Messina, Calenda e le elezioni comunali tra giovani e credibilità politica - QdS

Messina, Calenda e le elezioni comunali tra giovani e credibilità politica

Messina, Calenda e le elezioni comunali tra giovani e credibilità politica

venerdì 11 Marzo 2022

Il leader nazionale di Azione è stato in città per presentare i propri progetti riservati all’area dello Stretto e alla Sicilia. Immancabile un botta e risposta con l’ex sindaco De Luca

MESSINA – “Le elezioni amministrative sembrano passare in secondo piano rispetto all’appuntamento con le regionali, ma le competizioni comunali sono un grande laboratorio dove fare crescere la futura classe dirigente”. Il Centro dove ormai tutti guardano? “Centro non vuol dire più nulla, se non si definiscono i programmi e si va avanti per slogan”. Carlo Calenda, ex ministro, leader nazionale di Azione, a Messina, al contrario di Palermo, non ha ancora il nome del candidato che sosterrà il suo gruppo alle amministrative di maggio.

Nella città dello Stretto c’è al lavoro solo Federico Basile, candidato di Cateno De Luca, mentre centrodestra e centrosinistra sono impantanati da settimane. Letterio Grasso, segretario provinciale di Azione, all’inizio aveva aderito a Spazi di confronto, laboratorio dell’area di centrosinistra, ma dopo gli esiti del congresso regionale che a Messina ha fatto registrare defezioni delle componenti di sinistra, ha ritirato la sua adesione. La collocazione è più verso destra, con +Europa, i repubblicani, dialogante comunque con tutte le forze, tranne con M5s e Fratelli d’Italia.

“La nostra proposta – ha detto Calenda in una sala poco affollata – è un riformismo pragmatico con attenzione ai valori. La Sicilia è la Regione che spende peggio i soldi, forse eccettuata la Calabria, però sembra interessare solo quello che succede a queste regionali. Non si riescono a decidere le candidature perché sono interessati a dire: ti faccio candidare a sindaco, ma nel frattempo mi garantisci che sono candidato alla Regione. Credo che bisogna fare il processo opposto. Le amministrative sono una fucina per tantissimi giovani che vogliono impegnarsi e che nella nostra visione della politica devono costruire un percorso che li porti ad acquisire esperienza e responsabilità. Siamo un partito che ha tanti iscritti giovani, ma non siamo un partito giovanilista che candida giovani senza esperienza. Diamo la possibilità al giovane di costruirsi una carriera. La città è la palestra per rinnovare la classe dirigente, noi avremo particolare attenzione proprio sulle elezioni comunali”.

Bisogna correre e crescere, anche per colmare quel divario Nord-Sud che sta spaccando in due il nostro Paese. “Il federalismo ha funzionato per il Nord e non ha funzionato per il Sud. Sono per un quarto siciliano e tre quarti napoletano, diciamo che ci hanno defraudato. Ma vogliamo assumerci la responsabilità della gente che abbiamo votato nel corso degli anni? Al Sud dobbiamo fare una politica impeccabile dal punto di vista dell’offerta, costruire un programma strutturato che dica cosa si vuole fare, come, con quali soldi, in quale tempo, che racconti esattamente cosa il cittadino può aspettarsi”.

E qui entra in gioco Azione e il ruolo che può svolgere in questo scenario. “Offrire un’opportunità ai cittadini – ha detto Calenda – e dare un’alternativa normale. I candidati devono essere preparati, presentare delle cose fattibili devono costruire delle squadre decenti. Non devono fare come l’ex sindaco Cateno de Luca, che pure qualcosa di buono l’ha fatto, e mettersi a urlare come pazzi sui social. Quello è spettacolo. La politica ha una sua solennità, deve trasmettere valori”.

Messina può essere al centro di questo rinnovamento del Sud e della Sicilia. Ma occorrono progetti di rilancio seri e concreti. “Questa – ha concluso Calenda – è una città ostaggio della discussione sul Ponte. Io sono d’accordo a farlo, ma non possiamo non discutere di altro se non del Ponte. Mentre discutiamo c’è una disoccupazione giovanile al 58% e un numero di laureati tra i più bassi d’Italia. Va studiato un Piano industriale per questa città: mi impegno personalmente con i vostri contributi a farlo, affinché questa città possa dire cosa vuole essere e come fare ad arrivarci”.

Le punzecchiature di Calenda sono ovviamente arrivate alle orecchie dell’ex sindaco De Luca, che non ha atteso troppo per replicare. “Non mi impressionano – ha detto – gli attacchi fatti nei miei confronti da parte di Calenda, meglio noto come signor zero virgola. Lo comprendo. D’altronde se non avesse attaccato me come poteva attirare l’attenzione della stampa? Carlo Calenda è arrivato a Messina senza avere nulla da dire e mi ha attaccato per avere un po’ di visibilità. Da fuggitivo della politica, eletto nel Pd e poi scappato altrove, oggi dice di rappresentare una coalizione che mette insieme una serie di ex, tromboni e trombati della politica e dei sindacati. Una scelta lungimirante che ha già fatto registrare una spaccatura all’interno di quella classe giovanile che aveva sperato in una reale azione di rinnovamento”.

“Lo stesso Calenda – ha concluso – è stato smentito anche dagli altri rappresentati politici locali che in ambito nazionale convergono nella coalizione dello zero virgola, ma qui a Messina gli hanno chiaramente detto che gli accordi sono chiusi finendo per fare la classica figura del peracottaro. Alla fine, Calenda cosa è venuto a fare a Messina? Occupare il tempo criticando chi ha amministrato denota solo l’assenza di argomenti”.

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