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Il dinamico mercato immobiliare siciliano occasione contro crisi e spopolamento: ecco perché

Il dinamico mercato immobiliare siciliano occasione contro crisi e spopolamento: ecco perché
Mutui, in Sicilia i dati migliorano: boom di sottoscrizioni da parte degli under 35

L’andamento positivo certificato dall’Istat nasconde importanti opportunità per il recupero e la riqualificazione dell’entroterra siciliano, che da anni lotta contro lo spopolamento.

Il 2024 si chiude con un’Italia che torna a comprare case e a chiedere mutui con più decisione rispetto all’anno precedente. Come evidenziato nell’ultimo report Istat sul mercato immobiliare, il quarto trimestre — quello che segna la chiusura dell’anno — mostra una dinamica positiva sia sulle compravendite sia sulle operazioni di credito ipotecario. In questo panorama, tra le regioni con il segno nettamente in positivo emerge proprio la Sicilia.

Il IV trimestre 2024 chiude un anno in cui il mercato immobiliare italiano ha recuperato terreno: 284.812 compravendite nel trimestre (con +3,9% congiunturale e +2,7% tendenziale) e una solida ripresa del credito casa con quasi 100.000 convenzioni notarili per mutui nel solo trimestre. Per le Isole (Sicilia e Sardegna) il 2024 mostra segnali di vitalità: oltre 24.800 compravendite nel quarto trimestre e una forte crescita dei mutui (per quanto in Sicilia siano ancora pochi rispetto agli acquisti, come analizzato al QdS in un altro approfondimento sul rapporto Istat), con la componente abitativa che resta dominante.

Il quadro nazionale del mercato immobiliare

Nel IV trimestre 2024 le convenzioni notarili di compravendita e gli atti traslativi a titolo oneroso sono stati 284.812. Si tratta di un volume che segna una crescita congiunturale (dato destagionalizzato) del +3,9% rispetto al trimestre precedente e un incremento tendenziale (dato grezzo, rispetto allo stesso trimestre 2023) del +2,7%.

Nel 2024 il mercato immobiliare ha totalizzato 950.240 convenzioni notarili di compravendita, con un progresso sull’anno precedente del +1,7% (il comparto abitativo segna +1,8%; il comparto economico +1,0%). I mutui ipotecari stipulati nel corso dell’anno sono stati 331.013, con un aumento del +7,2% rispetto al 2023.

Dal punto di vista della composizione per uso, il mercato resta fortemente residenziale: il 93,7% delle convenzioni del IV trimestre riguarda trasferimenti di immobili a uso abitativo (266.848 operazioni), il 5,9% a uso economico (16.908) e lo 0,4% a uso speciale o multiproprietà (1.056).

Queste cifre disegnano un mercato immobiliare che ha recuperato fiducia — sia lato domanda che lato credito — con segnali chiari anche sul fronte dei mutui: nel solo IV trimestre 2024 si registrano 98.608 convenzioni notarili per mutui, con una crescita congiunturale del +5,9% e soprattutto una forte ripresa tendenziale del +16,9% rispetto al IV trimestre 2023.

Le ripartizioni geografiche: Sud e Isole in evidenza

Il recupero non è uniforme sul territorio. Sul fronte congiunturale (rispetto al trimestre precedente, dati destagionalizzati) il comparto abitativo segna aumenti rilevanti nel Nord-est (+6,8%), al Sud (+6,3%), nel Nord-ovest (+4,0%) e nelle Isole (+3,0%); il Centro, invece, risulta sostanzialmente invariato. Sul fronte delle compravendite a uso economico si evidenziano aumenti al Sud (+7,5%) e nelle Isole (+2,1%), stabilità nel Nord-ovest (-0,1%) e cali nel Centro (-3,9%) e nel Nord-est (-2,8%).

Il settore abitativo cresce del +3,1%, mentre il comparto economico registra un calo -3,6%. Tradotto: si vende di più, ma a prezzi più bassi. Per area geografica il settore abitativo è aumentato marcatamente nel Nord-est e al Sud (entrambi +7,3%), nel Nord-ovest (+4,1%) e nelle Isole (+2,6%), mentre è diminuito nel Centro (-6,9%).

Il settore economico mostra l’unico segno positivo nel Sud (+3,7%) su base annua. Dati che dimostrano come la domanda residenziale si stia riattivando in molte aree d’Italia e che il mercato delle proprietà a uso economico appare più debole e più sensibile ai cicli macroeconomici.

Nell’ambito del comparto abitativo, il dato più interessante è rappresentato dalla dinamica per tipologia di centro urbano: le compravendite restano sostanzialmente stabili nei grandi centri (-0,2%), ma aumentano nei piccoli centri (+5,6%). È una fotografia che conferma la spinta verso i centri minori, fenomeno già osservato negli ultimi anni in seguito all’avvento del Covid e alla ricerca di una migliore qualità della vita e prezzi più accessibili. Al contrario, nel comparto economico si osserva un calo sia nei grandi centri (-6,3%) sia nei piccoli centri (-1,9%).

Questa dicotomia è significativa anche per il mercato immobiliare in Sicilia: la domanda verso piccoli centri e località costiere o dell’entroterra rappresenta un driver locale che può alimentare mercati di riqualificazione urbana, rigenerazione del patrimonio immobiliare e progetti turistico-residenziali.

Mutui: la vera ripartenza del credito ipotecario

Il credito casa è tornato a muoversi con vigore: 98.608 convenzioni notarili per mutui nel IV trimestre 2024, con una crescita congiunturale +5,9% e tendenziale +16,9%. Questa ripresa interessa tutte le ripartizioni geografiche sia su base congiunturale sia su base annua.

Nelle Isole la variazione congiunturale è stata +9,1%, al Sud +8,4%, Nord-est +8,1%, Nord-ovest +4,9%, Centro +1,9%; mentre su base annua le crescite sono ancor più marcate (Nord-est +21,9%; Isole +20,5%; Sud +18,9%; Nord-ovest +17,7%; Centro +6,4%). Anche i piccoli centri registrano un aumento tendenziale consistente (+19,8%) rispetto ai grandi centri (+13,3%).

Mercato immobiliare in Sicilia e nelle Isole, numeri e interpretazioni

Nelle Isole la componente residenziale resta dominante, rappresentando la quasi totalità dei volumi. Qui il credito ipotecario si è riattivato in misura significativa, con un balzo tendenziale che supera il +20% nel trimestre per le Isole, segnale di ritrovata fiducia degli istituti e dei prenditori di mutui.

Dal report Istat è possibile evincere come le Isole mostrino una crescita delle compravendite residenziali su base annua (+2,6% per il solo IV trimestre tendenziale sulle Isole nel comparto abitativo), indice che domanda di prima casa e acquisti legati a residenzialità turistica o seconde case hanno un peso rilevante. Per la Sicilia questo implica che molte aree costiere e alcuni borghi interni hanno probabilmente beneficiato del trend dei piccoli centri e di bandi come il “Resto al Sud”.

In questo panorama emerge anche la forte crescita dei mutui nelle Isole (+20,5% tendenziale su base trimestrale) segnala che gli istituti hanno concesso più mutui o che famiglie e compratori hanno aumentato le richieste. Le compravendite a uso economico nelle Isole hanno mostrato nella sommatoria dell’anno una crescita (+3,6% su I-IV 2024), ma il IV trimestre è più volatile (-2,9% per il trimestre).

Per la Sicilia questo può voler dire che il segmento commerciale/industriale/ufficio è ancora in fase di aggiustamento e sensibile a fattori locali (investimenti turistici stagionali, rinnovamento delle strutture produttive, domanda per servizi).

L’andamento descritto nasconde opportunità concrete legate alla riqualificazione del patrimonio immobiliare e al recupero dei piccoli centri urbani, soggetti a uno spopolamento in atto da decenni, soprattutto nelle aree dell’entroterra siciliano.

La domanda per seconde case e per abitazioni in borghi può stimolare recuperi, lavori edili e nuova attività per l’economica locale. E poi ancora il fenomeno del tourism-related housing, ovvero quell’interesse per immobili turistici e locazioni brevi che continua ad attrarre investimenti anche da fuori regione.

La ripresa dei mutui indica che il costo reale del credito (o le condizioni bancarie) è diventato più sostenibile o che il timore di una stretta si è attenuato; anche meccanismi di sostegno fiscale o incentivi locali per la ristrutturazione – come quelli messi in campo da molteplici comuni siciliani – hanno inciso in maniera significativa. E poi è necessario considerare l’influenza del post Covid sugli andamenti 2022–2023, influenzati anche da incertezza dovuta a inflazione, rialzo tassi, guerra in Ucraina.

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Foto di Jakub Żerdzicki su Unsplash