Indagine Fimaa-Confcommercio, nel 2019 compravendite +3,6% contro +4,3% nazionale”. Più alti del dato medio italiano gli sconti sui prezzi di offerta (12,7% contro 10,5%)
ROMA – Nel 2019 le compravendite immobiliari residenziali nelle città italiane sono cresciute del 4,3% rispetto all’anno precedente.
La Sicilia insieme al Sud e le Isole vedono un incremento del 3,6% con prezzi che calano mediamente dell’1,4% contro il -0,4% dell’Italia. A dirlo sono i risultati dell’indagine sul mercato delle abitazioni condotta dalla Federazione italiana mediatori agenti d’affari (Fimaa), aderenti a Confcommercio-Imprese per l’Italia.
L’indagine mette in evidenza anche i dati relativi agli sconti medi sul prezzo di offerta registrati in Sicilia che dimostrano una buona influenza della domanda sulla variazione dei prezzi a livello contrattuale. Gli sconti hanno una percentuale più alta di due punti (12,7%) rispetto al dato del resto d’Italia (10,5%). Sembra invece poco al di sotto quello del Mezzogiorno con l’11,8%.
Sul fronte relativo ai tempi medi di vendita, invece, con circa sei mesi e mezzo, la nostra regione è perfettamente allineata con il resto d’Italia.
Nell’indagine condotta da Fimaa vengono presi in esame dieci capoluoghi di provincia di grandi dimensioni (sopra i 300mila abitanti). Fanno parte di questo gruppo i due capoluoghi di provincia siciliani, Catania e Palermo, oltre a Napoli, Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano e Torino.
Nella categoria che raggruppa i cosiddetti capoluoghi di provincia medi (tra i 100mila e i 300mila abitanti), la crescita interessa 27 città. Tra queste, figurano due siciliane, Messina e Siracusa, con una percentuale del +4,8 rispetto al 2018 e un calo dei prezzi medi dello 0,4%.
Per quanto riguarda i capoluoghi di provincia siciliani più piccoli, la crescita riguarda Agrigento, Caltanissetta, Enna e Ragusa con il 4,1% con prezzi che segnano però un calo maggiore rispetto alle medie e grandi città: -1,1%.
Il rapporto Fimaa focalizza l’attenzione anche sui contratti d’affitto ordinari che vengono distinti da quelli brevi i quali prevedono una permanenza non superiore ai 30 giorni. Su questo fronte, i risultati sono positivi per la Sicilia: per i contratti ordinari la crescita è stata pari al 2,5% rispetto al l’1,8% della media nazionale, mentre per quelli brevi l’Isola registra un incremento del 3,6% contro il 2,6% nazionale.
Cosa dobbiamo aspettarci nel 2020? Le previsioni dicono che le compravendite continueranno la crescita manifestata nello scorso anno, mentre i prezzi, gli sconti e i tempi di vendita saranno stabili.
Infatti, secondo lo studio, metà dei capoluoghi monitorati registrano un aumento degli scambi del mercato immobiliare e una diminuzione dei prezzi del 47%. Per quanto riguarda il divario dei prezzi richiesti rispetto a quelli effettivi, la Sicilia dovrebbe rientrare nel 50% di stabilità e miglioramento, mentre nei capoluoghi che interessano la zone del Sud e le Isole si registra una percentuale maggiore con una stabilità del 66,7% e il 27% per il miglioramento. Per la restante parte d’Italia il 69% di stabilità e il 20,6 di miglioramento.