La nave umanitaria Mediterranea, dell’omonima Ong, è entrata a Porto Empedocle – nell’Agrigentino – dopo che il comandante ha dichiarato lo “stato di necessità a tutela dell’incolumità, della salute e della sicurezza di tutte le persone a bordo”.
All’interno dell’imbarcazione ci sono 92 persone, migranti soccorsi nei giorni scorsi nelle acque del Mediterraneo, tra i quali anche 31 minori non accompagnati. La tensione tra i migranti a bordo, estenuati da un lungo viaggio fatto di violenze ma anche di privazioni importanti di cibo e acqua, continua a crescere.
Mediterranea, la nave Ong a Porto Empedocle: dichiarato stato di necessità
Il comandante della nave umanitaria ha dichiarato lo “stato di necessità” dopo le tensioni scatenatesi a bordo in seguito alla visita di un medico della sanità marittima Usmaf. In un messaggio dell’Ong si legge: “I superstiti, già fortemente provati fisicamente e psicologicamente, temendo che ulteriori ritardi nello sbarco comportassero il rischio di una deportazione in Libia, avevano cominciato a minacciare gesti disperati di autolesionismo“.
Assegnato il porto di Livorno per lo sbarco
La Procura dei Minori di Palermo ha chiesto lo sbarco immediato dei minori della Mediterranea a Porto Empedocle. Le autorità hanno assegnato come porto di sbarco Livorno, a circa quattro giorni di navigazione. L’Ong però non ci sta e chiede che sia consentito lo sbarco di tutti: “Le autorità italiane impongono Livorno, nonostante il maltempo: un viaggio insostenibile. Chiediamo lo sbarco immediato e sicuro per tutte le persone”, si legge in un post su Twitter.
In una nota, Mediterranea aggiunge: “(Questo è) un viaggio che i superstiti a bordo non possono affrontare in sicurezza, dal momento che sono tutte persone vulnerabili, che hanno sofferto lunghi periodi di detenzione in Libia e terribili violenze e che sono pesantemente traumatizzate dalla traversata in mare, soccorse dopo tre giorni alla deriva, senza acqua né cibo. Da ieri pomeriggio il maltempo imperversa sul canale di Sicilia: le condizioni meteo hanno ulteriormente aggravato lo stato di salute fisica e mentale delle persone a bordo, ma soprattutto non permettono di navigare in sicurezza verso nord”.
L’appello dell’Ong alle istituzioni italiane: “Rafforzare le capacità di soccorso”
La vicenda della Mediterranea riaccende ancora una volta il dibattito sulla gestione dei fenomeni migratori. Secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Interno (datati 3 novembre) sono 59.905 i migranti sbarcati in Italia dall’inizio del 2025, con oltre 10mila minori non accompagnati. Un numero (solo stimato) in aumento rispetto allo scorso anno (56.517 persone accolte, di cui 8.752 minori non accompagnati in tutto il 2024), che mostrano la necessità di un dibattito sull’accoglienza ma anche sulle operazioni di soccorso in mare e sull’importanza di esse per evitare le stragi nelle acque del Mediterraneo.
Negli scorsi mesi la “stretta” del Governo mirata a ridurre i flussi irregolari è stata più volte oggetto di discussione, principalmente perché ha interessato e non poco l’attività delle Ong. E lo ribadisce Mediterranea, che – osservando i dati degli ultimi giorni e le ultime difficili operazioni di soccorso – ha lanciato su X un nuovo appello: “Le numerose partenze di questi giorni, di donne, uomini e bambini in fuga da Libia e Tunisia, mostrano la necessità di favorire e rafforzare la capacità di soccorso, istituzionale e civile in mare, invece di limitarlo e ostacolarlo come nelle politiche degli ultimi anni”.
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