MESSINA – È diventata una questione di ordine pubblico, di cui adesso è stata investita la Prefettura. L’abbandono dei rifiuti in ogni angolo, le mini discariche che proliferano ormai senza controllo per la città, sono parte di un fenomeno che da solo il Comune non riesce ad arginare, davanti al quale il sindaco Federico Basile sembra essersi arreso, chiedendo il supporto del prefetto Cosima Di Stani che ha deciso di istituire un mini pool composto dai rappresentanti di tutte le Forze dell’ordine per coordinare l’attività di contrasto.
Non siamo più di fronte a casi isolati di sacchetti gettati dall’auto o depositati senza rispettare modalità e orari ma a un sistema di abbandono di quei rifiuti che dovrebbero essere conferiti nelle Isole ecologiche, nei centri ad hoc, fenomeno che può nascondere interessi, motivazioni e comportamenti anche illeciti.
Durante l’ultima riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza che, nelle previsioni, avrebbe dovuto essere solo di presentazione dei nuovi comandanti provinciali di Carabinieri, colonnello Lucio Arcidiacono, e Guardia di Finanza, colonnello Girolamo Franchetti, il sindaco Basile ha sollevato la necessità di effettuare un approfondimento e un focus sul fenomeno. Basile ha evidenziato come, nonostante gli sforzi della Polizia municipale e l’attivazione delle telecamere di videosorveglianza, si registrino numerose violazioni in materia, dando atto che, malgrado l’impegno profuso, non si è riusciti ancora a debellare il fenomeno dell’abbandono abusivo dei rifiuti, soprattutto in alcune zone del territorio.
Per contrastare tale fenomeno, il prefetto ha disposto un’intensificazione della vigilanza nell’ambito dell’attività di controllo del territorio, anche attraverso servizi mirati ad alto impatto nelle zone sotto osservazione, strategia già attuata in altre occasioni. Si è poi condiviso, nell’ambito delle ulteriori iniziative da mettere in campo nell’ottica sia preventiva che repressiva, di creare un mini pool composto da rappresentanti delle Forze dell’ordine e delle polizie locali, proprio sull’attività di contrasto all’abbandono dei rifiuti per coordinare in modo sinergico gli interventi di competenza.
Sono tantissime le segnalazioni che arrivano al Comando dei vigili urbani e a Messinaservizi che non riescono ad avere una risposta. La Polizia municipale, che ha un’apposita sezione ambientale, è a corto di organico e la partecipata comunale ha difficoltà nello smaltimento di ingombranti, mentre le telecamere non coprono tutte le aree critiche delle periferie, anche perché non tutti i dispositivi previsti inizialmente sono stati installati.
Un caso emblematico è quello della discarica di mobili e suppellettili, un cumulo alto più di in metro, come si vede dalla foto, che staziona in una delle stradine nelle palazzine di Gravitelli; uno dei tanti quartieri popolari, questo, lasciati all’incuria, a due passi dal centro, a pochi metri da alcuni dipartimenti universitari e dall’Orto botanico. Da mesi la situazione viene denunciata da residenti a Messinaservizi e al Comando della Polizia municipale. L’ultima comunicazione è stata fatta a luglio attraverso Pec, ma il cumulo è cresciuto, aumentando il senso di degrado, creando problemi di sicurezza e igienico sanitari, senza che sia stato fatto alcun intervento.
Messinaservizi si ritrova però davanti a tanti casi analoghi, dove è evidente che si tratti dell’operato di svuota cantine che, senza alcuna autorizzazione, abbandonano ogni genere di ingombrante. A rischiare, in questi casi, non è solo chi svolge l’attività abusiva, ma anche chi la commissiona. Un’altra zona dove si creano quotidianamente discariche abusive è il viale Giostra in via Seminario Estivo e altre strade adiacenti, San Filippo e Bordonaro, lungo gli svincoli autostradali, alle foci dei torrenti o sui Colli San Rizzo, un’area verde deturpata continuamente senza scrupoli.
Nelle azioni che verranno predisposte si controlleranno attività di svuota cantine ma anche di lavorazioni edili, perché in diversi casi di ristrutturazione di abitazioni, quando il lavoro è svolto senza emissione di fattura e con operai non in regola, il materiale inerte viene scaricato abusivamente. Non è più perseguito quindi solo il singolo abbandono di sacchetto, ma di tutti quei rifiuti pericolosi, non convenzionali, che nascondono comportamenti illeciti e reati. Un impegno che riguarda tutte le Forze dell’ordine, ognuno per propria parte, dal lavoro nero alla sicurezza e a tutto un sommerso di illeciti che può emergere.