfano la “Valutazione di Incidenza Ambientale”.
Il progetto Acqua.Sal intende contribuire al recupero, alla conservazione e valorizzazione della riserva lagunare, nonché alla promozione di un impianto dimostrativo di acquacoltura estensiva. Sarà inoltre eseguito un monitoraggio periodico della acque della vasca, sotto la vigilanza dell’Arpa, l’agenzia regionale protezione ambiente, che poi dovrà validarle.
Infine, a Villa Genna si allestirà una sala multimediale per favorire lo scambio di informazioni e conoscenze volte a far crescere il rispetto per la tutela dell’ambiente e la conservazione delle peculiarità etnoantropologiche. In particolare, saranno sviluppati studi della fauna ittica per consentire la realizzazione di interventi di ripopolamento passivo e la revisione del regolamento della pesca sportiva. Verranno inoltre recuperate tutte le informazioni relative alle peculiari tecniche di pesca che venivano utilizzate nella laguna, come ad esempio la pesca con il cannizzo, e alle tradizioni fitoterapiche dell’area.
Le attività di piscicoltura verranno effettuate senza alcun contributo alimentare dall’esterno, con specie ittiche pregiate autoctone, provenienti da riproduzione artificiale o reclutate direttamente nelle vasche fredde per rimonta naturale. Inoltre, l’acquacoltura no food di Acqua.sal non prevede interventi invasivi nella salina e non utilizzerà specie alloctone, ma sfrutterà l’energia e la biodiversità che si accompagna al ciclo di produzione del sale. Uno dei fiori l’occhiello di Acqua.sal, infatti, è il recupero in accordo con il gestore della salina “ex Genna”.
Allo scopo di contribuire alla valorizzazione delle attività di salicoltura e di aumentare il valore aggiunto del sale e degli altri prodotti di salina, il progetto prevede interventi per la realizzazione di nuovi prodotti cosmetici, a base di sale, microalghe e fanghi di salina, utilizzabili nel settore del benessere.