La giovane dovrà frequentare dei corsi fatti da un’associazione antimafia
Per la giovane Martina Gentile, finita ai domiciliari all’inizio di dicembre con l’accusa di favoreggiamento nei confronti del boss Matteo Messina Denaro è scattata la sospensione della responsabilità genitoriale. A deciderlo il tribunale per i minorenni di Palermo accogliendo l’istanza avanzata dalla procuratrice Claudia Caramanna. Decisa dai giudici anche la disposizione affinchè la “postina” di Denaro faccia un percorso di recupero, partecipando ad attività di formazione organizzate da associazioni antimafia. Incaricati infine i servizi sociali, di valutare se è necessario che mamma e figlia vengano allontanate dal contesto in cui vivono, ovvero a Campobello di Mazara.
Richiesta reiterata
Si tratta di un provvedimento d’urgenza, stando a quanto scrive Repubblica. Intanto prosegue il processo civile per la decadenza della responsabilità genitoriale attivato dalla procura per i minorenni ad aprile. Allora la giovane finì sotto inchiesta con la madre, ovvero la maestra Laura Bonafede amante di Messina Denaro. Fu nel dicembre scorso che, dopo l’arresto della giovane, dalla procuratrice Caramanna venne reiterata la richiesta, depositando in tribunale le ultime acquisizioni fatte dalla procura diretta da Maurizio de Lucia nell’indagine dei carabinieri del Ros.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI
L’accusa
Riepilogando, Martina Gentile consegnava i pizzini di Messina Denaro meritandosi l’appellativo di “postina del boss”, e talvolta li nascondeva nel passeggino della figlia. Ciò mentre la madre rassicurava il suo amante Matteo Messina Denaro dicendogli che “Mini cugino – nome in codice assegnato alla bimba – ti conoscerà dai miei racconti e da quelli di Tany – ossia Martina Gentile – perché sei stato troppo importante per noi”.
Facoltà di non rispondere
“Ho capito di avere sbagliato”, ha detto Martina Gentile dopo l’arresto, quando si avvalse della facoltà di non rispondere davanti al gip. La Gentile ha altresì spiegato di avere iniziato delle attività di volontariato, anche se manca ancora una chiara presa di distanza dal clan. D’altronde si tratta della figlia di un killer fedelissimo al boss di Castelvetrano oltre che della donna diventata l’amante del latitante.