Comunicazioni al Parlamento in vista del prossimo Consiglio europeo. “Inflazione odiosa tassa occulta ma rischio cura più grave della malattia”
ROMA – Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha criticato aspramente la scelta della Bce di aumentare i tassi e lo ha fatto in occasione delle sue comunicazioni in Aula alla Camera, in vista del consiglio europeo del 29 e 30 giugno. “I cittadini degli stati dell’Eurozona avevano quasi dimenticato cosa fosse l’inflazione – ha detto Meloni – ora è tornata a colpire le nostre economie, ci ricordiamo di come sia una odiosa tassa occulta che colpisce soprattutto i meno abbienti e chi ha un reddito fisso, dai lavoratori ai pensionati. E per questo è certamente giusto combatterla con decisione. La riforma deve garantire la protezione degli investimenti nei settori strategici, in particolare transizione verde, transizione digitale, e difesa e e deve prevedere procedure semplificate e veloci per le nostre imprese. Ma la ricetta degli aumenti dei tassi intrapresa dalla Bce non appare agli occhi di molti la strada più corretta da perseguire. Considerato che nei nostri paesi l’aumento generalizzato dei prezzi non è figlio di un’economia che cresce troppo velocemente, ma di fattori endogeni, primo fra tutti la crisi energetica causata dal conflitto in Ucraina”.
Per Giorgia Meloni l’aumento dei tassi una ricetta semplicistica
Secondo Meloni all’interno dell’Unione europea non è stato rispettato il principio di sussidiarietà, principio scritto nei Trattati ed ha aggiunto che l’intenso lavoro che il governo sta svolgendo con i partner è volto a superare vecchie contrapposizioni e a porre fine alla stagione dell’austerità, “pur senza venire meno a quella disciplina di bilancio sulla quale il governo italiano ha dimostrato serietà fin dalla manovra finanziaria con buona pace dei gufi che preconizzavano catastrofi di ogni sorta”. Per Meloni l’aumento dei tassi è una ricetta “semplicistica che non appare la strada più corretta da perseguire. “L’inflazione non è data da una economia che cresce troppo velocemente, ma da fattori endogeni come la crisi in Ucraina. Il rischio – prosegue – è che l’aumento continuo dei tassi da parte della Bce colpisca più le nostre economie che l’inflazione, che la cura sia più dannosa della malattia”.
Ed ha concluso dicendo: “Difendo l’indipendenza della Banca centrale europea e difendo il mio diritto a valutare le decisioni che vengono prese, perché questo è il ruolo della politica”. Ritengo che sia nella mia responsabilità venire in Aula e spiegare al Parlamento italiano qual è la posizione che l’Italia ha tenuto su questa materia nelle sedi competenti”. Sostiene le tesi di Meloni il ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti della Lega, che interpellato su un eventuale rischio di recessione ha risposto che in Germania è già arrivata. Il segretario del Psi, Enzo Maraio, ha chiesto che il governo metta subito in campo azioni per tutelare i consumatori e i risparmiatori e non lasciare le persone in balia di rialzi, a partire da un intervento per controllare il rialzo dei mutui. “Il cuneo fiscale alle stelle e stipendi sempre più bassi – ha detto – sono ormai all’ordine del giorno senza nessuna risposta dal governo”.
Erica Mazzetti, parlamentare di Forza Italia è concorde con la premier. “I liberali da sempre sono per contrastare l’inflazione ma bisogna farlo con metodo: la troppa severità sui tassi, concentrata in tempi così stretti, sta producendo effetti negativi e che La Banca Centrale ha giustamente la sua autonomia ma deve tener conto delle legittime critiche, soprattutto quando provengono da europeisti convinti come noi. Dobbiamo, invece, lavorare su politiche veramente liberali, con piani industriali di crescita e non di austerità”, ha concluso l’esponente di FI.